[Discussioni]"Brevetti Software" : ma cosa pensa Confindustria ?

Roberto Micarelli mi.ro a iol.it
Mer 17 Set 2003 13:09:03 CEST


> Risponde (sia pure dopo qualche giorno ... )  Antonio D'amato 
> (presidente di Confindustria).
>...
> 
> La  Confindustria,  d'altra  parte,  non ritiene opportuna l'adozione
>  di un approccio  tanto  liberale  quanto  quello  statunitense  ed  ha
>   più volte sottolineato  la  necessità  di  applicare  anche  al 
>  software  i principi generali  della  legislazione  brevettuale, 
>  imponendo  quindi,  attraverso un'elevata  qualità  dell'esame,  una
>  rigorosa attenzione nella valutazione circa la sussistenza dei
>  requisiti di brevettazione.
> 

1. Il significato di 'liberale' è definitivamente perso, per sempre. Sfido io a capirci ancora qualcosa. Di sicuro la brevettabilità all'americana del sw non è un attributo significativo di uno stato liberale nel senso classico del termine. Ho l'impressione che la nostra classe dirigente tenda sempre a confondere il liberalismo con il liberismo, che fa della deregolamentazione il fulcro della prassi politica, favorendo così i grandi poteri finanziari a danno delle libertà individuali. Cosa che un vero liberale non potrebbe mai tollerare.


2. La "rigorosa attenzione nella valutazione circa la sussistenza dei requisiti di brevettazione": nell'ambito di una forma di espressione popolare e facilmente accessibile è semplicemente una chimera. Non servono statistiche per capirlo. Nessuno sarà mai in grado di definire la "prior art" perché ogni minuto che passa esistono milioni di righe di codice sorgente in più.

E' possibile inoltrare la risposta di D'amato su altre liste?


Saluti, Roberto





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