[Discussioni][davide.dozza a yacme.com: Resoconto di ieri]

Francesco Potorti` pot a softwarelibero.it
Mer 17 Set 2003 18:54:05 CEST


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Date: Wed, 17 Sep 2003 09:28:09 +0200
From: Davide Dozza <davide.dozza a yacme.com>
Subject: Resoconto di ieri

Salve a tutti,

ecco la cronaca della giornata di ieri.
Cerchero' di essere il piu' esaustivo possibile. Se mancasse qualcosa 
prego chi era presente di apportare le opportune modifiche ed integrazioni.

Mi scuso se mancheranno i cognomi, ma i deputati si chiamavano per nome 
e quindi non ho potuto annotarmi i cognomi. Vedremo di recuperarli.

La cornice era un'aula stile parlamento con un banco dove stava il 
capogruppo ed altre due persone ed in tutto quindicina di deputati in 
sala. C'era la traduzione simultanea. Ambiente piuttosto formale.

Appuntamento ore 17:30 incontro con la portaborse della Ghirarducci che 
ci ha illustrato la posizione del PSE.
Chi ha detto che eravamo stati invitati come *esperti* del settore a 
parlare delle nostre impressioni circa gli emendamenti di compromesso 
messi a punto all'interno del PSE.
Breve discussione al volo con lei sulle nostre posizioni.

ore 18:00. Comincia la discussione nel gruppo di lavoro che si occupa 
dei brevetti software. Manca la MacCarthy.
Siamo stati presentati come una delegazione di esperti in materia in 
rappresentanza di coloro che hanno dubbi sul brevetto software.
Il capogruppo illustra la situazione e come ci si e' arrivati ed invita 
ad andare avanti su una posizione *unitaria* di compromesso.
Comincia la discussione che verte soprattutto su come la Roquard abbia 
presentato degli emendamenti e su come la MacCarthy sia stata 
ragionevole nell'accettarli. Il tutto perche' occorre tenere in 
considerazione le piccole e medie imprese europee.
Qualcuno ha fatto notare come i riferimenti alle imprese americane e 
giapponesi nella proposta di direttiva siano stati infelici in quanto le 
*loro* PMI sono decisamente piu' grandi di quelle italiane.
Quindi è intervenuto un certo Bill (inglese). Ha fatto notare come la 
sua posizione sia cambiata nel tempo a seguito delle numerosissime mail 
e lettere ricevute. Sarebbe sua intenzione votare contro la 
presentazione della direttiva perche' ha il dubbio che effettivamente il 
copyright rappresenta gia' una forma di tutela del software.
Ha chiesto cosa sarebbe successo se il suo gruppo si fosse opposto.
Da qui si e' aperta la discussione sul fatto che *bisogna* cercare un 
compromesso per mantenere una posizione unitaria del partito.
Bill ha replicato dicendo che e' sua intenzione di adoperarsi per la 
soluzione di compromesso.

Quindi e' intervenuta una certa Maria (spagnola?) parlando espressamente 
del lavoro che e' stato fatto sull'art. 6a che sembra essere un po' il 
punto chiave di tutta la costruzione dell'emendamento di compromesso.

Ghilarducci ha concluso elogiando il lavoro della Roquard ed il lavoro 
di mediazione svolto per arrivare ad un compromesso.

Da qui tutti hanno chiesto la parola e quindi il capogruppo ha deciso di 
spostare la discussione in un altro momento dove sara' presente anche la 
MacCarthy. Ha detto che c'e' ancora tempo per discutere.

ore 18:30 Nostro intervento. Abbiamo parlato io e Renzo Davoli. Abbiamo 
fatto *immediatamente* presente che siamo stati convocati all'ultimo 
minuto e non saremmo quindi entrati nel merito degli emendamenti in 
quanti gli esperti che hanno analizzato il testo non potrevano essere 
presenti con cosi' poco preavviso.
Renzo ha parlato delle libertà di pensiero algoritmico facendo notare 
come per un ricercatore in universita' debba essere consentito lavorare 
su di uno schermo nero senza la paura di violare qualche brevetto.
Ha fatto notare come nei paesi dove il brevetto e' presente la ricerca 
sia delegata a quelle aziende che tali brevetti possiedono e che quindi 
e' fortemente vincolata ad interessi economici piu' che alla vera 
ricerca ed innovazione. Questo ha portato ad avere sul mercato sistemi 
operativi assolutamente lontani dallo stato dell'arte e mettono a 
rischio la ricerca basata sul software libero che ha dimostrato di 
essere il vero motore della ricerca universitaria.
Ha inoltre parlato delle enormi differenze che ci sono tra un processo 
di produzione industriale di un bene materiale e nella produzione di 
software e come il brevetto non si possa quindi semplicemente traslare
sul software puro.

Io invece ho parlato dei costi che il brevetto sw avrebbe sulle PMI. Ho 
fatto notare come non è tanto il costo di presentazione di un brevetto 
il problema piu' grosso per le PMI quanto il fatto che le PMI, ogni 
qualvolta debbano scrivere qualche riga di codice, debbano sfogliarsi 
un'enciclopedia britannica per verificare che non vanno a violare un 
brevetto software. Senza contare che un'eventuale patent litigation 
costerebbe mediamente dai 50.000 ai 500.000 dollari.
Questo pone le PMI in una posizione di assoluto svantaggio verso le 
grosse multinazionali che hanno plotoni di avvocati che lavorano sul 
tema. Significa che la piccola impresa che si trova una causa sulla 
testa, anche se ha ragione rischia di fallire solo per cercare di 
difendersi.
Inoltre, la politica del cross licensing tra multinazionali di fatto 
crea un cartello che mette in una condizione di assoluto svantaggio le 
piccole imprese che non possono partecipare a tale cartello.
Detto questo ho fatto presente il problema della vaghezza delle 
definizioni utilizzate nelle direttive. Tale vaghezza crea un area dove 
l'EPO può fare cio' che vuole e quindi vanificare lo sforzo di cercare 
di limitare il brevetto software alle applicazioni specifiche.
Quindi ho rimarcato il fatto che devono essere date definizioni precise 
dei termini usati affinche' i brevetti software siano veramente limitati 
pe quindi consentire alle PMI europee di continuare a competere 
efficacemente sul mercato.

E tre minuti a testa sono passati...

Abbiamo quindi parlato fuori dall'aula con Ghilarducci e Paciotti (ex 
presidente dell'associazione nazionale magistrati)
Sono entrambe coscienti del problema, ma hanno ammesso di essersi 
trovate in una cosa piu' grande di loro dove non avevano competenza e 
dove le lobbi delle multinazionali hanno bombardato pesantemente.
Elenco alcune affermazioni che mi ricordo:

- - loro sono per raggiungere un compromesso ma deve essere realmente 
qualcosa che escluda la brevettabilita' del software di per se. Il 
problema e' che, hanno ammesso, non hanno competenze adeguate per 
valutare il reale contenuto degli emedamenti che a loro dire sembrano 
buoni perche' la Roquard, francese ed anti americana, si e' strenuamente 
battuta su questi.

- - La parte del PSE anti MacCarthy voterà la proposta del GUE di 
respingere la direttiva perche' sanno che non passera' e quindi poi il 
GUE votera' i loro emendamenti.

- - Stando cosi' le cose e non avendo una maggioranza quasi certa in 
parlamento non se la sentono di spostarsi dalla posizione di 
compromesso, ma, se si riuscisse a coinvolgere una parte del PPE, 
sarebbero disposti a rivedere le loro posizioni anche sostenendo una 
posizione contraria. Hanno fatto espressamente il nome di Bodrato 
perche' sensibile al problema.

- - Presenteranno un emendamento proposto da Ciurcina che esclude il 
software libero dai brevetti.

- - Vogliono ricevere i commenti sugli emendamenti di compromesso perche' 
vorrebbero capire quali sono le cose poco chiare che possono 
pregiudicare cio' che loro vogliono e cioe' escludere il brevetto del 
software puro e limitarlo all'applicazione specifica.

DEtto questo scappo in fiera perche' mi aspetta un giorno di fuoco e evo 
fare ancora le slide.....

Diffondete il messaggio perche' ci sono ancora molti spazi per fare 
pressione, sia a sinistra sui parlamentari del PSE ma anche a destra su 
quelli del PPE.

Ci sentiamo in ML.

Davide
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