[Discussioni] [Fwd: Re: alternative to java]

[Marco Ermini]

Gian Uberto Lauri disse:
>>>>>> "PR" == Paolo Redaelli <paolo.redaelli a poste.it> writes:
>
> PR> Avete mai considerato Eiffel?
>
> Tornando   al  discorso   Enterprise  (i   messaggi  mi   sono  giunti
> probabilmente fuori ordine), oggi  ho passato passa mezz'ora a parlare
> con un  dirigente che  bene o male  ha accettato Linux  come possibile
> tecnologia,  ma ancora  era  molto scettico  sul  software libero  (si
> ostinano a dire OS).

Credo che il problema terminologico sia secondario... lascia che lo chiami
come preferisce - no? ;-)


> Figurati se gli si propone un linguaggio non molto noto :)...
>
> (e non voglio assolutamente attaccare Eiffel)

Secondo me in molti ambiti può essere un ottimo strumento. Il problema è
che non credo ci sia un know-how diffuso sul linguaggio, ma soprattutto il
fatto è che il linguaggio stesso praticamente è stato creato ad hoc per
essere un "enforcing" di certe metodologie di programmazione - che sono
validissime sulla carta, ma non sono semplicissime da mettere in pratica.
Java puoi usarlo anche da cani, ma poi in realtà se conosci l'object
orientation ha molti più strumenti per creare, per esempio, applicazioni
MVC (si pensi a Struts per esempio, che ha persino un libro dedicato).

Quindi alla fine Eiffel è "bello" solo sulla carta... in pratica lo puoi
usare in applicazioni in cui i programmatori siano davvero pochi e *molto*
formati (quindi: costosi...), e si stia creando un'applicazione che
necessiti di una scalabilità limitata (quindi: clienti piccoli, che pagano
meno di quelli grandi...).

Java è /meno/ bello ma sempre meglio di molti altri ambienti, si ha a che
fare con molto open source (o sw libero come si preferisce), ci sono
moltissimi strumenti liberi (tra cui Eclipse per esempio solo per citare
un'IDE), ed è possibile creare applicazioni enterprise scalabili... tutto
questo con altri linguaggi è molto più complesso.

E' ovviamente la mia da 5 cent...


ciao
-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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