[Discussioni] Mozione provincia di Prato

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Sab 4 Dic 2004 20:19:48 CET


Chiedo scusa, intendevo dire Provincia di Prato.

Alfonso


-----Original Message-----
From: discussioni-bounces a softwarelibero.it on behalf of Alfonso Fuggetta
Sent: Sat 12/4/2004 7:22 PM
To: discussioni a softwarelibero.it
Subject: [Discussioni] Mozione provincia di Prato
 

Questa mozione della provincia di Pisa mi deprime profondamente per due motivi:

1. Come è possibile dire così tante sciocchezze?
2. Come è possibile che nessuno di voi si alzi e dica "proprio perché ci teniamo al software libero e ai suoi valori (caro Veutro) affermo che queste sono sciocchezze"?

Ma come è possibile che si continuino a ripetere in modo così acritico falsità e luoghi comuni del genere? Come si può continuare a ripetere a macchinetta posizioni che non hanno alcuna giustificazione fattuale? Come si fa a utilizzare il discorso degli "ideali" (che io condivido in pieno, caro Veutro) per fare interessi di parte?

Questo non è un testo per promuovere software libero. Questa è una sequenza di luoghi comuni e fanfaluche contro Microsoft (e implicitamente a favore di altri).

Se veramente ci tenete al software e al software libero, per onestà intellettuale, dovreste iniziare a dire anche voi basta a certe sciocchezze.

Alfonso

P.S.: Le sottolineo di seguito una per una.

On 3-12-2004 17:08, "Francesco Potorti`" <pot a softwarelibero.it> wrote:

> Letto l'appello seguito da numerose firme di professionisti legati al mondo 
> informatico, operatori della pubblica amministrazione e altri cittadini dal 
> titolo "Soggezione informatica della Stato italiano alla Microsoft" che mette 
> in evidenza il forte sbilanciamento da parte della Pubblica Amministrazione 
> verso l'impiego pressoché esclusivo di prodotti software di una sola azienda 
> sia per quel che riguarda i Sistemi Operativi che per le applicazioni 
> cosiddette da ufficio (word processor, data-base, presentazioni, "client" di 
> posta elettronica, etc.): si consideri che tale situazione ha instaurato un 
> fortissimo monopolio sui prodotti software.

E quale sarebbe questa azienda? Microsoft? Se si guardano i dati generali del software si vede che non è vero né per quanto riguarda il fatturato, né per quello che riguarda l'uso di prodotti proprietari, né per quanto riguarda il monopolio. Su PC ci sono le alternative. Su mainframe e mini no e i prodotti proprietari costano molto di più. 
 
> Considerato il delicatissimo aspetto, trattando la presente mozione di Enti 
> Pubblici, della sicurezza informatica, si fa presente come l'impiego di 
> prodotti proprietari di aziende che non rilasciano il codice con cui sono 
> stati prodotti i programmi rende di fatto impossibile anche ad esperti sapere 
> esattamente cosa quel programma fa o può fare o potrebbero fare future 
> versione. E' noto che alcuni programmi proprietari sono potenzialmente in 
> grado di inviare via internet notizie provenienti dal computer su cui sono 
> installati a computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente, e per 
> la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il codice sorgente, 
> è inattuabile o comunque molto complesso verificare se tale possibilità sia o 
> meno presente nei software installati. Questo aspetto sconsiglierebbe quanto 
> meno l'impiego di software proprietari (senza codice sorgente controllabile) 
> su personal computer (!!!!!!!!!!!!!!!) su cui siano depositati dati riservati e/o di valore. Il 

Sui personal computer? Ma questi signori hanno la più vaga idea di quello di cui stanno parlando?

> r!
>  ischio sopra esposto ha convinto 

La commissione open source ha richiesto la piena ispezionalibilià del codice che tutela questi aspetti e che, al momento, sembra possa essere garantita dal GSP di Microsoft mentre altri manco ci pensano. E i dati sensibili sono proprio sulle altre macchine.

> Considerato che nello stesso appello di cui sopra si rileva come dei pacchetti 
> software sopra indicati vengano messe sul mercato di continuo nuove versioni 
> dei prodotti, all'atto pratico diverse dalle precedenti solo per pochi 
> dettagli o poche marginali funzioni, e che, come ogni utilizzatore di 
> strumenti informatici ha avuto modo di osservare, spesso non esiste 
> compatibilità fra due versioni di uno stesso prodotto, derivando così che se 
> un qualunque ufficio della Pubblica Amministrazione che ha acquistato i 
> prodotti Office, ad esempio della serie 2000, trasmette per posta elettronica 
> o tramite floppy disk un documento elaborato con questa versione ad un altro 
> ufficio che utilizza ancora i prodotti Office della serie precedente, 
> quest'ultimo non sarà in grado di leggerlo. Si tratta, in pratica, per quanto 
> variamente mascherata con licenze multiple, sconti e piani di upgrade, di una 
> costrizione piuttosto discutibile ad acquistare sempre il prodotto più 
> recente; aggiornamento !
>  che spesso significa, per l'uffic

A parte il fatto che NON È VERO, ma cacchio, ma si facciamo gli esempi giusti! Io sto combattendo con Oracle e Oracle tiene i dati sensibili; Oracle ha costi di licenza folli e meccanismi che ti forzano all'upgrade. E qui si continua a menare il torrone con Office. Superficiali e disinformati.
 
> Vista l'approvazione da parte del Comune di Lodi, del Comune di Firenze, della 
> Provincia di Pescara, il Comune di Ravenna di mozioni con le quali si chiede 
> l'introduzione e l'espansione del software libero nella Pubblica 
> Amministrazione.

Grandioso, se il primo fa una cosa senza senso, tutti quanti dietro alla cieca.

> Preso atto che lo scorso 31 ottobre 2002, il Ministro per l'Innovazione e le 
> Tecnologie, Lucio Stanca, ha firmato il Decreto che istituisce la Commissione 
> per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione, in 
> accordo col piano di miglioramento dell'efficienza, dell'efficacia e della 
> economicità dell'apparato statale per la cui realizzazione rientra, a pieno 
> titolo, lo studio e la valutazione dei nuovi sviluppi delle tecnologie 
> dell'informazione, quali l'Open source. Tale commissione è presieduta dal 
> prof. Meo del Politecnico di Torino;

La Commissione ha detto cose significativamente diverse da quello che viene detto da questi signori.
 
> Preso atto che lo scorso 19 Dicembre 2003, il Ministro per l'Innovazione e le 
> Tecnologie, Lucio Stanca, ha emanato una direttiva nella quale si invitano le 
> pubbliche amministrazioni a tener conto della nuova modalità di sviluppo e 
> diffusione di programmi informatici.

Documento che non dice quello che dicono questi signori. 

> Osservato che l'acquisto delle nuove versioni del software Microsoft 
> rappresenta una spesa ingente del totale della spesa informatica, con costi 
> che si avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto dell'hardware dei modelli 
> più recenti di personal computer.

Ma chi ha scritto queste idiozie? Ma dove? Sulla base di quali numeri inventati? 
 
> Considerato che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti 
> per potenziare i servizi pubblici in rete o per la promozione di una maggiore 
> alfabetizzazione informatica dei cittadini.

Delirio più totale.
 
> Considerarti i vantaggi occupazionali per il territorio derivanti dagli 
> investimenti in ricerca, sviluppo, formazione, assistenza e installazione 
> rispetto ai costi di licenza del software proprietario.

Qui siamo al livello di barzellete tipo quella dei milioni di posti di lavoro promessi qualche tempo fa. 

>   1. esigenze di sicurezza e quindi impiego di software libero o almeno open 
> source per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare dati riservati, 
> protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore per l'amministrazione 
> e/o per i cittadini.

"o almeno open source?" Non sarebbe male se finalmente vi metteste d'accordo e diceste all'universo mondo se software libero e open source sono la stessa cosa o no. 100 persone parlano, 100 hanno opinioni diverse. Centinaia di mail sulle licenze anche su questa lista. E ho le idee più confuse di prima.
  
> 3. A considerare nella creazione di budget di spesa i vantaggi economici, 
> ovvero di sviluppo delle intelligenze, del sapere e del saper fare locali, 
> derivanti da investire più in assistenza ed installazione e meno nei costi di 
> licenza del software, in particolare impiegando software libero.

Qui siamo ancora al caso delle barzellette.

E' pazzesco come questo paese sia capace di farsi del male.

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