[Discussioni] Domanda di Flavia

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Mar 7 Dic 2004 11:53:18 CET


Sottoscrivo quello che dice Alberto parola per parola (quasi :-) ).

Alfonso


On 7-12-2004 11:20, "Alberto Cammozzo" <mmzz a stat.unipd.it> wrote:

> On Tue, Dec 07, 2004 at 10:02:48AM +0100, Carlo Daffara wrote:
>> On Tue, 7 Dec 2004, Paolo Redaelli wrote:
>>> Giustamente bisogna partire da dove i dati sono memorizzati. Quello su
>>> cui dissentiamo e' il "tipo" di ferraglia che li contiene. Tu sei
>>> convinto che stiano tutti su mainframe; per le grosse organizzazioni è
>>> vero. Molti credono che nelle piccole amministrazioni per esempio
>>> comunali i dati risiedano su PC server "normali". Il mio comune (~45000
>>> abitanti) per quel che ne so ne utilizza almeno un paio server NT.
>>> Credo allora che le questioni sul piatto siano:
>>> - quanti dati stanno sui mainframe e quanto nei PC server? Detta in
>>> altro modo: quale frazione sta nelle amministrazioni centrali e quanta
>>> nelle locali?
>> Forse mi sbaglio, ma credo che l'obiettivo della discussione sia diventato
>> diverso dal pensiero di Alfonso (spero non si offenda per l'uso del nome
>> invece del prof., e per il mio tentativo di interpretare il suo pensiero)
>> Non credo che il suo obiettivo fosse di segnalare il predominio dei
>> mainframe su pc, o altro; ma di far osservare come l'IT in generale sia
>> molto piu' grande, sia in termini economici che di impatto potenziale,
>> del percepito monopolio di Microsoft.
>> In questo senso si tratta di una osservazione corretta; basta considerare
>> il numero di processori venduti per anno non destinati a software
>> Microsoft (si parla di miliardi all'anno, in volume) e il fatto che
>> praticamente TUTTE le pubbliche amministrazioni usano database propietari
>> per tenere i loro dati (fonte: progetto COSPA, survey of data sources), e
>> che il database piu' usato non e' di Microsoft.
> 
> Ottimo. E le PA *continuano* ad acquisire software proprietario.
> Mentre nel caso dei PC e del software di office automation c'e'
> una crescente consapevolezza, grazie anche a progetti come il
> COSPA che tu citi, nel caso dei dati su mainframe e sul software
> custom non c'e' la percezione che sia software proprietario e
> che possano esservi delle alternative, anche perche' spesso non
> ci sono.
> 
> Nel caso di MS si e' arrivati alla *non soddisfacente* soluzione
> dell'ispezionabilita' del codice. Questo vale anche per
> Oracle, IBM, Nokia, Symbian e la miriade di embedded (che popolano
> ad esempio cruciali sistemi biomedici e di sicurezza)?
> 
>> A questo punto, vorrei fare alcune considerazioni:
>> - se qualcuno critica una metodica o un pensiero non significa che sia
>> schierato "con l'altra parte", e in generale questo "voi contro noi" non
>> aiuta un discorso aperto e costruttivo.
> 
> D'accordo. Infatti mi pare che qui si parli di *ampliare* il
> nostro raggio operativo, non di abbandonare il lavoro su desktop
> e small server, ma estendere le nostre richieste di adozione di
> software libero anche ad altri ambiti. Vedremo se le aziende
> che dicono di credere all'open source lo dimostreranno coi fatti.
> 
>> - comunque, da qualche parte bisogna partire! Vi sono alcune possibilita'
>> gia' concreatamente esplorabili: i desktop, i database, gli application
>> server; secondo alcuni anche i mainframe sono sostituibili (Unisys ha una
>> linea di server con IO channels paragonabili alla zArchitecture di IBM,
>> dynamic partitions e copre uno spettro di prestazioni piu' o meno
>> sovrapponibile a quello di IBM). Ma per poter parlare di migrazione,
>> bisogna essere realisti e inserire la propria offerta nella naturale
>> evoluzione che i sistemi informativi hanno. Dire "butta via tutto e passa
>> a linux" dopo che nei mesi precedenti c'e' stata l'acquisizione di un
> 
> Sarebbe stupido, credo, agire cosi'. Nel nostro interesse, e
> in quello della collettivita', c'e' che il software libero sia
> associato a progetti di migrazione di successo, non bagni di sangue.
> Cominciamo dai formati dei dati su mainframe: sono aperti o
> proprietari? Sono soggetti a standard aperti? Questo e' il passo
> zero: senza questo non si fa nulla. E questo si puo' ottenere
> politicamente: "in una PA nessun dato puo' essere archiviato
> se non si conosce il formato, ogni archivio deve avere una
> struttura completamente nota: tracciati record, relazioni, etc.",
> cosicche' almeno i dati sono salvi.
> Da qui si puo' partire con le migrazioni, anche se ...
> Ricordiamoci che in quell'ambito (big iron) non e' facile che
> si migri da un linguaggio a un'altro (cobol, fortran), figuriamoci
> da un'architettura a un'altra.
> 
> Domande:
> 1) Qualcuno sviluppa software libero per AS400 o per 390?
> Su sf.net qualcosa c'e'. Non ho guardato a che livello...
> 
> 2) Una possibilita' ragionevole per fcilitare le migrazioni
> e' quella degli emulatori. C'e' qualche emulatore free AS400
> o 390? Mi risulta ce ne sia uno (hercules) ma non credo sia libero.
> 
>> nuovo sistema informativo e' inutile, ma anche da parte dei responsabili
>> acquisti deve esserci trasparenza e eguale trattamento (mi arrivano ancora
>> bandi con "piattaforma windows 2000 server, sharepoint, sql server";
>> considerando che in teoria le preferenze di questo tipo dovrebbero essere
>> vietate nelle gare pubbliche).
> 
> Vero, ma come sono stati ottenuti risultati pregevoli e sempre
> piu' soddisfacenti nell'ambito desktop e server, vale forse la
> pena di orientare la nostra opera di sensibilizzazione anche in altre
> direzioni. Nella redazione di proposte di legge, delibere, regolamenti,
> ricordiamo che esistono delle leggi che vietano le preferenze di
> cui hai fatto cenno, Carlo, come anche quelle che obbligano le PA
> al riuso del codice custom. Se lavorate per una PA, chiedete ai vostri
> uffici legali se i contratti prevedono la proprieta' del software
> sviluppato per voi. Io ho avuto delle sorprese...
> 
> 
> ciao
> Alberto
> 
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