[Discussioni] Re: Open source permette di diffondere la conoscenza? No.
Alfonso Fuggetta
Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Mer 8 Dic 2004 21:26:16 CET
On 8-12-2004 18:44, "Valentina Parisi" <valentina.parisi a copyzero.org>
wrote:
> E se scomponiamo un codice di grandi dimensioni in tante parti e le
> analizziamo una per una, apprendiamo o no? :-)
Cosa? Tante piccole cose. Ma la conoscenza applicativa, architetturale e di
sistema non è la sommatoria di tanti piccoli pezzetti di programming idioms.
Perché si parla di livelli di astrazione? Perché ci sono tante aziende che
sono nei guai con il codice legacy? Andate a vedere ciò che si discute alle
conferenze e agli incontri su questi temi.
> In altre parole: sulla base del suddetto assioma, la risposta più logica
> alla domanda "Open source permette di diffondere la conoscenza?" sembra
> essere "dipende".
> Lo sa perché faccio la puntigliosa? Non perché non rispetti o non accetti
> quello che dice o riporta (anzi, sono molto interessata ed ho un'ottima
> impressione di Lei, anche se a volte la quantità di dati che offre non aiuta
> la comprensione :-D), ma perché devo ancora capire dove finisce la
> provocazione intellettuale (certamente utile all'attività divulgativa) e
> dove inizia l'analisi obiettiva.
Valentina, è una riga di un lucido! Quando ho parlato ho spiegato. Ripeto,
se non volete dar retta a me andate a vedere gli studi sui problemi di
analisi delle architetture, reengineering dei sistemi, e tutte le questioni
che si stanno studiando. E non è come dice Alberto che si vuole
automatizzare per il gusto di automatizzare. L'automazione cerca di trovare
correlazioni,
sintetizzare informazioni, analizzare migliaia di linee di codice in tempi
ragionevoli in modo da dare un sostegno a quei poveri cristi che solo con il
codice non sanno da che parte girarsi.
Ora è evidente che se non ho il codice non posso neanche applicare gli
strumenti e modificare il codice, ma questo è appunto ovvio. La vera
questione è "guardando il codice riesco a capire come è fatto il sistema e
metterci le mani"? E' il codice che mi trasmette la conoscenza di quello che
fa il programma?
A una domanda come questa in giro per il mondo ti rispondono che in tutti i
casi non banali la risposta è "no", non mi basta, riesco solo a capire
qualche dettaglio ma non ci metto certamente le mani. Ho bisogno di persone
che conoscono il codice (come dice Di Gregorio) o documentazione aggiuntiva
o strumenti automatici che cerchino di estrarre informazioni di alto
livello.
Pensate questo: quando in USA si comprano le società che sviluppano
pacchetti software, non si paga se non si ha la certezza che si possono
anche acquisire le risorse umane chiave che li hanno prodotti. E se non ci
si riesce succede il caso di Framemaker.
> Credo che comprendere questo confine sia il modo migliore per aiutare il
> dialogo su questa lista.
Ho paura che non ci sia riesca, un po' perché via email non è possibile. Ho
detto più volte che varrebbe la pena trovarsi, ma non mi sembra che la cosa
interessi.
Ma sono sempre più convinto, come anche qualcuno di voi ha notato, che
diverse persone nella lista siano veramente legate a posizioni dogmatiche.
Potrei stare qui mesi a tirare fuori elementi fattuali e quelli continuano a
tornare sempre alle stesse posizioni.
Rubboli per esempio dopo tutta questa discussione mi sistema dicendo che
"Le Libertà del software libero permettono di diffondere la conoscenza? Si"
Sulla base di che? Sembra quasi che si debba necessariamente postulare
questa cosa perché suona bene, per "principio". E mischia il fatto che il
software proprietario costa tanto e il costo non sarebbe sostenibile. Ma non
non è Stallman che dice "free speech" e non "free beer" e cioè che non è una
questione di costo? Se Microsoft regala licenze andrebbe bene?
La conoscenza si trasmette se si riesce effettivamente a farlo, non perché
sarebbe bello e "libero" se si potesse trasmettere così facilmente. Rubboli
dice che ci sono dei benefici, ma non ha provato che sono causati dal fatto
che si guarda il codice. Federico di Gregorio ha detto "se si hanno
conoscenze preesistenti".
Comunque, forse è sterile continuare così. Tutte le volte alla fine mi si
zittisce dicendo che è una questione di valori e principi. Io continuo a
dire che mi vanno bene i principi e i valori ma devono basarsi su fatti e
valutazione solide, non su desideri.
Ma evidentemente non si riesce proprio a dialogare.
Alfonso
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