[Discussioni] Re: Open source permette di diffondere la

Valentina Parisi valentina.parisi a copyzero.org
Gio 9 Dic 2004 14:27:01 CET


Alberto Cammozzo Scrive: 

> On Thu, Dec 09, 2004 at 11:22:50AM +0100, Valentina Parisi wrote:
>> Alberto Cammozzo Scrive:  
>> 
>> 
>> >	La figura del missionario evangelizzatore non mi piace troppo, 
>> >	perche'
>> >	non sempre si sposa con i valori di tolleranza che trovo piu' 
>> >	consoni alla liberta' di cui si parla e che si vuole portare. 
>> 
>> Non si tratta di imporrre una visione integralistica di si tratta di 
>> portare sotto gli occhi delle persone una possibilità in più.
>> Chiedi alle persone cos'è il software libero: nella migliore delle ipotesi 
>> ti risponderà che è software freeware (ti dirà: "software che si può 
>> scaricare liberamente?"). Aumentare la possibilità di scelta significa 
>> aumentare la libertà: ed è proprio quella libertà di cui si parla e che si 
>> vuole portare. 
> 
> 	Trasmettere la conoscenza delle alternative possibili
> 	e' la cosa migliore che possiamo fare, a parte scrivere 
> 	buoni programmi. Sono i termini che hai usati per descrivere 
> 	questa funzione che mi piacciono poco. Nulla contro i missionari,
> 	ma la connotazione religiosa non e' qualcosa da cui possiamo
> 	guadagnarci.

Beh, ho usato termini religiosi non certo per dare una connotazione 
religiosa alla comunità del SL. :) Semplicemente ci sono dei volontari che 
seguono un progetto di libertà: ho sintetizzato il tutto utilizzando in 
chiave allegorica i termini "missionari" ed "evangelizzazione".
Avrei potuto parlare di "pasticcini" e "pasticceria", senza per questo dare 
una connotazione culinaria alla comunità del SL. :) 

 

>> >	La condivisione dei valori della liberta' avverra' da parte di
>> >	sempre piu' gente, ma quello che guidera' l'accettazione da parte
>> >	del mercato saranno i prezzi. Questo e' il motivo della diffusione
>> >	di Linux oggi nel mondo business, e non penso che in futuro 
>> >	cambiera'. 
>> 
>> 
>> Se ne facciamo una questione di prezzo, adottiamo le logiche di mercato 
>> come parametro di diffusione di un'idea. Non è la strada migliore per 
>> diffondere un'idea, è forse la strada migliore per diffondere Linux. 
> 
> 	Noi non ne facciamo una questione di prezzo, ma loro
> 	(HP, Oracle, IBM, ...) si. E loro diffondono, eccome se lo fanno!

Mi meraviglierei del contrario. :/ 

 

>> >	La domanda che facevo e': la community che sostiene i valori sara'
>> >	sempre necessaria o qualcuno pensera' un giorno che non serve piu'
>> >	e che i processi economici saranno sufficienti a portare avanti il 
>> >	discorso Open Source? 
>> 
>> Appunto, una cosa è un prodotto una cosa è un'idea.
>> Io credo che ci sia già chi pensa che i processi economici saranno 
>> sufficienti a portare avanti il discorso Open Source: ma non mi pare che 
>> questo possa influenzare l'esistenza o meno della community. 
> 
> 	Speriamo. 
>  
>> >	Personalmente penso che non sia possibile prescindere dalla 
>> >	community FS, ma forse piu' per motivi estetici che etici: al 
>> >	programmatore-artigiano piace mostrare il suo lavoro e scambiare
>> >	codice, piu' che tenere ai valori della liberta' e alle relative 
>> >	conseguenze. 
>> 
>> Questa credo sia una tua opinione. :) Ma se hai documentazione sarebbe 
>> interessante vederla. 
>  
> 
> 	Certo. Il problema e' che gli studi sulle motivazioni sono 
> 	fin troppi, e a seconda del punto di vista e della comunita'
> 	osservata vengono fuori dati leggermente diversi. Qui sotto
> 	troverai quelli piu' recenti che sono riucito a trovare, ad
> 	eccezione di Raymond,2000. 
> 
> 	Sembra ci sia una certa concordia nel ritenere gli 
> 	effetti sociali come centrali nella motivazione:
> 	- riconoscimento personale in una comunita' di pari,
> 	- appartenenza a una comunita' con valori condivisi,
> 	- benefici economici.
> 	Se non sistematicamente allo stesso livello, anche 
> 	gli aspetti che riguardano il piacere di programmare
> 	e condividere codice bello e non solo funzionale vengono 
> 	presi in considerazione:  qualcuno le chiama addirittura 
> 	motivazioni edonistiche, altri "homo ludens payoff" o 
> 	"esercizio creativo". 
> 
> 	Ho programmato poco in vita mia, ma per quel poco
> 	condivido questo quadro. 
> 
> 	Le motivazione strettamente etiche, quali "fare del bene
> 	al prossimo", "il codice deve essere libero" nascono, a mio
> 	personalissimo avviso, dopo una presa di consapevolezza rispetto 
> 	ad atti piu' istintivi, quali il piacere di programmare e di 
> 	essere riconosciuto come bravo. Nascono dopo aver capito
> 	l'importanza di quello che si sta facendo e dei benefici
> 	che possono nascerne per gli altri. Senza trascurare il 
> 	mancato piacere di poter fare qualcosa di bello, appagante
> 	e utile se il codice viene chiuso (questo vale per le motivazioni
> 	di RMS stesso, no?) 
> 
> 	ciao
> 		Alberto 
> 
>  
> 
> Citazioni sparse, tutte reperibili da opere online:

Alcuni documenti che riporti li conosco, sono interessanti. Pensi che siano 
dati universali o che servano ad individuare soprattutto il fenomeno 
statunitense? 

 


> **** La cattedrale e il bazaar - 2000 di Eric S. Raymond - Traduzione italiana a cura di Bernardo Parrella
 

> La "funzione utilitaristica" che gli hacker di Linux vanno massimizzando 
> non è economica in senso classico, quanto piuttosto espressione 
> dell'intangibile, egoistica reputazione e soddisfazione che si 
> guadagna tra gli altri hackers. (La loro motivazione potrebbe essere 
> definita "altruista", ma ciò significherebbe ignorare il fatto che 
> a ben vedere l'altruismo stesso altro non è che una forma di soddisfazione 
> egoistica). In realtà le culture del lavoro volontario che funzionano in 
> tal modo non sono così rare; un'altra cui ho preso parte a lungo è quella 
> dei fan della fantascienza, che al contrario del giro hacker riconosce 
> esplicitamente come motore propulsore dietro tale attività volontaria 
> proprio il cosiddetto "egoboo" (l'esaltazione della reputazione 
> individuale tra gli altri fan).  
> 
> 
> **** Intrinsic Motivation in Open Source Software Development Jürgen Bitzer, Wolfram Schrettl und Philipp J. H. Schröder - 2004 
> 
> In particular we argue that signaling - although it can have a role in 
> explaining the involvement of programmers in mature and famous OSS projects -
> rarely features among the motives of those who start up OSS projects. 
> Instead we rely on a set of predominantly intrinsic motives that have been 
> discussed in the wider OSS literature: (a) user programmers that actually 
> need a particular software solution, (b) the fun of play or mastering the 
> challenge of a given software problem, i.e. homo ludens payoff, and 
> (c) the desire of belonging to the gift society of active OSS programmers. 
> In particular the latter two motives, though widely acknowledged in social 
> the sciences in general, are often ignored in economics, yet carry important 
> insights for the case at hand. 
> 
> 
> **** Epistemic Communities, Situated Learning and Open Source Software Development By Kasper Edwards -  Department of Manufacturing Engineering and Management, Technical University of Denmark 
> 
> In this paper, I propose that part of the understanding of the open source software phenomenon should be found in the communities, which develop open source software. 
> [...]
> Validity tests are an important part of open source software development. Different solutions are evaluated using two criteria: 1) Performance and 2) Beauty.
> [...]
> Beauty is an elusive term used by all the developers, I have had the pleasure of interviewing. When discussing how the developers decided for themselves what is a good solution to a problem, the answer was  It looks good ,  It is beautiful , and  It is nice . When trying to understand what was behind these esoteric statements, words like simplicity, clarity and logic were mentioned.
> [...]
> Most projects, particularly the kernel, are very keen on implementing good solutions and lot let badly written code pollute the long-term viability of the project. 
> 
> 
> **** THE IMPACT OF IDEOLOGY ON EFFECTIVENESS IN OPEN SOURCE SOFTWARE DEVELOPMENT TEAMS -  Katherine J. Stewart (kstewart a rhsmith.umd.edu) - Department of Decision and Information Technologies R. H. Smith School of Business University of Maryland - working paper 
> 
> Results supported the main thesis of the paper that adherence to the ideological tenets of the open source community enable effectiveness in OSS development teams. In addition to supporting several specific hypotheses regarding both direct and indirect effects of OSS norms, beliefs, and values on OSS team effectiveness, the analysis revealed some unanticipated findings regarding the underlying structure of the OSS ideology and potential negative results that may obtain from adherence to some ideological tenets. 
> 
> 
> **** Altruistic individuals, selfish firms? - The structure of motivation in Open Source software Andrea Bonaccorsi, Cristina Rossi - Sant Anna School of Advanced Studies Institute for Informatics and Telematics (IIT) 
> 
> this paper compares our data on firms  motivations with data emerging from surveys made on individual programmers. Our objective is to analyse the role played by different classes of motivations (social, economic and technological) in determining the involvement of different groups of agents in Open Source activities.
> [...]
> We find significant differences between the set of motivations of individuals and those of firms. In particular, firms emphasise economic and technological reasons for entering and contributing to Open Source and do not subscribe to many socially-based motivations that are, by contrast, typical of individual programmers. While one might expect these differences, it is interesting to observe that the more pragmatic motivational profiles of firms are accepted in the Free Software community, provided firms comply with the rules of the community. This means that the organisation of Open Source production is robust to a variety of motivations. Business motivations apparently do not destroy the community but on the other hand tend to reinforce it.. 
> 
> Why Hackers Do What They Do: Understanding Motivation and Effort in Free/Open Source Software Projects 1 By Karim R. Lakhani* and Robert G Wolf ** *MIT Sloan School of Management | The Boston Consulting Group <karim.lakhani a sloan.mit.edu> **The Boston Consulting Group <wolf.bob a bcg.com> 
> 
> The most important findings in our study relates to both the extent and impact of the personal sense of creativity developers feel with regard to their F/OSS projects. A clear majority (>61%) stated that their focal F/OSS project was at least as creative as anything they had done in their lives (including other F/OSS projects they might engage in). This finding is bolstered by the willin gness of a majority of survey participants willingness to dedicate additional hours to hacking and, consistent with a state of flow, the observation of frequently losing track of time while programming. These observations are reinforced by the similar imp ortance of these creativity-related factors for both volunteer and paid contributors.
> [...]
> The only significant determinants of hours per week dedicated to projects were (in order of magnitude of impact): · enjoyment-related intrinsic motivations in the form of a sense of creativity, · extrinsic motivations in form of payment, and · obligation/community -related intrinsic motivations.
> [...]
> Therefore, work on the F/OSS projects can be summarized as · a creative exercise · leading to useful output · where the creativity is a lead driver of individual effort. 
> 
> **** Motivation of Software Developers in Open Source Projects: An Internet-based Survey of Contributors to the Linux Kernel - Guido Hertel Sven Niedner Stefanie Herrmann University of Kiel 
> 
> The main motivational factors were (a) a more general identification factor as Linux user, (b) a more specific identification factor as a Linux developer or with a Linux subsystem, (c) pragmatic motives related to the improvement of one s own software and career advantages, (d) norm-oriented motives related to reactions of relevant others (family, friends, colleagues), (e) social and political motives related to supporting independent software and networking within the Linux community, (f) hedonistic motives such as pure enjoyment of programming, (g) and motivational obstacles related to time losses due to Linux-related activities
> [...]
> In conclusion, the present study has contributed to our understanding of motivational processes in OSS projects and has revealed various motivational forces that contribute to a person s willingness to engage in such projects both at the community level as well as at the team level. The motivational forces are in accordance with existing models of voluntary action and virtual teamwork.
 




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