[Discussioni] Ordine del Giorno del Comune di Torino contro i brevetti di software
Marco Ciurcina
ciurcina a studiolegale.it
Mer 15 Dic 2004 23:53:57 CET
Nella riunione dello scorso 6 dicembre il Consiglio del Comune di Torino
ha approvato un ordine del giorno contro i brevetti di software
http://www.comune.torino.it/delibere/2004/2004_09433.html
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Consiglio Comunale
2004 09433/002
CITTÀ DI TORINO
ORDINE DEL GIORNO
Approvato dal Consiglio Comunale in data 6 dicembre 2004
OGGETTO: BREVETTI DI SOFTWARE.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO CHE
- l'art. 52 della Convenzione Europea dei Brevetti, l'art. 12 della
legge italiana sui brevetti, così come le norme nazionali degli altri
Stati membri dell'Unione Europea, vietano la brevettazione dei software
in quanto tali;
- l'Ufficio Europeo dei Brevetti ha rilasciato negli ultimi anni
oltre 30.000 brevetti di software adottando una interpretazione
restrittiva del divieto di brevettare software previsto dall'art. 52
della Convenzione Europea dei Brevetti;
- mentre la giurisprudenza di alcuni Stati europei ha ammesso la
brevettabilità del software, la giurisprudenza della maggioranza degli
Stati dell'Unione Europea, tra i quali l'Italia, continua a ritenere
un'interpretazione delle norme più aderente alla lettera delle stesse e
non ammette i brevetti di software;
- nel tentativo di armonizzare il quadro normativo, la Commissione
dell'Unione Europea, il 20 febbraio 2002 presentava una proposta di
direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alla
brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori
elettronici (n. Com (2002) 92 definitivo) che, nella sua formulazione
originaria, ammetteva la brevettabilità dei software. Il Parlamento
dell'Unione Europea, il 24 settembre 2003, votava degli emendamenti che
modificavano profondamente l'impianto della proposta della Commissione,
disegnando un quadro normativo nel quale si chiariva il divieto di
brevettare i software;
- l'adozione della Direttiva avviene attraverso procedura di
codecisione, che prevede la partecipazione ed il voto sia del Parlamento
che del Consiglio;
- il 17 maggio 2004 il Consiglio dell'Unione Europea esprimeva
accordo politico su una posizione comune con la quale si approvava un
testo della Direttiva che azzerava il risultato del voto democratico
espresso dal Parlamento Europeo;
- successivamente, dietro pressione del proprio Parlamento
nazionale, l'Olanda ritirava la propria dichiarazione di voto nel
Consiglio Europeo, seguita anche dall'Estonia;
PRESO ATTO CHE
- Il Consiglio Comunale con mozione del 10 febbraio 2003 (mecc. 2002
09590/002) dal titolo "Software libero" ha preso atto del fenomeno del
software libero;
- lo scorso 17 maggio 2004, il Governo Italiano, non ha votato a
favore del testo di Direttiva approvato dal Consiglio dell'Unione
Europea;
CONSIDERATO CHE
- nel corso del dibattito in Assemblea Plenaria che ha preceduto il
voto del 24 settembre 2003, molti tra i Parlamentari che hanno preso la
parola riconoscevano il valore sociale della grande partecipazione
popolare ed interesse che i lavori di questa direttiva hanno suscitato;
- l'art. 27, I comma della Carta Universale dei Diritti dell'Uomo
stabilisce che "ogni individuo ha il diritto di partecipare liberamente
alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di
partecipare del progresso scientifico e dei benefici che da questo
risultino";
- il fondamentale diritto umano è ribadito dall'art. 15 del Patto
Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali;
- la Sottocommissione per la Promozione e Protezione dei Diritti
Umani dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani
con Risoluzione 2000/7 e Risoluzione 2001/21 ed il Comitato sui Diritti
Economici, Sociali e Culturali con la dichiarazione sui Diritti Umani e
la Proprietà Intellettuale del dicembre 2001 resa in occasione della
conclusione della sua 27a sessione, confermano che il diritto dei
brevetti deve essere limitato dall'interesse pubblico e deve rispettare
i Diritti Umani;
CONSIDERATO ANCORA CHE
I brevetti di software:
- incentivano la naturale tendenza monopolistica del mercato del
software favorendo le imprese dominanti ed offrendo loro nuovi strumenti
di esclusione dei concorrenti dal mercato;
- danneggiano le PMI e gli sviluppatori indipendenti, incapaci di
far fronte agli alti costi di brevettazione e di contenzioso;
CONSIDERATO INFINE CHE
ammettere i brevetti software senza alcuna prova che questi incentivano
e beneficiano la società comporta il rischio, fra l'altro, di
danneggiare se affidati a pure meccaniche di mercato, l'intero comparto
della ricerca avanzata a livello europeo determinando un indebilimento
complessivo della capacità industriale e produttiva delle aziende
europee ai concorrenti, in particolare alle società statunitensi;
ESPRIME
la propria opzione per un modello di società fondato sui valori della
libertà, della solidarietà , della parità di opportunità particolarmente
nel settore della ricerca ed innovazione tecnologica e della conoscenza
in generale;
INVITA
- il Governo Italiano a perseverare nella linea espressa di
opposizione all'ammissibilità dei brevetti di software;
- le Istituzioni Europee a considerare con attenzione le
implicazioni non solo economiche, ma anche sociali e culturali della
scelta relativa all'adozione o meno dei brevetti di software."
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Marco Ciurcina <ciurcina a studiolegale.it>
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