Presunte licenze favoriscono veri brevetti (was Re: [Discussioni] Liberi di essere maleducati?)

Roberto Galoppini galoppini a acmesolutions.it
Gio 16 Dic 2004 16:04:17 CET


dario negri wrote:
>> Giacomo Cosenza scrive:
>> Possibile che mentre nel sw si va verso gli standard aperti nelle 
>> licenze si debba andare verso "il particolare", addirittura "il 
>> nazionale"?
> 
> 
> Sostituire il generale con il particolare è certamente un limite, ma 
> aggiungere il particolare al generale no: se ho ben capito, Parisi ha 
> parlato di due canali, uno internazionale ed uno nazionale (nazionale 
> non significa "una nazione" ma "tante nazioni", ognuna con il proprio 
> assetto giuridico): l'uno aiuta l'altro. E' per questo motivo che, ad 
> esempio, licenze come le Creative Commons vengono adattate ai sistemi 
> giuridici di "tutto il mondo": affinché possano venire incontro alle 
> esigenze particolari e dunque essere utilizzate dal maggior numero di 
> persone.
> La complicatezza è un problema che non va confuso con la complessità, 
> che è un valore: i sistemi giuridici e gli interessi delle persone sono 
> certamente complessi e necessitano di soluzioni complesse.
> Vedere alcune licenze come *alternative* ad altre significa non cogliere 
> l'elemento della *complementarità*. A mio giudizio è un'ottica miope che 
> lascia campo all'esportazione/imposizione di un modello unico che da una 
> parte lascia interessi legittimi insoddisfatti e dall'altra crea 
> problemi di adattabilità.

In linea di principio il suo ragionamento è corretto ma.. il software, 
ed in particolare il software libero, proprio per  le libertà concesse 
che lo caratterizzano permette l'innovazione incrementale, e questo 
cambia tutto.
Le licenze copyleft, di cui la GPL è il caso più noto e diffuso (con
oltre il 70% del SL mondiale), come ben saprà non possono essere
sostituite a posteriori, ergo per usare un patrimonio di migliaia e
migliaia di programmi già disponibili con tali licenze occorre adottare
quelle originariamente scelte dall'autore.

Certo, se devo realizzare un programma completamente ex novo, posso
scegliermi una licenza qualunque, non a caso IBM, Sun ed Apple, solo per
citarne alcune, hanno realizzato la loro, ma come vede il rapporto di
causalità è inverso (ho qualcosa da licenziare => scelgo o creo la
licenza). Ciò non toglie che come "esercizio di stile" sia
possibile prodursi nella creazione di una, mille, centomila licenze, e,
soprattutto per chi poco dotato nella più discreta ma certo non meno
affascinante arte degli origami, la combinatoria queneauiana è una
valida alternativa, come appare evidente dal numero di appassionati
enigmisti presenti su questa lista - che poi nessuno usi tali licenze
poco importa, parafrasando la Stein: un gioco è un gioco è un gioco.

Peccato che mentre qui si gioca, altrove
http://swpat.ffii.org/lisri/04/cons1215/index.en.html facciano sul
serio, ed abbiano deciso di far passare la direttiva sulla
brevettabilità come item A (niente discussione e niente voto),
nonostante gli sforzi di chi, come Marco Ciurcina, Renzo Davoli,
Francesco Potortì, Alfonso Gambardella ed il sottoscritto si sono
coordinati in queste ultime ore per fare pressioni sul nostro deputato
italiano, senza riscuotere purtroppo quasi nessuna attenzione da questa
lista, distratta, in gran parte suo malgrado, da inutili, anzi dannose 
visto il risultato distraente, discussioni off-topic.

Che peccato, per scegliere il colore della carta da parati di una casa 
virtuale che magari nessuno abiterà mai, non ci siamo accorti che ci 
stavano pignorando i mobili di casa, quella in cui abitiamo.

Attenzione..

Rob Galop



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