[Discussioni] (fwd) [copyDOWN] Un diverso approccio possibile alla lotta contro i brevetti (by Zmag/it)

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Lun 23 Feb 2004 19:50:04 CET


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Subject: [copyDOWN] Un diverso approccio possibile alla lotta contro i brevetti (by Zmag/it)
Date: Wed, 18 Feb 2004 16:34:44 +0100

8 gennaio 2003
 ZNet-It

 Qualcosa di nuovo nel Free Software
 Un diverso approccio possibile alla lotta contro i brevetti

 miradarebelde



 La propriet=E0 intellettuale e la sua difesa sono diventati il terreno d=
i
 scontro ed espansione privilegiato del capitale.

 Nel nord del mondo, il fattore produttivo centrale =E8 la conoscenza, ch=
e
 assume la forma sia di prodotti tecnologici e know-how sia di
 informazione e di metodi organizzativi della produzione. Dal nord del
 mondo partono le direttive ed i controlli sui processi produttivi verso

 il sud del mondo dove si concentra ... la produzione effettiva dei beni
 materiali.(1)

 Il brevetto risponde appunto all'esigenza di trasformare la conoscenza,
 di per s=E9 un bene che pu=F2 essere 'scambiato' illimitatamente, in una
 risorsa scarsa, soggetta quindi agli stessi meccanismi di controllo e
 sfruttamento imposti dal mercato sulle merci tradizionali.

 =C8 per questa ragione che la liberazione della conoscenza dalle catene
 cui la vorrebbe costringere il mercato =E8 un tema centrale nella
 questione della giustizia globale.

 Ci=F2 che =E8 necessario, come primo passo per guadagnare posizioni di
 sempre maggior forza, =E8 un modello alternativo di protezione della
 propriet=E0 intellettuale che incorpori un meccanismo in grado di impedi=
re
 che lo sfruttamento commerciale della conoscenza si tramuti da un lato
 in un fattore di ostacolo al suo ulteriore sviluppo, dall'altro in un
 veicolo di monopoli invisibili.

 Uno dei modelli cui si guarda con maggior interesse =E8 quello del free
 software, o la variante dalla filosofia meno radicale nota come open
 source. Entrambi questi modelli, a prescindere dalle differenze
 filosofiche e pratiche che li distinguono, non annullano il concetto di
 copyright ma ne costituiscono un'evoluzione che pur consentendo lo
 sfruttamento commerciale del software impedisce che la conoscenza insita
 in esso sia oggetto di appropriazione esclusiva da parte di chicchessia.

 Free software e open source hanno dimostrato di essere modelli concreti
 per lo sviluppo software, efficienti ed efficaci, con i fatti: da loro
 nascono i progetti GNU e Linux, che assieme formano un intero sistema
 operativo le cui caratteristiche in termini di performance, robustezza e
 sicurezza sono di gran lunga superiori a quelle del suo principale
 concorrente, Microsoft Windows, nelle sue varie incarnazioni.

 Semplificando all'estremo, questi modelli prevedono che il software
 venga reso disponibile a chiunque nella sua forma 'comprensibile
 all'uomo', il cosiddetto codice sorgente,() e che chiunque possa
 modificarlo e poi rimetterlo in circolazione alle stesse condizioni. Ci=F2
 ha fatto s=EC che attorno al software libero, ovvero all'open source,
 nascessero comunit=E0 di migliaia e migliaia di programmatori in grado,
 per l'appunto, di realizzare un'impresa che nessuno avrebbe detto prima
 realizzabile.

 Ad uno sguardo pi=F9 accurato, per=F2, risulta chiaro che questi modelli=
,
 oltre a creare una sorta di nicchia, un'oasi verde in cui la conoscenza
 =E8 effettivamente messa a comune, non hanno alcun potere per incidere
 sulle dinamiche reali che regolano il mercato della conoscenza in campo
 informatico. Al contrario, offrono alle multinazionali dell'informatica
 un serbatoio di librerie, programmi e ambienti di sviluppo che queste
 possono liberamente riusare nei loro prodotti, con grandissimo risparmio
 in termini di costi di sviluppo e manutenzione, senza dipendere da
 soluzioni proprietarie di altri produttori() e senza tema di veder
 ridotto il loro potere di controllo e monopolio.

 Cerchiamo di capire il perch=E9 considerando due casi specifici.

 Supponiamo che un'azienda voglia sviluppare un prodotto software per il
 commercio elettronico o l'e-banking e nel far ci=F2 usi software libero,
 per esempio librerie per la compressione dati, criptografia,
 elaborazione delle immagini, elaborazione linguistica, comunicazione
 distribuita e via dicendo. Le condizioni cui questa azienda dovrebbe
 ottemperare per essere legittimata a farlo, nel rispetto del 'diritto'()
 ma come si vedr=E0 non della filosofia del software libero, si riducono =
a
 rendere il codice sorgente del software liberamente accessibile a
 chiunque.

 Ci=F2 potrebbe sembrare a prima vista sufficiente a garantire l'effettiv=
a
 condivisione della conoscenza, come accade di fatto quando la filosofia
 del software libero sia davvero rispettata. Esiste per=F2 un semplicissi=
mo
 stratagemma cui si pu=F2 ricorrere per evitarlo: il brevetto di un
 qualsivoglia algoritmo che il software sviluppato dall'azienda
 implementi. In questo modo, bench=E9 liberamente accessibile,
 l'informazione contenuta nel codice sorgente sarebbe effettivamente di
 esclusiva propriet=E0 del produttore e non utilizzabile da nessun altro.
 Qualunque software implementasse quell'algoritmo, pur essendo ci=F2
 compatibile con e ammesso dal modello del free software, infrangerebbe
 il brevetto.

 Consideriamo un altro caso particolarmente rilevante: quello dei sistemi
 che combinano software e hardware, per esempio una stampante, un
 palmare, o un qualunque dispositivo avanzato in grado di dialogare con
 altri, le cosiddetti periferiche intelligenti.

 In questo caso, la chiave di tutto sta nell'hardware, non soggetto ai
 vincoli del software libero e che pu=F2 essere senz'altro brevettato: =E8
 sufficiente che il software sviluppato dall'azienda sia strettamente
 dipendente dall'hardware per rendere impossibile il suo riutilizzo a
 qualunque livello.

 Il controllo privato sulla conoscenza risulta in questo modo attivamente
 preservato, nonostante si faccia uso in tutti questi sistemi di software
 libero. Di fatto, in moltissimi casi i dispositivi avanzati prodotti
 dalle multinazionali dell'information technology includono, in un modo o
 in un altro, software libero. Spesso ci=F2 si spinge fino al punto di
 incorporare ed usare l'intero sistema Linux. Ciononostante, gli
 algoritmi, le tecniche e la conoscenza specifiche racchiuse in quelle
 applicazioni restano di fatto assolutamente proprietarie.

 In definitiva, se si considera la capacit=E0 di questi modelli di influi=
re
 sulle dinamiche che sottendono la privatizzazione della conoscenza, essi
 mostrano il limite fondamentale di non riuscire ad alterare il vero
 rapporto di forza esistente, a dispetto di tutto il clamore e
 l'aspettativa attorno ad essi.

 =C8 anche per questo che al centro della battaglia contro la
 privatizzazione della conoscenza nel campo del software =E8 la campagna
 contro i brevetti sugli algoritmi. Questa campagna ha due limiti
 fondamentali:

 non pu=F2 nulla per risolvere il problema dei sistemi che combinano
 hardware e software, estremamente pi=F9 diffusi e strategici in
 prospettiva futura;

 ma soprattutto riporta la battaglia all'interno del classico modello
 della pressione popolare per ottenere modifiche legislative o migliori
 regolamentazioni, affidandosi nella sostanza ad una classe politica
 illuminata che voglia prendere in seria considerazione delle istanze
 provenienti dal basso.

 In questo senso, il modello stesso si rivela di per s=E9 incapace di
 produrre una trasformazione delle dinamiche cui si oppone.

 Qualcosa di nuovo, per=F2, sta comparendo all'orizzonte e potrebbe
 rinvigorire la capacit=E0 intrinseca di free software e open source di
 alterare le dinamiche del mercato della conoscenza in campo software.

 La cosa si pu=F2 spiegare facendo riferimento al tentativo concreto in
 corso per ridefinire un nuovo modello di licenza per il server web pi=F9
 diffuso sul pianeta, Apache. La proposta attuale per la versione 2 della
 licenza prevede che chiunque usi il software Apache rinunci al diritto
 legale di sollevare un contenzioso in materia di brevetti rispetto a
 qualsiasi parte di Apache stesso. Ci=F2 significa che gli sviluppatori d=
i
 Apache hanno la libert=E0 di implementare qualunque brevetto detenuto
 dagli utilizzatori di Apache.

 Questa clausola pu=F2 essere vista come una sorta di principio di
 reciprocit=E0: se tu (tipicamente le multinazionali o le imprese di
 sviluppo software che usano Apache per ogni genere di sistemi ed
 applicazioni) ti servi del sapere incorporato nel mio software, allora
 io (cio=E8 l'intera comunit=E0 di utenti Apache) ho il diritto di servir=
mi
 del sapere incorporato nel tuo. =C8 un principio semplicissimo che impon=
e
 il rispetto della filosofia che sta alla base del free software
 attraverso una pi=F9 accorta definizione delle clausole legali che ne
 consentono l'uso.

 Si tratta ovviamente di un esempio, di un primo passo e di un cammino
 che potrebbe restituire al free software il potenziale che sperava di
 avere in quanto mezzo per cambiare l'equilibrio di forze nel campo del
 software per spostarlo a favore della condivisione della conoscenza e
 combatterne la privatizzazione.

 =C8 per=F2 anche un modello che potrebbe essere applicato in altri campi=
, in
 particolare quello dei saperi tradizionali delle popolazioni indigene di
 tutto il mondo che vengono quotidianamente saccheggiati dalle
 multinazionali. Potrebbe essere un grandioso progetto collettivo di
 scoperta e riscoperta dei saperi tradizionali, per sottrarli allo stesso
 tempo al furto da parte delle multinazionali e imporre a queste ultime
 condizioni speciali per il loro uso. Potrebbe essere il primo passo per
 riappropriarci di ci=F2 che =E8 nostro.


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 () Alessandro Ammetto, Le nuove recinzioni alla vita. (torna al testo)=20
() Il codice sorgente si contrappone al codice macchina, cio=E8 il
 software in forma utilizzabile, che non =E8 n=E9 leggibile n=E9 modifica=
bile
 dagli esseri umani. La regola vuole che i produttori di software
 rilascino esclusivamente il codice macchina e si tengano stretto il
 codice sorgente. (torna al testo)

 () Molto spesso le aziende sfruttano il controllo totale che hanno sul
 proprio software in maniera da legare indissolubilmente a s=E9 terze par=
ti
 che lo usino nei loro prodotti. Ci=F2 comporta una forte dipendenza per
 queste terze parti che non esiste quando si usi software libero. (torna
 al testo)

 () Questo piano del diritto =E8 definito dalle cosiddette licenze d'uso
 del software, che stabiliscono a quali condizioni e con quali
 restrizioni =E8 ammesso l'uso del software stesso. (torna al testo)


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