[Discussioni] [Fwd: Ticket biblioteca/diritti d'autore]

Leonardo Boselli leo a dicea.unifi.it
Mer 25 Feb 2004 21:41:02 CET


Il 25 Feb 2004 alle 13:15 Carlo Strozzi immise in rete
> > Mi sembra che la richiesta di un pagamento a fronte di un prestito
> vada contro il diritto che si chiama "condivisione democratica di beni".
>  Questa definizione l'ho letta nelle pubblicazioni di una ass. cult. qui di
> Siena che gestisce una biblioteca multimediale. Non so quanto sia
> corretta o inventata.

Non è scorretta, ma chiaramente parlando di proprietà intellettuale non 
possiamo negare che isa stata "inventata" da qualcuno. La 
giuistapposizione delle parole non ritengo probabile sia venuta a caso.
Quello che conta è che sia corretta.

Qui andiamo a discutere di come e quanto debbano essere pagati i diritti 
agli autori e agli editori.
distinguiamo in tre casi:
 A: che l'autore abbia fatto l'opera per lucro;
 B. che l'autore abbia fatto l'opera nell'interesse comune 
 C. che l'autore abbia fatto l'opera perché costretto
(il terzo caso non è infrequente ... mi vengono in mente i casi dei poeti 
che pubblicano per vanità, o quei ricercatori che pubblicano per avere 
punteggio a concorsi, o quegli enti che pubblicano qualcosa per obbligo 
di legge)

Consideriamo anche una delle basi del commercio civile: Le offerte non 
discriminatorie. (per inciso: la clausola non discriminatoria è parte 
essenziale delle licenze free) Vale a dire che non puoi fare condizioni 
diverse a clienti diversi, a parità di richiesta.
Questo punto è essenziale.

Si applica sia ai libri che al SW. Sei libero di vendere una cosa a 
qualsiasi condizione, ma le condizioni debbono essere uguali per tutti.

A essere sinceri non c'è una regola che non ti permetta di vendere un 
libro "ad uso".
Ossia un tanto per ogni lettura. Ci sarebbe anche chi ne sarebbe 
volentieri, pensa a un romanzo, lo leggi una volta e poi ? una volta che 
sai come è andato a finire difficilemnte lo rileggi. Pagarlo la metà o meno 
non ti dispiacerebbe.
Ma potrebbe anche piacerti, e allora lo vorresti comprare, magari peer 
scambiarlo.
Dovrebbero fare quindi due versioni di vendita, una "per una lettura" 
l'altra per chi invece lo vuole tenere. La prima magari venduta on-line, la 
seconda in libreria ....
Ma qui entra in campo un altra cosa: il c.d. "fair use" .
È da tanto tempo ormai che chi acquisisce un a opera acquisce il diritto 
di utilizzarla e di cederla liberamente.
Quindi questo va considerato come diritto acquisito, anche perché 
chiedere di far pagare per il diritto di sub-cessione creerebbe tanti di 
quei problemi ...
Ad esempio: chi ha acquisto un libro lo ha acquisto col diritto di prestarlo, 
e di cederlo a titolo oneroso o meno. Tale diritto acquisito non può venire 
meno. La legge per il diritto di autore prevede che l'autore debba essere 
interpellato in caso di cambiamento del prezzo di vendita,, cosa accade 
se un autore decide che quel suo libro non deve essere sottoposto a 
diritti successivi ? che ognuno dovrebbe tenere un registro che per ogni 
opera indichi la data di acquisizione e se è o no soggetta al balzello ?
Posso accettare che questo avvenga per le biblioteche che effettuano il 
prestito a scopo di lucro (chiamiamoli "noleggiatori") ma per chi non lo fa 
a scopo di lucro, come si può chiedere ?
Chiaramente per i privati deve restare tutto come ore, oltrimenti come fai 
a controllare ? e quindi come faresti nel caso che il privato ceda in 
comodato il libro a una biblioteca che fa il prestito gratuito ?

Da una parte è giusto che l'autore venga remunerato, se ha fatto il lavoro 
a tale scopo, ma la cosa non deve essere applicata indiscriminatamente. 
E se ogni autore decidesse , operta per opera, di indicare se la sua 
opera la vuole "con retribuzione permanente"o meno ?
Nel primo caso sarebbe dovuto un diritto, nel secondo no.
Un'altra cosa: come calcolare il diritto ? non certo in base al prezzo di 
copertina, in quanto a libri diversi fanno capo valori di autore diversi, un 
libro che per sua natura dovesse essere stampato a sei colori su carta di 
grande formato, ma che  abbia richiesto un minimo impagno all'autore 
(ad esempio certi libri di architettura) ha una grossa percentuale del 
valore a livello "intrinseco" (per intendersi: il grosso va allo stampatore).
In un romando paperback invece il valore principale è il contenuto, il 
supporto ha un valore trascurabile. Ovvio che nel primo casop si 
potrebbe anche guungere a avere una retribuzione minore.
Ma chi lo decide ? altro motivo per non adottare simili misure.
(altrimenti dici: si calcola con una formula (numero di parole * k1 + 
numero di pixel delle immagine * k2 il "peso"di un libro e si atrtribuisce 
tale valore all'autore ... le opere migliori saranno premiate da una 
maggiore lettura )

Infine due cose che nessuno ha detto:
  1. non è che lo scopo sia di fare introitare più soldi agli editori maggiori 
a danno degli altri ? perché se questo non fosse basterebbe aumentare 
un po`il prezzo del libro, dando tutto all'autore, e se quanto di più 
andasse veramente all'autore farebbe meno schifo, in quanto sarebbe 
comnun que una poartita di giro.
  2. La quota fissa in base al peso potrebbe avere senso per opere di 
basso prezzo (di nuovo l'esempio del paperback) dove effettivamente la 
alternativa sarebbe quella di acquistare il libro, non certo per opere di 
pregio, magari utilizzate solo per casi particolari, dove in gnere se non la 
trovi in biblioteca, non vai a comprarla.
e una \che hanno detto diversi, che riporto con parole diverse:
 3. L'importo potrebbe essere minimo, del tipo 1 centesimo per ogni 
10000 parole  di testo , tale da essere sopportoato dal bilancio della 
biblioteca (e non credita che sia poco: per un libro che va a giro 
rappresenta una percentuale non trascurabile per l'autore, se tutto va a 
lui) oppure il 3% dei diritti pagati all'autore all'origine .... resta il problema 
del registrare il tutto.per non rischiare di fare la stessa cosa che accade 
per la musica.
ma siamo sicuri poi che il costo di gestione non sia superiore al diritto ?
infine:
 4. o non si potrebbe semplicemnte prevedere che per il libri venduti alle 
biblioteche spetti in misura doppia il diritto di autore (a carico dello 
sconto che viene spesso fatto alle biblioteche)  ? In quato modo si 
eviterebbero tutte le spese di registrazione e si sarebbe qusi centi che i 
soldi andrebbero al vero autore (e molto prima ...)


--
Leonardo Boselli
Nucleo Informatico e Telematico del Dipartimento Ingegneria Civile
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