[Discussioni] Per una Europa protagonista di una società dell'informazione sostenibile e incentrata sui diritti e sulla libera circolazione dei saperi
Marco Trotta
mrta a bfsf.it
Gio 3 Giu 2004 10:48:03 CEST
[Da pubblicare, far girare, far leggere alle/ai propri* candidat* e far
aderire. MT]
Per una Europa protagonista di una società dell'informazione sostenibile
e incentrata sui diritti e sulla libera circolazione dei saperi
La Piattaforma della Società civile verso il Summit sulla Società
dell'Informazione (Tunisi 2005), l'Associazione Il Secolo della Rete -
for a free knowledge society, l'Associazione Software LIbero, la Rete
Nazionale Ricercatori Precari promuovono un appello per le/i
candidate/i alle elezioni europee.
Crediamo che l'Europa sia oggi l'ambito pubblico di definizione di regole e
principi più importante nella realizzazione di una società
dell'informazione e dei saperi pienamente in grado di assicurare progresso
civile e benessere. Eppure, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla
definizione di leggi e direttive che spesso andavano in direzione contraria
agli interessi della collettività, dei soggetti sociali che hanno dato un
contributo rilevante a realizzarne autonomamente le prospettive migliori in
termini di diritti alla omunicazione, all'informazione, alla privacy, alla
sicurezza, alla formazione, alla ricerca e all'accesso ai saperi. Il
rischio di vedere approvata una direttiva per la brevettazione del software
col prossimo parlamento, l'IPED e la EUCD già passate con questo, la
situazione sempre più precaria nel mondo della ricerca pubblica, delle
università e più in generale di tutto il lavoro cognitivo in europa, ma
anche la legge Urbani in Italia sono esempi evidenti di una concezione
tutta orientata ad un modello di mercato dove possono sopravvivere solo i
soggetti forti e dove vecchi e nuovi diritti vengono compromessi nella
prospettiva di uno sviluppo sempre più improbabile.
Per questo chiediamo un impegno alle/ai candidate/i che si accingno a
rappresentare il paese nel prossimo parlamento europeo. Perché pensiamo che
una presa di coscienza forte e un impegno su queti temi non sia affatto
secondaria rispetto alle sfide e alle aspettative migliori di quell'Europa
diversa possibile che in tanti stanno auspicando.
Il testo dell'appello è disponibiel qui:
http://italy.peacelink.org/cris/articles/art_5108.html
L'adesione delle/dei candidate/i può essere data a
http://db.peacelink.org/forum/thread.php?id_forum=9&id=1078
Sostengono l'appello:
La Piattaforma della Società civile verso il Summit sulla Società
dell'Informazione (Tunisi 2005) - http://www.cris-italia.info
l'Associazione Il Secolo della Rete - http://www.ilsecolodellarete.it
l'Associazione Software LIbero - http://www.softwarelibero.it
la Rete Nazionale Ricercatori Precari - http://www.ricercatoriprecari.org
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Per una Europa protagonista di una società dell'informazione sostenibile e
incentrata sui diritti e sulla libera circolazione dei saperi
Appello alle/ai candidate/i per le elezioni al parlamento europeo 2004
20 maggio 2004
CLICCA QUI per aderire
http://db.peacelink.org/forum/thread.php?id_forum=9&id=1078
Spett. candidato/a
La recente approvazione di una nuova direttiva sulla proprietà
intellettuale, IP Enforcement (1), dopo la già criticata EUCD (2), la
direttiva che introduce il prestito a pagamento per le biblioteche
pubbliche (3), il rischio ancora attuale di introdurre brevetti sul
software (4) dopo una prima forte mobilitazione che l'aveva sventato (5),
ecc. sono stati fino ad oggi le tappe più evidenti e controverse della
costruzione di una e-Europe chiusa, dove la conoscenza diventa una risorsa
scarsa nelle mani di pochi, quindi di un mercato basato unicamente sulle
regole del commercio e del profitto sulla privatizzazione dei saperi.
La privatizzazione e mercificazione crescenti di questi beni comuni - al
tempo stesso saperi e beni culturali nel senso più ampio del termine, ed
anche servizi essenziali per la loro riproduzione, dai servizi sociali,
alla ricerca, alla formazione - sono assolutamente antitetici rispetto al
modello sociale ed economico dell'Europa che vogliamo. La privatizzazione
dei saperi infatti ne impedisce quella valorizzazione socio-economica a
vantaggio di tutta la collettività, che è invece la base di una società
della conoscenza solidale, aperta a tutti, innovativa, coerente con modello
europeo socialmente sostenibile. Oggi procedere in questa direzione di
crescente 'recinzione' dei saperi significa non solo la riduzione delle
libertà civili di ognuno, ma contemporaneamente una restrizione delle
opportunità di accesso al mercato (al lavoro e all'imprenditorialità) e dei
diritti sociali (a partire dalla formazione).
Quotidianamente le pratiche e le progettualità di chi usa licenze libere,
scambia e produce saperi, coopera e fa impresa, tra le comunità di
mediattivisti e di sviluppatori di software, negli enti di ricerca e nelle
università, nel tessuto produttivo e nella società civile, dimostrano che
esiste un'altra Europa, capace e responsabile, che vuole dare il suo
contributo ad uno sviluppo sociale e sostenibile della società
dell'informazione. Uno sviluppo che però rischia di essere messo in
discussione da un approccio puramente economicista e incentrato unicamente
sui principi del "libero" mercato, libero solo per le grosse multinazionali
ma non per il singolo, sempre meno cittadino e sempre più semplice
consumatore"
Nella situazione attuale, tutto questo, significa concentrazione
proprietaria nelle mani di poche major e multinazionali che, dall'altra
parte dell'Atlantico, stanno già ponendo un problema di crisi per quanto
riguarda crescita e innovazione e che qui in Europa ha già spostato più in
là gli obiettivi fissati al consiglio europeo di Lisbona 2000. Ma,
soprattutto, legislazioni speciali contro il terrorismo e sulla sicurezza,
e in Italia, esempi come la recente legge Urbani (6) o il "Data Retention"
(7), indicano che oggi più che mai si stanno mettendo in discussione
principi e diritti alla privacy, alla libertà d'espressione e di pensiero,
al libero accesso alle conoscenze, nati con l'utilizzo di massa delle nuove
tecnologie e con l'avvento della società dei saperi, proprio mentre
servirebbe una loro formalizzazione e un loro riconoscimento pieno
all'interno di un moderno stato di diritto comunitario sulla scia di quanto
già esposto dalla società civile dentro e fuori WSIS di Ginevra e al Summit
di Lione degli amministratori locali (8).
Per questo facciamo appello a voi candidate/i alle europee perché diate un
segno tangibile del vostro impegno a favore di un modello europeo
socialmente sostenibile di società dell'informazione e vi impegnate a:
* mantenere il software non brevettabile e libero da altri
dispositivi legislativi che ne possano limitare diffusione,
studio e ricerca
* tutelare il software libero come bene comune e "tesoro del mondo"
come sancito anche dall'Unesco (9)
* promuovere una direttiva comunitaria per la tutela del pluralismo
informatico nelle pubbliche amministrazioni, negli ambiti istituzionali
e di pubblico servizio e nella società civile
* promuovene direttive e strumenti legislativi a tutela delle licenze
libere, del copyleft (permesso d'autore) e del "fair use" (uso
personale) di saperi e conoscenze (10)
* dare uno slancio nuovo alla strategia di Lisbona sostenendo con forza
la libertà di ricerca e la valorizzazione dei saperi come bene comune
(11), promuovendo politiche in grado di
1. potenziare la ricerca pubblica nel suo complesso e con particolare
attenzione degli studi che - perché teorici o perché umanistici e
sociali - non trovano interesse da parte degli investitori
privati;
2. riaffermare il carattere di bene comune della ricerca pubblica,
per favorire la circolazione 'free' dei risultati della ricerca
e della formazione in Europa, e la loro non appropriabilità da
parte di terzi;
3. affermare il principio che il finanziamento privato della ricerca
e dell'università pubblica non può condizionare la libertà di
ricerca e d'insegnamento dei ricercatori;
4. contrastare la precarizzazione del lavoro cognitivo (nel mondo
della ricerca, dell'università, della formazione,
dell'informazione, dei servizi alla persona), che in modo miope
portano la competizione sul terreno della compressione dei costi
e dei diritti sociali, piuttosto che su quello della qualità,
tanto dei servizi che del lavoro;
5. affermare il carattere pubblico e comune dei beni culturali in
senso ampio, e il diritto di accesso da parte di tutti a questi
beni, come fondamento della cittadinanza europea nella società
dell'informazione e della conoscenza.
6. avviare un dibattito e un confronto all'interno della società
per formalizzare, in una carta di principi europea, una serie di
diritti alla comunicazione, all'accesso ai saperi e alla privacy
che già oggi vengono praticati da un numero sempre più crescente
di persone e sono stati rivendicati anche nella dichiarazione
finale del WSIS (12), ma soprattutto nella dichiarazione della
società civile fuori e dentro il summit (13) e nella
Dichiarazione sui Diritti di Comunicazione del World Forum on
Communication Rights (14)
7. sostenere i processi legislativi e i tavoli di confronto dove
vengono realmente chiamati tutti i soggetti portatori di
interessi sui temi più importanti della società dell'informazione
mondiale in preparazione al Summit di Tunisi e oltre; per
favorire forme di cooperazione tra paesi e politiche di
"inclusione digitale" che siano realmente a vantaggio dei
cittadini coinvolti;
Promuovono:
Piattaforma della Società civile verso il Summit sulla Società
dell'Informazione (Tunisi 2005), l'Associazione Il Secolo della Rete,
l'Associazione Software LIbero, la Rete Nazionale Ricercatori Precari
(1) http://www.softwarelibero.org/news/20030903-01.shtml
(2) http://www.softwarelibero.org/progetti/eucd/
(3) http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it/prestitogratuito/
(4) http://www.softwarelibero.it/news/20030826-01.shtml
(5) http://www.softwarelibero.it/news/20040514-01.shtml
(6) http://www.ilsecolodellarete.it ,
http://www.softwarelibero.it/news/20040504-01.shtml ,
http://mail.fsfeurope.org/pipermail/press-release-it/2004q2/000037.html
(7) http://www.ilsecolodellarete.it/ISDRWeb/doc/Dossier_ISDR_DL_Privacy.pdf
(8) http://www.cities-lyon.org
(9) http://lists.pluto.it/pipermail/pluto-annunci/2003-November/000002.html
. Si veda anche qui http://www.salpa.pisa.it
(10) http://internet.cybermesa.com/~berny/cosacopyleft.html
(11) http://www.ricercatoriprecari.org
(12) http://italy.peacelink.org/cris/articles/art_2569.html
(13) http://wsis-online.net
(14) http://italy.peacelink.org/cris/articles/art_2643.html
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