[Discussioni] [marijuana a ecn.org: Re: [cyber~rights] Come tutelare l'autore?]
George Orwell
nobody a mixmaster.it
Lun 22 Mar 2004 21:02:03 CET
messaggio interessante anche qui?
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Subject: Re: [cyber~rights] Come tutelare l'autore?
Date: Thu, 18 Mar 2004 01:20:47 +0100
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From: "william maddler" <news a maddler.net>
On Wednesday 17 March 2004 18:36, vjola80 a virgilio.it wrote:
> Parlando ad esempio di produzioni scritte, la casa editrice si
prende il
> 35% le edicole un altro 35% e il distributore il 15 %. A cosa puņ
essere
> utile in questo caso una licenza pubblica?
a favorire la libera circolazione dei saperi e la riusabilita` degli
stessi
al di fuori di una pura mercificazione degli stessi...
a parte che sono abbastanza scettico sul fatto che un autore arrivi a
prendere il rimanente 15%. Mi risulta anche che il distributore prenda
una
% molto piu` elevata del 15%... ma potrebbero esser cambiate le cose
rispetto a quello che sapevo io.
se non ti chiami camilleri o che ne so e non pagano il nome piu' del
contenuto del libro che hai scritto la quota spettante all'autore e'
generalmente quella dell'8 %. si parla di case editrici che non si
fanno pagare - e sono tante - per pubblicare un autore, ovviamente.
le edicole o librerie non sempre prendono il 35 %. la quota media si
aggira intorno al 26 % cui aggiungere le spese di spedizione o
trasporto e varie se i libri arrivano attraverso un corriere o
qualcosa di simile. quindi le distribuzioni dicono che concedono piu'
o meno il 30 % con le spese di spedizione a carico del libraio o
dell'edicolante e alla fine ti rimane + o - appunto il 26 %.
come libraio riesci ad avere una percentuale maggiore sulla vendita in
alcuni casi:
- se hai rapporto diretto con le distribuzioni che sono le vere
proprietarie - in senso reale - della maggior parte delle case
editrici (es: gruppo mondadori per mondadori, einaudi e un'altro
succulento tot di case editrici; messaggerie per feltrinelli e
un'altra trentina di case editrici; RCS o gruppo rizzoli per rizzoli,
adelphi, bompiani e un altro tot di case editrici): questo riguarda le
grossissime librerie formato standa a quattro piani che possono
garantire alla distribuzione uno stock di vendita alto e un ordine
costante ancora piu' alto e soprattutto le varie librerie-catene
mondadori, rizzoli, feltrinelli (che appunto appartiene a messaggerie
e non alla famiglia del suo fondatore).
- se baipassi le distribuzioni e tenti un rapporto diretto con le case
editrici (cosa alquanto complessa e addirittura impossibile);
- se hai prevalentemente un rapporto con le piccole case editrici
indipendenti o quasi che si accordano anche per il 40 % (ma per un
edicolante o un libraio campare di piccole case editrici mentre il
mondo intero vuole comprare i libri mondadori o simili e'
impossibile);
le piccole case editrici costruiscono rapporti diretti con edicolanti
e librai e per avere garanzia di una distribuzione piu' capillare si
affidano quasi tutte al gruppo PDE (minimum fax, stampa alternativa,
shake edizioni, deriveApprodi, malatempora, castelvecchi, la casa
editrice di jacopo fo e altre ancora), squadra piu' etica, che applica
piu' o meno lo stesso teorema sugli sconti e le percentuali per
sopravvivere alla corsa alle acquisizioni e ai monopoli dei grossi
gruppi editoriali e delle grosse distribuzioni. altre case editrici di
circuito alternativo si affidano a piccole e piu' periferiche
distribuzioni (tipo la nautilus, altre). alcune, rarissime mandano i
testi su richiesta in contrassegno. sensibili alle foglie credo sia
tra queste.
le distribuzioni grosse (mondadori, rizzoli, messaggerie) e anche la
piu' piccina e ben nota pde, devono ricavare altra percentuale di
vendita per i rappresentanti (questi ricavi vengono certamente
sottratti dalla percentuale del libraio edicolante o dalla casa
editrice - se e' piccina e non appartiene alla stessa distribuzione -
e non da quello della distribuzione) che guadagnano sulle quantita' si
ordini della stessa copia di un libro piu' che sul numero di ordini in
totale (una roba tipo: ne vendi 10 copie e se ne piazzi anche altre
tre la percentuale e' tutta tua. a natale fanno festa se sono
indipendenti) o riducendo ancora di piu' la percentuale di guadagno
del libraio/edicolante.
diciamo dunque che la percentuale che ricavera' la distribuzione
dipende da un solo fatto: piu' e' grossa e piu' guadagna.
una grossa distribuzione come mondadori, rizzoli (entrambe tutte o in
gran parte di berlusconi) e feltrinelli possiedono anche librerie
(dove pagano solo impiegati), studi grafici, squadre di traduttori,
tipografie, etc etc. questo permette loro di abbattere i costi sino a
ridurli al costo di + o - 1 euro di spesa a libro e forse anche meno.
su un libro che costa 16 euro, 3.50 euri circa vanno (al lordo non al
netto perche' si impiegano per pagare tutte le spese) a
libraio/edicolante, 1 euro e 28 centesimi all'autore e tutto il resto
tra distribuzione, rappresentante (che e' loro impiegato) etc etc.
la distribuzione piu' piccola guadagnera' meno e dividera' il guadagno
con la casa editrice che non e' detto prenda piu' soldi e che deve
pagare anche tipografia, grafico etc. l'autore normalmente sulla
vendita di 2000 copie al prezzo (grosso prezzo) preso ad esempio di 16
euri a copia (ed e' una grossa tiratura per autori nuovi e comunque
sempre che il contratto con l'autore si basa sulla percentuale sulle
vendite e non su un 8% sulle prime copie e poi basta) guadagnera'
2.560 euri dei 32.000 euri di vendita totale sul prezzo di copertina,
mentre 7000 euri saranno divisi tra librerie e edicole che avranno
venduto le 2000 copie difficilmente vendibili in un unico spazio a
meno che non sia enorme.
tutto questo si raddoppia, triplica, quintuplica, cambia a seconda
delle vendite e del tipo di autore. i piccoli autori campano a
malapena o non campano affatto perche' con le piccole case editrici la
promozione e pure a loro carico e non penso che un autore possa
sfornare piu' di un libro all'anno se gli va bene. quindi si fa
l'autore per hobby e non come lavoro. le piccole case editrici
talvolta dignitosamente e talvolta meno, vivono o sopravvivono per la
gloria e per compiere una sorta di missione militante. i librai non
esistono piu' o quasi. gli infoshop nei centri sociali e cose simili
che diventano punti vendita di questa o quell'altra piccola casa
editrice spesso non rendono alle case editrici i soldi delle vendite
ma li reimpiegano per sopravvivere, per altre cause, per boh.
detto troppo :(
spero di no
ciao
marij
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