[Discussioni] La soluzione più semplice, redux

Francesco Potorti` pot a softwarelibero.it
Lun 10 Maggio 2004 11:32:04 CEST


Lo'oRiS:
>Chi fa software più o meno libero, 

Il software è libero oppure no, non ci sono vie di mezzo. Per le
definizioni, vedi la definizione di software libero:
  <http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html>
o l'equivalente definizione di software open source:
  <http://www.opensource.org/docs/definition.html>.

>vuole (per definizione) permettere agli altri di riutilizzare, sotto
>determinate condizioni, il suo codice sorgente.

Sì.

>Non vuole che, tra le altre cose, venga incorporato in progetti closed
>source

Non è vero.  Questa è una esigenza aggiuntiva, per soddisfare la quale
bisogna usare licenze libere con permesso d'autore (copyleft).  Coloro
invece che non hanno questa esigenza utilizzeranno licenze libere senza
permesso d'autore (senza copyleft).

>ma proprio perchè sono closed source non ha quasi modo di
>scoprire se l'illecito è stato commesso.

Non è vero, almeno nei casi di rilevanza pratica.  Certo, se qualcuno
copia una routine da un programma con permesso d'autore e lo mette in un
programma proprietario commette un illecito, ma se si tratta di poco
codice non è che la cosa abbia poi tanta importanza.  In generale è
tanto più facile scoprirlo quanto più la parte di codice è
significativa: se copio il motore di Mozilla è difficile tenerlo
nascosto.  A parte la funzionalità, se si hanno dei sospetti esistono
tecniche di analisi del flusso di un programma che consentono di
identificare parti di codice uguali in programmi diversi.

>Se tutti fossero obbligati a rilasciare il loro codice sorgente al
>pubblico...  In pratica sarebbe una soluzione che tutela chi rilascia
>programmi più o meno aperti, e che non svantaggia per nulla chi li
>rilascia chiusi.

Impedirebbe l'uso del segreto industriale, che dalle società che
producono software proprietario è ritenuto estremamente importante.



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