[Discussioni] ConsultazioneEUsullarevisionedelCopyrightediritti collegati: rispostaallaCommissioneEuropea

Simone Piccardi piccardi a firenze.linux.it
Mer 3 Nov 2004 22:01:56 CET


On Mon, 2004-11-01 at 17:08, Marco Ferri wrote:
[...]
Riprendo la cosa soltanto perche', vista la richiesta di Andrea, la
discussione pare essere interessante per copywhat a lists.copywhat.org,
alla quale indirizzo la risposta. Inviterei su discussioni quanti sono
interessati a proseguire la cosa li.

> Questa e` la questione centrale. Tu sostieni che le richieste di EDRI
> sono nuovi paletti, io sostengo che sono semplicemente una richiesta di
> modificare la disposizione di quelli attuali.
> 
> Io sostengo che EDRI chiede a UE di togliere alcuni paletti agli autori e di
> metterne di nuovi agli editori.
> Io invece preferirei aprire la trattativa diretta tra autori ed editori.
> Mi sembra chiaro ed inequivocabile.
A parte che EDRI chiede solo uno spostamento di cio` che c'e` gia`, ed a
favore del pubblico in generale e non degli autori, sul fatto che tu
preferisca la trattativa diretta non c'e` niente da eccepire (solo fra
autori ed editori mi raccomando, il pubblico teniamolo fuori da tutta la
questione, non avesse a pensare che ha qualche diritto anche lui).

C'e` da eccepire sugli argomenti con i quali pretendi di sminuire le
argomentazioni di EDRI. 

> Gli interventi, fortemente sponsorizzati dagli editori, per cui negli
> stati uniti si e` esteso il limite di tempo per il passaggio di un opera
> nel pubblico dominio da 14 a 90 anni, questi cosa sono? E le geniali
> trovate come il bollino sui CD, da applicare anche sul software libero,
> l'EUCD, e le restrizioni introdotte con la legge Urbani?
> 
> 
> Sono interventi dello Stato. Quello Stato dal quale tu ti aspetti miracoli,
> non si capisce appunto su quali basi! Lessig ha accusato lo Stato in nome
> della costituzione americana  e poi, senza elemosinare paletti (o leggi:
> chiamale come ti pare visto che proprio non vuoi ascoltare quello che ti sto
> dicendo) , è andato nella direzione della trattativa privata, non si è
> adattato alla logica di Stato, ma ha cercato una strada alternativa, tra la
> società civile e gli operatori economici... chi tratta con lo Stato e con
> successo è Miscrosoft (Government Security Program, Microsoft Partners in
> Learning... ), non CC. Come fai a non renderti conto di queste cose?
Anzitutto io non mai detto che mi aspetto nulla dallo stato e non vado
ad elemosinare un bel nulla (certo caro Ferri, hai una bella concezione
della democrazia, l'azione politica come elemosina ... bah). Per quanto
mi riguarda sono assai pessimista, mi pare invece che sei tu piuttosto
che ti aspetti miracoli dal mercato e che vai ad elemosinare da editori
ed autori che ti ridiano un po' dei diritti che si son presi.

In secondo luogo i paletti (o le leggi) di cui parli tanto ci sono gia`,
e favoriscono in maniera plateale uno degli attori, tu potrai anche
darli per scontati io no. La Microsoft inoltre tratta con gli editori
quanto e piu` che con lo stato, vai a guardarti tutte le proposte che fa
per i DRM alle varie RIAA, MPAA & C. E infine per quanto riguarda Lessig
chissa` perche` avra` ha fatto una proposta di legge sul tema (vedi
http://www.lessig.org/blog/archives/EAFAQ.html).


> > E' lo Stato che mette i paletti, non il liberismo.
> Appunto! Pertanto sara` lo stato che li potra` cambiare, spostare o
> abolire.
> 
> No! Nel modo più assoluto: perché fino ad oggi ha dimostrato di non sentirci
> da quell'orecchio! E non capoisco come fai a nutrire speranze: su quali
> basi???
> Per quale strano motivo lo Stato dovrebbe cambiare rotta e mettersi ad
> ascoltare?
> E' già tanto se non peggiora la situazione!
Io non nutro nessuna particolare speranza. So solo che se uno sta zitto
e non dice nulla non cambiera` mai nulla. E dato che quella e` una delle
strade percorribili io non ho nessun dubbio che vada presa, come le
altre. Sei tu che classifichi lo stato come il male, per cui non ci si
deve avere a che fare, ed il mercato come il bene, unica salvezza a cui
rivolgersi. Io questa visione manichea proprio non ce l'ho.

> Quindi e` piu` che ragionevole portare avanti argomentazioni
> sul come possano essere cambiati sulla base di considerazioni
> "politiche", specie quando gli editori strepitano in continuazione
> perche` i paletti vengano spostati a comodo loro.
> 
> Fai di ogni erba un fascio, non si può ragionare così.
Perche' tu invece con le tue perentorie affermazioni che lo Stato non
ascolta (no e nel modo piu` assoluto) invece fai distinzioni sottili?

> Nell'editoria lavora tanta gente: da come parli tu sembra che esista un
> popolo di lettori accaniti da una parte e 4 cattivoni avidi di profitto
> dall'altra. Non è così Piccardi, la fai semplice, troppo semplice.
Si Ferri, la faccio molto semplice perche' nel caso e` molto semplice.
Sono le associazioni degli editori che han chiesto (allo Stato, il quale
a quanto pare loro li ascolta e molto) l'estensione dei termini del
copyright, di mettere i bollini sui supporti del software e una grandi
filza di queste amenita`.

Citami qualcosa di positivo fatta dagli editori come categoria sul tema
di una migliore distribuzione dei poteri derivanti dal diritto d'autore
e potro' iniziare a cambiare idea. Che poi ci sia, come in ogni cosa,
qualche singolo che va controcorrente e` un altro discorso, allo stato
delle cose non sarebbe che l'eccezione che conferma la regola.

> Certo che e` lo stato che ha creato le regole, ci mancherebbe altro.
> Io ho detto chiaramente che quello che voglio e` che lo stato modifichi
> le regole attuali, e non che ne introduca di nuove. Sei tu che ti
> dichiari liberista: allora la mia semplice domanda era perche' non lo
> sei fino in fondo e richiedi che queste regole siano semplicemente tolte
> tutte.
> 
> Perché, come ti ho già detto, non perdo tempo a trattare con lo Stato.
E chi ha chiesto a te di perderlo? Sei tu che pretendi che gli altri non
ce lo perdano.

> Preferisco il coinvolgimento diretto della società civile e degli operatori
> economici.
Bene e allora datti da fare su quello. Ma non buttare fango su chi usa
altre strade dicendo che va a "parlare ai politici per privare di
libertà gli editori".

> Qual'è l'obiettivo? Distribuire il sapere? Bene: posso fare a meno di
> chiedere l'elemosina allo Stato. Anziché imporre il pubblico dominio,
> diffondo l'adozione di licenze libere. Faccio prima,  sono più efficace e
> non ledo il mercato (ti ricordo che il mercato è fatto anche da chi lavora,
> non solo dagli impenditori).
Bene Ferri, quindi nella tua concezione dovremmo tutti piantarla di
agire come cittadini e invece prendere un cappello per andare a far la
questua agli imprenditori. 

Pero` vedi di deciderti: non ci si deve rivolgere allo stato perche' non
ti ascolta o perche' se no ledi il mercato. Perche' e` un bel po' che
oscilli fra le due ragioni, e se la prima te la posso anche concedere,
la seconda no.

> Se ritieni corrette le attuali modalita` di implementazione del
> copyright argomenta perche` sono meglio rispetto alle altre, ma non
> venirmi a dire che il cambiamento proposto introduce nuovi "paletti",
> dato che nel caso si tratta semplicemente di una proposta di cambiare la
> disposizione di quelli presenti *diminuendo* le restrizioni attualmente
> previste.
> 
> Ma che devo mettermi ad argomentare? Vuoi farti una ragione del fatto che
> non sono contro l'obiettivo ma contrario alla modalità con cui esso vorrebbe
> essere perseguito, in quanto modalità debole?? Come te lo devo dire??
Me lo devi dire riconoscendo che la richiesta di EDRI non lede affatto
il mercato e non priva di liberta` gli editori. 

> Spiegami tu piuttosto perché la mia modalità è più debole della tua.
> Io ti ho spiegato perché la tua è debole: lo Stato è sordo. Non ti seguirà
> mai.
> Ora tu prova a spiegarmi perché è debole la mia.
Perche' gli imprenditori ed il mercato sono sordi, non ti seguiranno
mai. Ti basta questa apodittica affermazione? Visto che questa per te e`
una spiegazione, per una volta usero` il tuo criterio di giudizio. 

> EDRI chiede a UE di spostare un paletto: toglierlo agli autori e metterlo
> agli editori.
> Lo sottoscrivo. Dunque? E' giustizia questa? Per quello che può produrre
> (anzi, non produrre) direi proprio di no.
A parte che EDRI il paletto lo vuole spostare a favore di tutto il resto
della societa', per quanto mi riguarda e` giusto, si. 

Vediamo di sgombrare il campo da questioni come quella se puo` avere
successo o meno, e se otterra` qualche cambiamento o no. Sono convinto
che la proposta di EDRI non sara` considerata, ma anche solo ottenesse
l'effetto di rallentare la corsa all'estensione del copyright sarebbe
gia' qualcosa. 

Il punto pero` e` un'altro: e` che per te appunto la proposta non e`
giusta perche' danneggia gli interessi economici degli editori e "lede
il mercato". Sul fatto che possa danneggiare gli interessi economici
degli editori possiamo anche essere d'accordo, solo che a me interessa
il bene della societa` non degli ediroti; sul fatto che leda il mercato
invece non siamo d'accordo per nulla (come se il mercato consistesse
solo negli interessi economici di una delle parti in gioco).

> In questo caso non c'e` nessuna differenza fra paletti e leggi dello
> stato, dato il copyright nasce da una legge e che come viene applicato
> e` stabilito da una legge. La proposta di EDRI riguarda semplicemente la
> modifica di una legge esistente che mette di gia` delle regole su come
> un'opera va nel pubblico dominio e richiede di cambiare queste ultime
> (in maniera *meno* restrittiva).
> 
> 
> Senti Piccardi, se io ti spiego l'accezione di un termine, tu non puoi dire
> che quell'accezione nel caso in oggetto non ti sta bene. O l'accetti e mi
> rispondi in base a quel significato oppure fai come Marzullo: ti fai la
> domanda e ti dai la risposta. :))
Senti Ferri, puoi spiegare tutte le accezioni dei termini che ti pare,
ma io non sono affatto tenuto a seguire le tue spiegazioni, specie
quando, come ho fatto notare ripetutamente, tu stesso le applichi in
maniera del tutto contraddittoria.

La proposta di EDRI aveva a che fare con la durata del copyright. Questa
e` sancita da una legge, quella sul copyright. Quindi scegli te come la
vuoi chiamare, legge o paletto, ma non venirmi a dire che la legge sul
copyright originale (nella parte che attiene alla sua durata) non e` un
paletto mentre quella modificata da EDRI e` un paletto, perche' la cosa
non ha alcun senso dato che trattano esattamente la stessa cosa (certo
la seconda sarebbe piu` indigesta per gli editori, come la prima puo'
esserlo per i lettori). Se vuoi usare una definizione vedi almeno di
farlo in modo coerente.

> > Ti ripeto per l'ennesima volta: il copyright l'ha creato lo Stato o il
> > liberismo?
> > L'ha creato lo Stato e adesso tu chiedi allo Stato nuove restrizioni. Io
> > preferisco un accordo tra privati.
> Almeno su un punto siamo d'accordo: il copyright l'ha creato lo stato.
> Io non ci vedo nulla di male, e dato che e` lo stato che regola la
> questione fin dall'inizio non ci vedo nulla di male a chiedere che lo
> stato cambi le modalita` in cui funziona.
> 
> Ma lo Stato non ti considera! Lo Stato al massimo può tradurre un solido
> segnale che venga dal mercato. Ecco perché è meglio andare per gradi e
> partire dagli operatori economici.
Questa e` la tua opinione. La rispetto, purche' tu accetti di rispettare
la mia e la pianti di accusarmi di voler ledere il mercato se io voglio
usare anche una strada diversa.

> E io (e neanche EDRI mi pare) non chiedo affatto nuove restrizioni,
> casomai una riduzione di quelle esistenti. Sei tu che sostieni, e senza
> argomentarlo, che i cambiamenti proposti sono delle "nuove restrizioni".
> A me pare evidente che si tratta invece di un cambiamento di quelle
> esistenti (invece che 70 anni dalla morte dell'autore quello che propone
> EDRI).
> 
> Te lo argomento, Piccardi, non ti poreoccupare. :)))
> L'editore può permettersi di non tenere sul mercato un libro (per tante
> esigenze) per poi ripiazzarlo al momento a lui più opportuno.  Ci sono tanti
> libri che hanno successo a distanza di tempo: per un editore averne
> l'esclusiva e poterlo rimettere sul mercato è essenziale. E' illecito? No: è
> commercio. Del resto un editore è un commerciante, non un volontario della
> croce rossa, no?
Essenziale? E io che credevo che il lavoro di un editore fosse
pubblicare libri. E che il famoso "libero mercato" funzionasse nei
termini in cui un bravo editore e` capace di trovare quali autori hanno
successo, si aggiudica i diritti, stampa i libri e sa ottimizzare la
produzione e la commercializzazione, per cui i suoi libri hanno piu`
successo di uno cattivo che stampa schifezze costose. Per far questo la
proposta di EDRI non cambia assolutamente nulla.

Ora scopro che invece e` essenziale per un editore poter mantenere i
diritti in modo da (ri)pubblicare casomai si scoprisse dopo dieci anni
(anzi qualcuno meno dei 70 dopo la morte dell'autore) che l'opera ha un
valore. Il rischio imprenditoriale, non sia mai eh? La concorrenza da
parte di qualcuno piu` bravo a promuovere, stampare, distribuire ecc.
quello che si era messo in un cassetto e ignorato per miopia e ignoranza
men che meno.

Qui io ci vedo solo la difesa di uno sfruttamento dei privilegi
monopolistici che vengono assegnati dallo Stato grazie al diritto
d'autore e che sono stati fatti allungare ad arte. Credevo fossi un
liberista, e adesso mi fai l'elogio dei monopoli garantiti dallo stato.

Comunque di certo con la legge attuale questo non e` illecito. Il punto
e` se e` giusto? Secondo me no.

> Ecco: EDRI vorrebbe privare l'editore di questa possibilità essenziale.
Possibilita` essenziale? La possibilita` essenziale e` quella di avere
l'esclusiva sulla pubblicazione di un libro fin tanto che questa
prosegue, non di metterlo da parte o tenerlo bloccato per evitare che
altri editori ti facciano concorrenza. Per quanto mi riguarda questo e`
solo un privilegio di carattere monopolistico e come tale dannoso.

Se EDRI riuscisse a privare l'editore di questo potere di veto farebbe
un gran bene anche al mercato, che si aprirebbe. L'editore se ne duole
perche' non puo` piu` esercitare il suo attuale modello di businnes? Da
parte mia non me ne puo` importare di meno: se e` davvero un
imprenditore sapra` trovare un modello che funzioni, non vedo perche'
debba campare alle spalle dei privilegi che gli concede lo stato (e poi
ero io lo statalista...).

> Se non è una restrizione questa... se non è un ingerenza nell'attività
> economica questa...
E allora? 

Non e` ingerenza nell'attivita` economica degli altri editori, che
potrebbero ristampare Pirandello a prezzo di costo, facendo della vera
concorrenza su un mercato che improvvisamente diventa davvero libero,
estendere di 20 anni la durata del copyright? O bloccare, quando non hai
il coraggio imprenditoriale di fare una ristampa, la possibilita` di
altri di assumersi il rischio? Chiaramente in tutto questi gli interessi
economici dei lettori non contano assolutamente nulla.

Se vuoi trovare delle ragioni per cui questo cambiamento sarebbe
peggiorativo "del mercato" sei pregato di farlo in termini di un
orizzonte un pelino piu` ampio di quello degli interessi lesi degli
editori; non ci sono solo loro nel mondo, ed il copyright come e` ora
lede un sacco di interessi economici di altri soggetti.

> > Ma non capisci che tra il 2004 e il 1710 c'è molto più cambiamento che tra
> > il 1000 e il 1710??? :)))  Tu fai un discorso utopistico e opinabilissimo:
> > Stato, tu che mi hai impalato, per piacere, togli questo paletto e
> > ripiantalo più in là. Io credo invece nell'accordo privato.
> Oh, di nuovo siamo d'accordo: copyright e` un paletto. Io sostengo
> esattamente quello che dici tu. Dato che per me il paletto copyright
> *ha* un senso ha anche senso spostarlo per renderlo piu` utile a tutta
> la societa` e non solo agli editori.
> 
> Io credo che tu confonda i paletti di cui sei solito parlare tu alle
> conferenze (la storia del recinto che non fa andare le persone da nessuna
> parte e che fa guadagnare solo i produttori di recinti... ) con i miei. La
> mia accezione te l'ho spiegata: il copyright non c'entra. Se vuoi
> perseverare, persevera, ma sfiori il diabolico. :)))
Ferri, evita di mettermi in bocca cosa che non ho mai detto. Mi e`
capitato di parlare dei paletti e della recinzione del proprio metro
quadro solo in riferimento ai brevetti software, che con l'argomento di
cui discutiamo non ci incastrano un accedenti, e la cosa del far
guadagnare solo i produttori di recinti non l'ho mai detta.

La tua accezione di paletti l'hai gia` spiegata, ed io ho gia`
sottolineato come sia inconsistente l'applicazione che ne fai. Tu
perseveri a farne un uso inconsistente e io persevero nel sottolinearlo.
Se il copyright non c'entra non c'entra neanche la proposta di EDRI, se
c'entra la proposta di EDRI e` un paletto anche il copyright.  

> E dato che credo nello stato di diritto preferisco che i diritti siano
> sanciti dalle leggi dello stato e non da accordi privati. Quello che
> trovo incoerente nella tua posizione di "liberista" e` che invece di
> sostenere che il paletto va tolto tu lo voglia lasciare dov'e` adesso.
> 
> Ecco sei il perfetto statalista, io no. Io, *liberista*,  non lo voglio
> lasciare: io voglio lasciare i soggetti privati liberi di collocare il
> paletto dove meglio credono (troveranno loro la posizione migliore), senza
> che nessuno gli imponga: il paletto che ora era là e faceva più male a lui ,
> adesso è qui e fa più male a te.
E allora chiedi tout-court l'abolizione del copyright che il paletto
l'ha creato e l'ha piantato ben fisso, e non strillare al delitto di
"leso mercato" quando qualcuno argomenta alla utilita` di un suo
spostamento. 

> Sia chiaro, per quanto riguarda la modifica dei termini del copyright io
> credo *anche* nella necessita di parlare con gli editori, e sono
> d'accordo con te sulle scarse probabilita` di riuscire a modificare la
> legge (visto le sproporzioni delle forze in gioco). Pero' non sono
> fissato col pensiero unico del liberismo e penso che l'azione politica
> abbia comunque un senso, considerato poi che gli editori ne fanno di
> continuo per sostenere i loro interessi.
> 
> Ah ecco, bravo. Ma siccome siamo fatti di energie e non siamo una flat, è
> preferibile spenderle tutte nei modi più efficaci. ;)))
Certo e siccome tu sei l'unico che sa quali sono dobbiamo tutti seguirti
senza neanche sognarci di metterlo in discussione. 

> Comunque sono assolutamente pessimista anche sull'accordo privato. Sara`
> che non mi fido di soggetti che fanno pianti greci tutte le volte che
> scade il copyright di un qualche autore datato che ancora vende bene
> gridando alle gravi perdite dei loro profitti? E che fanno il diavolo a
> quattro per spostare il loro paletto in modo che la durata del copyright
> cresca.
> 
> 
> Te l'ho detto! Sono commercianti! Non sono la croce rossa! :)))
> Ci sono le autorità amministrative indipendenti: si diano una mossa.
Autorita` amministrative indipendenti? Ma come, il liberista invoca
l'intervento dello stato? Per curiosita` comunque, quali sarebbero
queste "autorità amministrative indipendenti"? 

> La proposta di EDRI consiste nel modificare in una legge (quella del
> copyright) che ha risvolti economici.
> 
> 
> No, e sopra ti ho spiegato perché.
Sopra mi hai solo spiegato perche' gli editori risentirebbero
negativamente delle modifiche della legge. Il che appunto consiste in
risvolti economici, fino a prova contraria.

> Allora o quella di EDRI resta comunque nella categoria "una legge che
> può avere risvolti economici"  e non e` un paletto
> 
> No, è anche un paletto.
Prima era solo un paletto; adesso e` una legge, ma anche un paletto. E
su quale base invece la legge attuale non sarebbe anche lei un paletto?
O intendi sostenere che non ha risvolti economici sulla questione? 

> oppure, se come dici
> i "*paletti* sono le ingerenze dello Stato nei rapporti economici tra
> soggetti economici privati" e` un paletto esattamente nella stessa
> misura in cui lo e` la attuale legge sul copyright.
> 
> 
> No, può soltanto esserlo nei suoi risvolti economici negativi.
Risvolti economici negativi per chi? 

Visto che i risvolti economici negativi citati da te sono quelli per gli
editori ne deduco che se non nuoce gli interessi degli editori non e` un
paletto, mentre se nuoce e` un paletto. Il fatto che nuocia agli
interessi economici di qualcun'altro (o ad una maggiore apertura del
mercato) ovviamente e` del tutto irrilevante!

> Hai capito adesso cos'è un paletto? :)))
Si, adesso e` chiarissimo. Pero' cerca di precisare meglio la
definizione, scrivici chiaramente:

"i "*paletti* sono le ingerenze dello Stato nei rapporti economici tra
soggetti economici privati" quando danneggiano gli editori.

Se l'avessi scritta cosi` sarebbe stata chiara fin dall'inizio.

> Questo e` un discorso completamente diverso. E` un discorso di
> valutazione sull'efficienza delle strategie per cambiare le cose. Se
> avessi detto solo questo (che secondo te e` poco efficace) avremmo anche
> potuto trovare una base di discussione.
> 
> 
> Ah ecco: finalmente. Piccardi: te l'ho ripetuto fino alla nausea!!! :)))
Ferri tu hai ripetuto fino alla nausea sia quello che dei luoghi comuni
sullo stato che mette i paletti al mercato. 

> Sulle strategie per portare avanti una modifica dell'applicazione del
> copyright potremmo discutere per ore, ma siamo gia` abbastanza fuori
> tema. Certo che se per te c'e` solo una strada unica e migliore c'e`
> comunque ben poco da discutere.
> 
> Piccardi, se me ne dici un'altra... sono tutto orecchie! :)))
Quella di EDRI e` una. Ferri se a te non ti piace puoi proseguire sulla
tua, non sono io che son venuto ad accusare le strade degli altri di far
danni.

> Che lo potranno leggere quei 10, 100 o 1000 o quanti sono, a cui
> potrebbe interessare e che non lo vedranno mai (ri)stampato.
> 
> Diciamo pure 10, 100. :))) Come vedi punti con tanto ad avere "poco".
> Meglio puntare con "poco" ad avere tanto.
Si io punto ad avere un diritto, non un'elemosina.

> Non
> capisco, visto che agli editori tutto cio` non costa assolutamente
> nulla, cosa diamine ci sia da gridare alla violazione della loro
> liberta` (quale poi? quella di *non* far leggere un libro? questa
> francamente mi pare censura, non liberta`).
> 
> Agli editori costa, te l'ho spiegato. Se lo chiedi a loro, te lo spiegano
> anche loro, anche meglio. :)))
Lo hai spiegato piu` che bene grazie, ma allora la cosa non e` cosi` da
"poco" come la dipingi. 

> > E' assolutamente irragionevole chiedere tantissimo per ottenere
> pochissimo.
> Allora uno dovrebbe chiedere pochissimo per non ottenere nulla?
> 
> No, questa è una tua deduzione assurda.
Assurda? Sei tu che mi dici che e` irragionevole chiedere tantissimo. Di
certo se uno chiede poco otterra` meno, per questo ritengo sia
ragionevole partire con il chiedere di piu`.

>  In ogni
> caso la mia critica non era sulla strategia.
> 
> La mia sì.
Ferri, non prendiamoci in giro. La tua critica, e lo hai dimostrato
ampiamente con i discorsi su paletti e affini e sul ledere il mercato,
e` anche una critica sulla cosa in se'. 

> Beh, se non hai criticato l'obiettivo mi sono evidentemente sbagliato.
> Pero` classificare l'obiettivo come "parlare ai politici per privare di
> libertà gli editori" francamente mi pare proprio una critica alla cosa
> in se'.
> 
> E' una tua impressione: la smentisco. Vedi tu se crederci o meno.
Hai voglia smentire, se poi insisti a riprendere la questione dei
paletti e della "lesione del mercato".

> Di certo sono uno che non si sogna neanche di pensare che il "libero
> mercato", di cui tra l'altro non si vede assolutamente traccia, sia la
> soluzione a qualunque problema. Forse per te questo mi rende uno
> "statalista", per quanto mi riguarda e` solo pensare con la mia testa.
> 
> Testa da statalista. :))) Non è mica un'offesa eh. :))
In genere i ferventi proseliti (che si tratti di religione o ideologia,
a parte l'oggetto, cambia poco) hanno la sgradevole tendenza a
demonizzare (son diventato diabolico, pare) chi non la pensa come loro
(e ad attribuirgli le ideologia avverse). Comunque non mi offendo non ti
proccupare, spero che non lo faccia neanche tu se ti do del
fondamentalista "liberistico".

> La discussione comunque sta degenerando eccessivamente su temi al di
> fuori dell'obiettivo principale di questa lista. Da parte mia si chiude
> qui, quanto avevo da dire l'ho detto.
> 
> 
> Sì l'ho detto anche io. Condivido sulla degenerazione.
> Salverei solo il punto sulla mia spiegazione della restrizione agli editori,
> visto che era quello che ti interessava e più pertinente al tema.
No, quel tema non e` pertinente su discussioni, ma lo e` su copywhat, ed
e` solo per questo che, contrariamente a quanto mi ero proposto, ho
ripreso la questione. Non ho comunque intenzione di proseguire
ulteriormente l'off-topic su discussioni, invito tutti ad usare da qui
in avanti copywhat. 

Ciao
-- 
Simone Piccardi <piccardi a firenze.linux.it>
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