[Discussioni] [URGENTE] Bozza di legge regionale/FVG sul SL
Alfonso Fuggetta
Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Sab 27 Nov 2004 11:30:48 CET
On 27-11-2004 11:06, "Carlo Strozzi" <carlos a linux.it> wrote:
> On Fri, Nov 26, 2004 at 10:42:38PM +0100, Alfonso Fuggetta wrote:
>>
>> Oppure pensi di portare il codice da mainframe a linux? Solo l'idea mi fa
>> tremare i polsi.
>
> Capisco che non sia una cosa che si può fare in uno schiocco di dita
> (personalmente ho lavorato su qui sistemi per 12 anni), ma d'altra parte
> o riteniamo che il sw in uso nella p.a. sia destinato a rimanere in
> eterno su quelle piattaforme, oppure accettiamo l'ipotesi che anche in
> quel settore le cose, prima o poi, possano prendere strade diverse.
Su questo sono assolutamente d'accordo con te. Ma allora la questione
diviene quella di una strategia complessiva di evoluzione dei sistemi
informatici. E questa non può essere normata con scadenze e dictat.
> Ma il punto secondo me è un'altro: in questi thread io osservo come
> ci sia chi sostiene l'idea di sw libero come un qualche cosa di
> dotato di valore intrinseco, e chi invece ne fa solo una questione
> di convenienza immediata. Il secondo approccio, secondo me, è perdente.
Mah. Io credo che ci siano dei diritti dell'utenza che devono essere
assolutamente tutelati. Su questo non ho dubbi e condivido tante posizioni
che vedo su questa lista e nel dibattito in generale. Però ritengo che le
risposte che vengono date a questo problema siano a volte estreme, a volte
incoerenti o eccessive. Si pone molta enfasi su aspetti ideologici, invece
di guardare ai problemi concreti in un ottica di indipendenza vera dai
diversi fornitori.
Se propongo una legge, deve
1. Tutelare certamente in primo luogo cittadini e utenti (PA, Imprese, ...).
2. Essere neutra rispetto ai diversi fornitori di mercato.
Certe posizioni sono chiaramente antimicrosoft, ma allo stesso favoriscono
altri fornitori che hanno i loro interessi economici. Questo non mi va bene.
Non voglio dare un giudizio etico su Microsoft o IBM (per fare un esempio).
Non mi sembrano l'una diversa dall'altra: pensano ai propri interessi
economici. Questo è legittimo. Ma se così è, non mi va bene che nei fatti
assumendo certe posizioni faccio un favore ad una contro l'altra.
> La libertà all'inizio, spesso, costa di più della schiavitù (a qualcuno
> può costare addirittua la vita), e quindi dal punto di vista della
> convenienza immediata non ne vale la pena. Alla lunga però la libertà
> paga, anche economicamente (questo è importante). Se si è d'accordo
> su questo il resto vien da sè, altrimenti è un dialogo fra sordi.
Questo mi sembra un esempio di ragionamento che se è certamente
condivisibile in generale, applicato al caso del software mi sembra
francamente troppo semplicistico. Se dovessi prendere alla lettera quello
dici dovrei concludere quanto segue:
A. Chi controlla di più le nostre vite? I grossi sistemi informatici dei
ministeri, delle PA: interni, giustizia, sanità. A questi si aggiungono le
grandi istituzioni finanziarie.
B. Chi produce il software di base che gestisce queste macchine? IBM, Bull
(una volta), magari Sun, i grossi costruttori di server. Quasi sempre con
software strettamente proprietario.
C. Ergo, il primo target sono loro, non microsoft.
D. Non ci sono alternative OS a questi sistemi? Se portassi all'estremo
quello che dici, dovrei agire verso questi produttori per costringerli a
rendere open i loro prodotti. Nel report della commissione Meo scrivevo che
dovremmo quanto meno chiedere l'accessibilità del codice. E già questo mi
sembra tanto.
Invece certe posizioni della comunità OS vedono solo Linux e Windows.
Siccome Windows è ritenuto immediatamente sostituibile con Linux, allora
concentriamoci su questo. Questo fa il gioco di coloro che sono competitor
di Microsoft e che così distraggono l'attenzione dai propri prodotti che
sono appunto proprietari come quelli di Microsoft. Allo stesso facciamo loro
un favore mettendo in crisi un loro competitor.
Per questo dico che serve un maggiore attenzione. Certo che dobbiamo
garantire libertà e diritti. Ma per tutti. Io non voglio fare gli interessi
di una parte economica contro un'altra.
Alfonso
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