[Discussioni] [NEWS] CNIPA, INPS e Riuso software nelle PA
Alfonso Fuggetta
Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Mer 6 Ott 2004 17:34:12 CEST
Sono in partenza per parigi. Torno tra qualche giorno e cercherò poi di
rispondere in dettaglio alle diverse mail.
Solo qualche velocissima precisazione.
On 6-10-2004 16:08, "Fabrizio Veutro" <fabrizio a veutro.com> wrote:
> Sperando che anche nel mio caso siano perdonate le approssimazioni, devo
> rilevare in primo luogo il Suo discorso non si applica nei casi di acquisto di
> pacchetti software che comunque, come Lei precisa, rappresentano il 40% dei
> casi.
Certo. L'ho detto fin dall'inizio. Lì ci sono altre questioni e altre
osservazioni da fare.
> In secondo luogo, il ragionamento non mi convince per quanto riguarda i "casi
> misti", cioè i casi in cui l'opera commissionata dalla PA sia una
> personalizzazione di software proprietario. In tal caso è vero che la PA
> potrebbe concedere l'esercizio dei diritti sulla personalizzazione ad altra
> PA, compatibilmente con il contratto concluso con lo sviluppatore della
> personalizzazione, ma questa seconda PA sarebbe comunque costretta a comprare
> il prodotto base. Inoltre, ed è questo il peggior inconveniente, la seconda PA
> per riusare la personalizzazione dovrebbe possedere conoscenze che
> generalmente non ha, poiché la personalizzazione deriva da software
> proprietario sul quale conseguentemente non esiste know how diffuso. Quindi
> nella gran parte dei casi la PA "riusante" dovrà recuperare il necessario
> know how dallo stesso soggetto che realizzò la prima personalizzazione o dagli
> altri rivenditori/integratori autorizzati del prodotto base. In tal modo si
> perpetua inevitabilmente l!
> a dipendenza dal produttore originario. Vi è poi da aggiungere che spesso le
> personalizzazioni non sono altro che configurazioni o verticalizzazioni, sia
> pur complesse, del software base, cosicché può addirittura dubitarsi che
> possano avere autonoma dignità di opere software oggetto di diritti esclusivi
> e quindi trasferibili separatamente dal prodotto base.
Sul fatto che possa trasferire, per esempio, un programma aggiuntivo fatto
custom non ci sono dubbi. Ovviamente, se richiede una licenza proprietaria
devo valutare se mi conviene ed interessa oppure no. Ma il software custom
aggiuntivo non ha i vincoli della licenza proprietaria del pacchetto
originario. A meno di casi a me sconosciuti. Sarebbe come dire che non posso
ridistribuire free uno spreadsheet di controllo di gestione in exel con le
formule che ho fatto io. Non posso farlo con excel, ma posso certamente
farlo con lo spreadsheet (che alla fine è un codice).
> Infine, per quanto riguarda il software commissionato interamente custom, è
> vero che la P.A., secondo l'opinione prevalente, potrebbe acquistare la
> titolarità dei relativi diritti al momento della creazione dell'opera. Ed è
> anche vero che a quel punto, compatibilmente con le leggi e i regolamenti in
> materia, potrebbe forse distribuirlo con licenza libera e avviare un
> meccanismo di community. Ma perché mai una P.A. dovrebbe farsi carico di
> quest'onere? Perché, dopo aver speso denaro pubblico per pagare lo sviluppo di
> un software custom, dovrebbe spendere ulteriori risorse dello Stato per creare
> da zero una base di conoscenza collettiva su questo software sconosciuto,
> quando i prodotti liberi / open source già in circolazione sono in grado di
> soddisfare quasi ogni necessità, sono personalizzabili nella massima
> estensione possibile e sono già supportati da ampie e risalenti community? Non
> sembra che ciò possa corrispondere ai principi di efficiente amministrazione.
Rispondo anche a chi diceva se la gestione delle carceri è poi tanto
diversa. E' ovvio che si sviluppa software custom solo se non ci sono i
pacchetti (OS o proprietari) che fanno la stessa cosa. Se posso acquisire un
pacchetto e faccio del software custom sono, almeno in prima
approssimazione, un fesso.
Ma dovete tenere presente che la stragrande parte del software custom della
PA non è pacchettizzabile o pacchettizato. Quando parlavo del ministero
della pubblica istruzione, il sistema informativo è soprattutto la gestione
della stato giuridico che è 1) unico (per gli insegnanti italiani) e 2)
cambia ogni autunno con le circolari attuative e 3) gira solo su una
macchina (a Monteporziocatone). Quando mai si potrebbe fare un pacchetto?
Chi lo riuserebbe se non il ministero stesso che è l'unico ad avere quel
problema? Quando parlavo del ministero di grazia e giustizia, non mi
riferivo a software tipo paghe e contributi, ma, per esempio, al software
per il casellario giudiziale. Quanti altri hanno un simile problema?
Nessuno. Notate che con questi esempi ho già fatto riferimento a diverse
centinaia di milioni di euro di contratti!!!!!
Lo stesso vale per la sanità, l'agricoltura e così via.
> A mio avviso, quindi, in ogni ipotesi considerata sarebbe opportuno acquistare
> software libero fin dal principio.
Che c'entra? Se compro software custom, questi non è per definizione
soggetto a licenza. E' miope chiedere che un software sviluppato ad hoc per
me sia soggetto a licenza. Come dicevo, semmai sono io proprietario che devo
a valle darlo al pubblico con un meccanismo che ritengo utile. Ho fatto il
caso del public domain per dire che posso anche decidere di non porre
vincoli alla GPL ma di regalarlo o di distribuirlo con una licenza
non-copyleft.
Comunque adesso scappo se no perdo l'aereo. Ripeto, secondo me risolveremmo
una marea di questioni con una bella discussione vis-a-vis.
Alfonso
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