[Discussioni] [NEWS] CNIPA, INPS e Riuso software nelle PA

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Ven 15 Ott 2004 09:44:26 CEST


Sono via ma vorrei fare una brevissima precisazione. Secondo me, nulla
preclude che l'amministrazione appaltante richieda la proprietà del software
custom in forma non esclusiva (come già in alcuni casi avviene). Questo vuol
dire che il fornitore ritiene il diritto di riusare il proprio codice, ma
allo stesso tempo non può porre vincoli di alcun tipo all'amministrazione
acquirente. 

Un'altra questione sulla quale molti della lista possono secondo me dare un
contributo importante è verificare se l'uso del dual licensing può risolvere
alcuni dei problemi che alcuni di voi sollevano circa software GPL che non
potrebbe essere ceduto alla PA. Non conosco bene come funziona il dual
licensing e credo che sarebbe un punto, almeno per me, da approfondire.

Ciao,

Alfonso


On 10-10-2004 19:11, "Fabrizio Veutro" <fabrizio a veutro.com> wrote:

> On Sat, 09 Oct 2004 09:49:05 +0200
> Paolo Mascellani <paolo a elabor.homelinux.org> wrote:
> 
>> 1 - se la mia interpretazione delle cose e` corretta (probabilmente ci
>> vorrebbe il parere di un giurista) la PA in questione non ha bisogno di
>> acquisire diritti dal fornitore: le parti nuove sono sue e per quelle
>> coperte da licenza copyleft i suoi obblighi iniziano solo quando a sua
>> volta redistribuisce gli originali o i modificati. Al software custom,
>> come piu` volte detto, si applicano regole diverse dal software
>> "pacchettizzato".
> 
> Si, le parti nuove sono sue, ma la licenza libera si applica anche a queste
> parti, se esse sono derivate da sw libero o sono comunque integrate in un
> prodotto che nell'insieme è derivato da sw libero. Poi, anche qui, se per sw
> "custom" intendiamo "scritto interamente da zero senza impiegare alcunchè di
> preesistente", allora il problema non si pone, perché al momento in cui ne
> parliamo il sw ancora non esiste e quando verrà ad esistenza i relativi
> diritti apparterranno al committente o al fornitore in base alla legge e
> all'accordo fra le parti, senza l'interferenza di diritti di terzi.
> 
> Qui il discorso si fa amministrativo: bisogna cioè capire se e quando la PA ha
> la necessità o la convenienza di avere sw scritto interamente da zero, e
> soprattutto quali soggetti debbano accertare tale necessità, ma per questo
> rimando al post di Roberto.
> 
>> 2 - se le cose stessero come dici (mi riferisco sempre a Fabrizio), non
>> verrebbe penalizzato solo il software copyleft, ma, a maggior ragione,
>> quelli proprietari (basta che utilizzino una libreria concessa in
>> licenza e non sarebbero piu` acquisibili, se non a costi altissimi); gli
>> unici a salvarsi sarebbero quelli interamente con licenza "puoi fare
>> tutto quello che vuoi".
> 
> Le cose dovrebbero stare come dico io, e quel che osservi quindi è vero. Anche
> i fornitori di sw proprietario sarebbero in difficoltà, perchè non potrebbero
> usare sw licenziato da terzi nè, a rigore, riutilizzare pari pari il loro
> stesso codice. In realtà, sappiamo che alcune softwarehouse reimpiegano parte
> di codice per clienti diversi, pur cedendo ogni volta tutti i diritti. E non
> c'è nulla di scandaloso in questo: si tratta del loro codice interno ed è un
> patrimonio aziendale spesso costruito in anni di lavoro, e tutto sommato con
> le modifiche del caso può dar vita a un prodotto nuovo e giuridicamente
> autonomo. Ma questo "riuso occulto" chi lavora col sw libero non può farlo e
> comunque non è il suo usuale metodo di lavoro, ed è anche per questo che
> rimarrebbe maggiormente penalizzato trovandosi di fronte un committente che
> pretende la "piena proprietà".
> 
> Attenzione: ***sto parlando di ipotesi in cui sia possibile reimpiegare codice
> esistente, di chiunque sia***. Se tecnicamente è indispensabile scrivere tutto
> da zero, tutto quello che sto dicendo non ha rilievo. Temo di non essere stato
> abbastanza chiaro su questo punto.
> 
> Saluti,
> F.V.
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Alfonso Fuggetta | Director

CEFRIEL ­ Politecnico di Milano
ICT Center of Excellence For Research, Innovation, Education & industrial
Labs partnership 
Via Fucini, 2 · 20133 Milano (Italy)
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