[Discussioni] INTERNET: MASI, TATUAGGIO VIRTUALE PER RINTRACCIARE GLI 'HACKER'
Marco Trotta
mrta a bfsf.it
Mer 1 Set 2004 14:18:46 CEST
[Mi sembra che visto il merito ed il metodo, ogni commento sia superfluo. MT]
NAZ INTERNET: MASI, TATUAGGIO VIRTUALE PER RINTRACCIARE GLI 'HACKER'= ENTRO
DICEMBRE CAMPAGNA SU MEDIA PER FAR CAPIRE CHE PIRATERIA E' REATO Roma, 27
ago. (Adnkronos) - Per scoraggiare il 'furto' di file musicali ''ora si
tenta di lavorare con il sistema del tatuaggio elettronico: gli esperti sono
in grado di identificare da dove un utente ha scaricato una musica. Ma e'
fondamentale un provvedimento legislativo, da prendere all'interno di un
comitato apposito creato all'interno dell'Onu. Sarebbe necessaria una norma
globale, condivisa da tutti gli Stati, che sappia dare il giusto equilibrio
tra uso personale e uso non personale''. Lo afferma, in un'intervista a 'il
Giornale', Mauro Masi, capo del dipartimento per l'editoria di palazzo
Chigi, che annuncia: la presidenza del Consiglio sta per lanciare la guerra
agli hacker con una campagna che partira' entro dicembre sulla stampa con
l'obiettivo di far passare il messaggio che la pirateria e' un reato.
''Abbiamo preso questa decisione -spiega Masi- dopo quanto ci hanno
segnalato i responsabili delle forze dell'ordine, ossia che da parte della
gente la percezione che la pirateria e' perseguibile, e che dunque e' reato,
e' molto bassa. Questo nonostante sia polizia che carabinieri e guardia di
finanza abbiano intensificato molto la loro azione di contrasto. Vogliamo
segnalare agli italiani che il danno e' elevato e che la pirateria e' un
reato''.
Per Masi ''e' assurdo e anacronistico pensare che la rete sia un territorio
senza legge e senza regole''. ''Solo pochi anni fa -ricorda-, in piena
rivoluzione digitale, il problema della protezione dei contenuti sembrava
inutile, di poco conto, comunque inattuale. Oggi e' forse il problema
centrale su cui si concentrano governi, imprese, giuristi e le
organizzazioni che tutelano i diritti d'autore. Internet e' stata un
cambiamento epocale anche nella diffusione di quelle che, in gergo
giuridico, vengono definite opere dell'ingegno: musica, cinema, immagini,
testi. E' dunque una grande opportunita' per gli autori e l'industria
culturale, ma anche un grande pericolo''. All'Italia, spiega il capo del
dipartimento editoria di Palazzo Chigi, i pirati informatici costano tanto.
''Nella mia ultima relazione al parlamento di aprile -afferma- avevo
indicato la cifra di 700-800 milioni di euro, precisando che si trattava di
una stima al ribasso. E infatti e' cosi': abbiamo fatto svolgere in questi
mesi una controverifica con il sistema del calcolo del commercio abusivo e
il risultato e' stato che il costo complessivo per l'Italia e' di circa un
miliardo e mezzo dell'euro all'anno, 3mila miliardi di lire. E' questa la
nuova cifra di cui abbiamo parlato anche all'interno del comitato per la
tutela della proprieta' intellettuale nato a palazzo Chigi e presieduto dal
sottosegretario Paolo Bonaiuti''.
Per Masi le leggi in vigore non bastano ed ''e' fondamentale arrivare a un
assetto internazionale, a una proposta di legge che unisca vari paesi e che
rispetti l'equilibrio tra uso personale di Internet e uso non personale''.
''E' complicato -aggiunge-, me ne rendo conto. Ma le forze dell'ordine
incominciano a segnalare che la pirateria e' diventata una vera e propria
forma di criminalita' organizzata. Questo e' l'avvertimento, per esempio,
della guardia di finanza nell'ultima relazione che ci ha consegnato''. Tra i
problemi che segnala Masi ''la mancanza di un identikit. A volte ci si
immagina l'hacker come un ragazzino, mentre invece ci sono maghi del
computer tutt'altro che adolescenti''. In ogni caso, il capo dipartimento
editoria di palazzo Chigi sembra soddisfatto dei controlli svolti dalle
forze dell'ordine. ''L'attivita' ormai aumenta al ritmo del 20% all'anno.
Sempre nel rapporto della Finanza, ci viene indicato come nel 2003 sono
stati sequestrati 2 milioni 935mila cd, 4.562.000 libri e stampati e 188mila
musicassette''.
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