[Discussioni] Software libero al Comune di Ferrara

Simone Piunno pioppo a ferrara.linux.it
Dom 3 Apr 2005 23:47:22 CEST


Ciao,

sembra che il Consiglio Comunale di Ferrara abbia approvato all'unanimità la 
seguente risoluzione, su proposta del Consigliere dei Verdi Barbara Diolaiti.
Sarebbe stata approvata in sessione di bilancio lo scorso 25 febbraio.
Purtroppo non ho trovato riferimenti sul sito del comune, ma ho avuto il testo 
e la notizia da fonte affidabile.

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Risoluzione collegata al Bilancio 2005 del Comune di Ferrara

Per l'introduzione di Software Libero nella Pubblica Amministrazione

Presentata da Barbara Diolaiti – Capogruppo dei Verdi del Comune di Ferrara

Approvata all’unanimità in sede di approvazione del bilancio 2005

Il Consiglio comunale di Ferrara

Premesso

che vengono definiti come “Software Libero” quei software (sistemi operativi, 
elaboratori di testo, gestori di database, navigatori internet, e in generale 
programmi di qualunque tipo) tali per cui siano garantite all'utente le 
libertà di utilizzo, modifica e ridistribuzione dello stesso (ad esempio 
tramite la cosiddetta licenza GPL - General Public License) e il cui codice 
sorgente sia noto e liberamente disponibile;

Considerato

- il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica all’interno degli Enti 
Pubblici, e come l'impiego di prodotti proprietari di aziende che non 
rilasciano il codice con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto 
impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o 
potrebbe fare. È noto ad esempio che alcuni programmi sono potenzialmente in 
grado di inviare via Internet informazioni provenienti dal computer su cui 
sono installati a computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente, 
e per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il relativo 
codice sorgente, è inattuabile o comunque molto complesso verificare se tale 
possibilità sia o meno presente.

- come di alcuni pacchetti software vengano messe sul mercato di continuo 
nuove versioni, all'atto pratico spesso diverse dalle precedenti solo per 
pochi dettagli, poche funzioni marginali, o a volte semplicemente per la 
correzzione [sic] di errori rilevati.

- come l’utilizzo di formati proprietari nello scambio di informazioni 
(documenti, presentazioni, fogli di lavoro e così via) obblighi chi le riceve 
(pubblica amministrazione, impresa o semplice cittadino) di dotarsi di 
software – proprietario - necessario alla loro lettura a volte incompatibile 
da una versione all’altra.

- come il continuo diffondersi di virus informatici sia indirizzato 
principalmente a sistemi operativi e applicativi proprietari di larga 
diffusione di cui sfruttano le numerose falle nascoste nei codici dei 
software costringendo i produttori a rilasciare continui aggiornamenti di 
sicurezza.

Rilevato

- che i rischi e le problematiche sopra esposte hanno convinto alcuni paesi 
tra cui Francia (ad esempio il Ministero della Cultura, dell'Educazione e del 
Tesoro), Stati Uniti d’America (compresi agenzie governative come CIA, FBI, 
NASA, NSA), Gran Bretagna, Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile, Germania, 
Perù, Spagna, India, Corea, Messico e Cina a dotare la propria 
Amministrazione pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a 
codice aperto (open source);

- che il Parlamento tedesco ha deciso di portare l'open source sui sistemi 
informativi istituzionali, la Gran Bretagna si sta indirizzando nel 
prescrivere l'uso del Software libero nell'amministrazione pubblica, il 
ministero alla Tecnologia sudafricano su indicazioni del National Advisory 
Council on Innovation (NACI) sta promuovendo a tutti i livelli della Pubblica 
Amministrazione, del business e della scuola l'uso degli strumenti Open 
Source e il punto centrale dell'iniziativa IT della Commissione Europea 
"e-europe" è la richiesta di sviluppo e diffusione di piattaforme di 
sicurezza con Software Open Source;

- che la Direttiva del 19 dicembre 2003 “Sviluppo ed utilizzazione dei 
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni”. (Gazzetta 
Ufficiale n. 31 del 7-2-2004) emanata dal Ministro per l’innovazione 
tecnologica, a seguito del rapporto sull'Open source condotto dalla 
Commissione precedentemente costituita, invita espressamente le 
Amministrazioni a tener conto del fatto che tra le possibili soluzioni 
tecnologiche utilizzabili esistono anche quelle "open source", ovvero 
applicazioni il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, copiato, 
modificato e ridistribuito.

- Che nella Direttiva citata si invitano le P.A., nella scelta delle soluzioni 
informatiche disponibili sul mercato, a seguire anche questi criteri: la 
trasferibilità ad altre Amministrazioni delle soluzioni acquisite; 
l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni; la 
non dipendenza da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria; 
la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità; 
l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo 
aperto. Le Amministrazioni dovranno poter "acquisire la proprietà" dei 
programmi informatici sviluppati per loro dalle imprese fornitrici attraverso 
idonee clausole contrattuali, e poter "trasferire la titolarità delle licenze 
d'uso" ad altre amministrazioni senza oneri aggiuntivi.

- che recentemente il più importante e noto produttore di software ha 
rinunciato al ricorso avverso la multa di 497 milioni di euro da parte 
dell’Unione Europea a causa della sua posizione di monopolio di fatto, 
accettando una sentenza che prevede anche lo scorporo di componenti 
multimediali dal sistema operativo e l’apertura dei software 
all'interoperabilità.

- che Internet e l'impiego di strumenti informatici diverrà sicuramente quasi 
un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui a 
pochi anni, non pare opportuno che in ogni computer, in ogni casa ci sia 
soltanto software prodotto da una sola azienda e il cui codice non è noto a 
nessuno tranne che al produttore: questa ipotesi, attualmente estremamente 
reale, apre scenari potenzialmente preoccupanti;

Ritenuto che

requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione siano:

* la sicurezza dei dati trattati e conservati;

* la comunicabilità e accessibilità dei dati, e quindi che ogni documento 
messo a disposizione del pubblico deve esserlo in un formato leggibile dai 
principali programmi di videoscrittura e non solo da uno o pochi;

* la stabilità del formato, cioè al fine di garantire la permanenza nel tempo 
della documentazione prodotta dall'amministrazione, evitando di dover 
ricominciare da zero in caso di cambiamento di hardware o software, e quindi 
la continuità del lavoro di essa, ogni documento deve essere in un formato 
reputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni con l'evoluzione del 
software che lo elabora.

Osservato

- che l'acquisto delle nuove versioni del software (sistemi operativi e 
applicativi per l’ufficio) rappresenta una spesa ingente del totale della 
spesa informatica, con costi che si avvicinano a quelli sostenuti per 
l'acquisto dell'hardware dei modelli più recenti di personal computer;

- che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti per 
potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti, o per la 
promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica dei dipendenti e dei 
cittadini;

- che l’utilizzo di software libero permetterebbe di spostare risorse 
dall’acquisto delle licenze di software proprietari agli investimenti su 
servizi come personalizzazione del software, assistenza, corsi, formazione in 
genere, investendo maggiormente nelle risorse umane interne 
all’amministrazione e stimolando in questo senso le aziende informatiche del 
territorio.

Si invita l'Amministrazione Comunale

Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza e 
funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali, ad avviare uno 
studio di fattibilità e pianificazione sull'introduzione progressiva di 
software libero nel Comune di Ferrara, in modo da utilizzare ove possibile di 
preferenza software libero, e comunque a tenere conto dei seguenti fattori 
nella scelta dei pacchetti software da acquisire e utilizzare:

* esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero o almeno 
open source per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare dati 
riservati, protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore per 
l'amministrazione e/o per i cittadini;

* rapporto fra costo del prodotto/assistenza fornita allorché siano state 
riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di facilità 
d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli enti stessi 
(specie laddove queste si identifichino, come normalmente accade, nella 
semplice produzione di documenti, scambio di posta o in altre elementari 
funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono assicurate da 
prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente;

A considerare nella creazione dei budget di spesa i vantaggi derivanti 
dall'investire più in assistenza ed installazione e meno nei costi di licenza 
del software, in particolare impiegando software libero, con il 
coinvolgimento di aziende del territorio;

A promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e documentati, in 
quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena 
compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole impatto 
nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza nessuna 
conseguenza sulla facilità d'uso;

Ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i 
dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri 
prodotti di software libero (e quindi open source) e ad indirizzare i 
dipendenti all'impiego esclusivo nella spedizione di documenti di formati di 
salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di scrittura 
e non semplicemente, ad esempio, documenti nell'ultima versione disponibile 
del programma di word processing di cui dispongono;

Ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni e gruppi che 
si occupano di Software Libero, per mettere in atto politiche per diffonderlo 
maggiormente nelle Scuole e nelle Università, in considerazione del valore 
didattico e culturale di tale tipo di software, e in generale presso tutti i 
cittadini.

-- 
Adde parvum parvo magnus acervus erit -- Ovidio



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