[Discussioni] Re: gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Ven 14 Lug 2006 10:35:05 CEST
Francesco Potortì:
> Mi sembra di capire che cosa sia un
> diritto e cosa sia una concessione è questione politica, prima che
> legislativa.
Ci riprovo, magari sta volta ci riesco. :-)
Un conto è essere titolare di un diritto e un conto è avere la possibilità
di esercitarlo per concessione del titolare.
Tu hai il diritto di effettuare la copia di riserva perché è un *tuo*
diritto, cioè un diritto di cui *tu* sei titolare (e abbiamo già parlato
della ratio della norma, quindi non ci torno sopra).
Tale diritto, infatti, non ti viene concesso previo pagamento di un
compenso, contrariamente a quanto avviene per la copia privata, che tu hai
il *diritto* di effettuare in quanto paghi, al titolare del diritto, un
compenso.
Quando un diritto è concesso (oltrettutto previo compenso), si parla di
concessione.
La copia di riserva non è certo oggetto di una concessione!
La copia privata invece sì!
E questa è una differenza fondamentale per capire come stanno le cose
proprio sul piano giuridico, non politico!
In Inghilterra, ad esempio, non paghi il compenso e dunque la copia privata
è illegale.
> Mi spiego. Le licenze libere concedono all'utente di copiare il
> programma, in deroga al diritto d'autore.
No, non c'è proprio nessuna deroga al diritto d'autore...
> Qui si tratta evidentemente
> di un diritto dell'autore, che viene licenziato all'utente. Eppure tu,
> in altro messaggio dici che «copiare software è un diritto». Mi torna
> perfettamente, ma solo se dire «è un diritto» è un'affermazione
> politica.
E' un affermazione riferita alla copia di riserva (che la legge prevede
espressamente per il software), che non è oggetto di una concessione ma è
proprio di un diritto di cui è titolare il legittimo possessore.
Un diritto, pertanto, pieno e irriducibile.
> Ma se è un'affermazione politica, allora è perfettamente ragionevole
> dire che: la copia privata è un diritto:, a maggior ragione visto che è
> un comportamento previsto addirittura dalla legge, per tutti, non
> emplicemente da un contratto fra due parti.
Anche io dico, in propaganda, che la copia privata è un diritto, poi però
quando devo affrontare le cose da un punto di vista giuridico devo essere
molto preciso.
Devo, ad esempio, sottolineare la differenza tra copia di riserva e copia
privata e devo dire che la giurisprudenza ha esteso la portata dell'art. 64
ter anche agli audiovisivi.
Posso quindi spingere in una di queste due direzioni:
a) abbassamento dell'equo compenso (calcolando l'apposizione o meno di drm:
come previsto dall'EUCD) ed estensione legislativa della copia di riserva
(che è sempre digitale: per motivi già spiegati) anche agli audiovisivi;
b) copia privata digitale.
Saluti,
n.a.g.
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