[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)

Antonio Russo antonio a antonio.homelinux.org
Mar 20 Giu 2006 20:43:59 CEST


Il giorno mar, 20/06/2006 alle 09.49 +0200, Francesco Potorti` ha
scritto:

> Finora non avevi fatto critiche, avevi solo chiesto informazioni, ma in
> un modo che sembrava una punzecchiatura piuttosto che una richiesta, da
> qui le reazioni al tuo primo messaggio.

Non mi riferivo alle ultime domande su gnuvox ma alle altre critiche
elevate su questa e su altre lista in varie occasioni. 

> 
> La FSFE è strutturata in maniera diversa, ma condivide con la FSF la
> chiusura e la scarsa trasparenza dei processi decisionali.  Queste
> caratteristiche non sono secondo me un difetto di per sé, anzi diventano
> ininfluenti rispetto a quanto l'associazione riesce a fare.  Per
> esempio, io ritengo che in Italia serva un'associazione chiusa accanto
> ad una aperta.  FSFEI e l'associazione software libero sarebbero i
> candidati ideali per ricoprire questi due ruoli.  Paradossalmente, però,
> mentre di FSFEI, organizzazione chiusa, si sanno un sacco di cose (i
> nomi dei soci, dei responsabili, il bilancio, le iniziative svolte e i
> progetti futuri), dell'associazione software libero, organizzazione
> aperta, non si sanno neanche i nomi dei soci.  

Sulla questione Assoli ha già risposto Paolo, io mi fermo su questa tua
idea che trovo assai interessante come spunto per la discussione, tu
dici che in Italia vedi bene due associazioni una aperta e una chiusa e
guarda caso esistono già Assoli e FSFE, adesso io ti faccio un paio di
domande:

1) Perché vedi bene *SOLO* due associazione e non tre ad esempio? Potrei
fare un nome a caso come terzo candidato: ILS

2) Perché una deve essere chiusa e l'altra aperta? E se fossero tutti è
due chiuse? o aperte?

3) Dell'associazione aperta potrebbe far parte chiunque giusto? Ma
dall'associazione chiusa chi ne fa parte? Con quali criteri scegliamo
gli "eletti"?

4) Questo modello vale solo per l'Italia o anche per il resto di Europa?
Se questo è solo un modello italiano negli altri paesi come ci si
comporta? Qualcuno ha idea di cosa potrebbero pensare i francesi di una
roba del genere?!?!

> Ma servono davvero?  Ribadisco, vogliamo davvero discutere sulle regole,
> a prescindere dai risultati?  Non è più produttivo guardare ai
> risultati, e preoccuparsi solo delle regole che frenano i risultati?
> Insomma, a me pare che il dibattito sta cominciando dalla parte
> sbagliata.
> 
Ma io vedendo le mail che sono arrivate in questa lista non direi che
c'è sto grande consenso sui risultati di FSFE, una parte delle persone
ritiene che il loro operato sia giusto e l'altra parte ritiene che non
sia giusto. Chi ha ragione? La questione è abbastanza soggettiva e io
sinceramente non vedo soluzioni, quello che ho visto girando l'Europa e
parlando con le persone che sviluppano/usano/promuovono il SL è che
sempre c'è qualcuno che ha qualcosa da dire su FSFE, ho visto anche che
c'è sempre qualcuno pronto a difendere il loro operato. Questo è un dato
oggettivo che ci dice a mio avviso due cose importanti:

a) FSFE è un'organizzazione molto conosciuta in Europa.
b) Una parte importante delle persone non sono d'accordo con l'operato
di FSFE.

Il punto a è una risorsa, il punto b è un problema che col passare del
tempo peggiora.
Galoppini in poche parole si chiede perché questo voler imporre un
modello organizzativo ad un'altra associazione, io una mezza risposta ce
l'ho, qua non si sta parlando del LUG di San Giacomo ma di una
associazione europea che opera in 11 paesi e che volente o nolente,
sfruttando in parte del nome FSF, creando strategie di marketing proprie
in qualche modo rappresenta il mondo del software libero. Per dimostrare
questa teoria basta fare un semplice esercizio provate a pensare cosa
potrebbe succedere se in tv uscisse uno domani a dire: "questi di FSFE
parlano tanto di libero accesso alla conoscenza ma poi all'interno..."
Usciremo sicuramente tutti sputtanati, dalla prima all'ultima
associazione e dal primo all'ultimo LUG, quindi FSFE non è la robetta di
Greve e amici ma un'organizzazione che in un certo senso ci compete a
tutti.
In più quello che io propongo non è mica un modello organizzativo ma
l'adesione ad un valore piuttosto importante come quello della libera
partecipazione democratica e l'uguaglianza di opportunità per chiunque
voglia difendere i valori del software libero. Alla faccia del modello
amministrativo.  
 


> >A me piacerebbe che domani mattina Stefano, Georg e compagnia
> >iniziassero a lavorare per arrivare allo stesso obiettivo e trasformare
> >FSFE nell'associazione di chiunque voglia far parte.
> 
> A me no.  Secondo me FSFE va abbastanza bene così com'è.  

E perché no? Cosa c'è di male nella democrazia? Faccio un paragone
odioso e portato all'estremo per farvi capire come si stia pisciando
fuori dal vaso. La estrema destra cilena quando tu parli male di
Pinochet dice "Pinochet ha fatto delle cose per l'economia di questo
paese che nessun governo democratico è riuscito a fare, quello che
contano sono i fatti" 
Tu mi dici il modo di fare è secondario l'importante è che si faccia, se
ciò è vero propongo a FSFE di essere coerente con se stessa e di
nominare i diversi cancellieri a vita, così si evitano tutte queste
discussioni e le dichiarazioni vaghe nei diversi siti web.
Non ho parlato ancora delle questioni economiche, potrei finire con due
domande difficili: Tutti quelli che appoggiano economicamente FSFE
attraverso fellowship sono a conoscenza di questi fatti? Sono pienamente
consapevoli di finanziare un'associazione nella quale non potranno mai
esprimere un voto o far parte dei processi decisionali interni? 
 



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