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Francesco Potorti` pot a potorti.it
Mer 21 Giu 2006 00:05:21 CEST


Francesco Potortì:
>> dell'associazione software libero, organizzazione aperta, non si
>> sanno neanche i nomi dei soci.  Quel che voglio mettere in rilievo è
>> che probabilmente non è tanto il modello organizzativo che conta,
>> quanto il risultato che si riesce a ottenere, per cui il dibattito
>> sulla struttura organizzativa secondo me dovrebbe divenire un
>> dibattito su quali *risultati* ottenere e perché eventualmente non si
>> riesce a ottenerli.

Paolo Didonè:
>Hai perfettamente ragione nel muovere queste critiche ad Assoli

Ci ho provato, ma non ci sono riuscito :-(

*Non* era una critica ad Assoli, se voglio fare una critica cerco di
farla diretta, non di passarla di striscio.  Non mi aspettavo
motivazioni o spiegazioni, anche perché in parte le conosco e in parte
le posso indovinare.  Volevo dire solo ed esattamente quel che ho
scritto (quel che è scritto sopra), senza sottintendere nulla.  Provo a
ridirlo, perché comunque è uno degli argomenti di dibattito (finalmente
si dibatte su questa lista, era tanto che non succedeva :-)

Voglio dire che, se consideriamo l'apertura e la trasparenza di
un'associazione una cosa importante, dobbiamo guardare all'apertura
ottenuta, non a quella dichiarata.  Il metodo è importante purché
rimanga un metodo e non diventi un fine.  È più facile raggiungere un
fine con mezzi coerenti, ma il mezzo coerente non ti garantisce il
raggiungimento del fine, che è quel che conta.  E quel che dico è tanto
vero che è facile fare un esempio paradossale: mentre FSFEI, con
un'organizzazione chiusa, ha grande apertura verso l'esterno, che è quel
che conta, Assoli, un'organizzazione aperta, ha grande chiusura verso
l'esterno.

Lo dico di nuovo, vediamo se stavolta riesco a spiegarmi.  Assoli è,
secondo me, sulla strada giusta.  Ma il paradosso è che non riesce
ancora ad essere aperta verso l'esterno, mentre FSFEI è molto più
trasparente, pur usando un metodo apparentemente incoerente con questo
fine.  Cosa vuol dire?  Secondo me nulla di particolare, tranne che
criticare il metodo non ha senso, a meno che non si veda che è un metodo
sbagliato, che impedisce i risultati.

>La cosa bella è che anche tu potresti iscriverti e darci una mano in
>questo e in mille altre cose (hint! hint! hint! :-) ).

Beh, colgo l'occasione per dirlo.  Almeno due volte sono stato sul punto
di iscrivermi, ma non lo farò.  È lo stesso motivo per cui sono andato
via, ma ribaltato: se sto dentro un'associazione lo faccio sul serio.
Allora mi sentivo frustrato dall'immobilismo dell'associazione, ora la
situazione lavorativa è cambiata e non ho più tempo di far nulla, e non
potrei stare dentro senza vergognarmi.  Mi spiace :-(

>Assolutamente, prima le regole. Noi non ci poniamo il problema della
>produttività. Noi vogliamo parlare di software libero, facciamo il
>possibile per farlo correttamente, ma facciamo quel che possiamo. 

Ma non stiamo parlando di queste regole, ma del tipo di organizzazione
migliore per metterle in pratica.  Non mi sembra per nulla ovvio che la
democrazia interna e l'apertura organizzativa siano un vantaggio per
conseguire un'apertura reale, meno ancora un prerequisito.  E lo dico
nonostante mi trovi molto più a mio agio in un ambiente democratico e
aperto.

>Ripeto ancora, rischiando di diventare noioso: la cosa bella è che più
>saremo, più potremo. Manda una mail a consiglio a softwarelibero.it e
>chiedi di entrare in Assoli. Le regole credo siano chiare (non lo sono?
>miglioriamole!) servono persone per fare le cose e ottenere i
>risultati. :-)

Ti ringrazio di cuore del sollecito, e mi dispiace, davvero, ma non
posso.  Forse più in là, ma non per quanto posso vedere ora. 



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