[Discussioni] terminologia licenze SL, o meglio: virale? no grazie
Francesco Potorti`
pot a potorti.it
Mer 8 Mar 2006 09:51:48 CET
Francesco Potortì:
>> GNU GPL è una licenza persistente *contagiosa*
>> GNU LGPL è una licenza persistente *non contagiosa*
>> GNU FDL è una licenza persistente *contagiosa*
Alessandro Rubini:
>Sulla terza non sono d'accordo.
>
>In realta`, _tutte_ le licenze sono contagiose, secondo la tua
>definizione
Secondo la mia definizione, licenze come Apache, BSD, MIT X, LGPL e
Mozilla non lo sono.
>Quindi le licenze dei pacchetti proprietari (le licenze classiche) sono
>contagiose
Forse, è vero, ma mi interessa una classificazione delle licenze libere.
Se poi questa classificazione risulta abbastanza generica da comprendere
anche quelle proprietarie, meglio, ma non è il mio obiettivo principale.
>Se non e` chiaro non sono _assolutamente_ d'accordo sull'uso
>di "contagioso". Persistente e` sufficiente
A me pare evidente il contrario: GPL e FDL da una parte sono contagiose,
LGPL e Mozilla dall'altra non lo sono. Eppure tutte sono persistenti.
Nicola Grossi:
>"Persistente", a mio modo di vedere, non è sinonimo di "copyleft": il
>copyleft non è la persistenza, ma rientra nella categoria della persistenza.
>Il copyleft è persistenza, ma non persistenza in quanto tale.
>Il copyleft presuppone 4 libertà da rendere persistenti, mentre una licenza
>come la cc-nc-sa è persistente ma non è copyleft.
È giusto: persistenza è più ampio di permesso d'autore (copyleft).
>Per questo motivo uso il termine "copyleft" con riferimento alle licenze
>libere, mentre uso il più generico termine "persistente" con riferimento
>alle licenze open content.
>Se poi devo spiegare cos'è il copyleft dico: "persistenza delle condizioni
>di libertà" e mai "persistenza" sic et simpliciter.
Prendo nota. Mi fai un esempio di una licenza persistente che non sia
libera? Le licenze completamente chiuse non mi interessano.
Paulox:
>A me piace pensare all'immutabilità dei diritti che la licenza accorda
>agli 'utenti'.
Hm. Ne verrebbe fuori "immutabile" piuttosto che "persistente" o
"ereditaria".
>> Le licenze persistenti si possono dividere in due categorie: quelle
>> contagiose e quelle che non lo sono.
>
>Questa ulteriore suddivisione mi sembra superflua.
>La FSF non credo la faccia, non penso si aprla di due categorie di
>licenze, ma semplicemente la LGPL è un'eccezione al copyleft, una
>licenza che per motivi storici, inscindibili dalla stessa, è stata
>spogliata in minima parte della carica di libertà che ha invece la GPL.
La FSF non la fa per ragioni politiche, ma qui non sto facendo un
discorso politico o di opportunità: mi interessa capire, e capire vuol
dire distinguere, mi dicono che dicesse Agostino. Poi, una volta
capito, posso decidere cosa è opportuno, ma per me è un passo
successivo.
Gian Uberto Lauri:
>Per un motivo tecnico. Il contagio, salvo autolesionismo, non è
>volontario.
Obiezione respinta :-) Può essere volontario nella dizione letterale del
termine: mando mia figlia a far visita all'amica con la varicella perché
si lasci contagiare. O anche nella dizione figurata: (non) mi lascio
contagiare dalla tua allegria, o dal tuo malumore. In entrambi i casi
c'è un atto volontario nel lasciarsi contagiare o nel non farlo.
Osservazioni conclusive.
Questa discussione mi sta facendo capire meglio "virale". Come un
virus, una licenza non ha senso da sola, ma solo attaccata a un
programma. Diversamente da un virus, non ha la capacità di produrre
copie di se stessa che si attacchino a programmi indipendenti, a meno di
mettere nel processo l'effetto di propaganda. Se un programma si
associa a un altro programma con licenza dominante, si evolve, e poi si
stacca, si porterà dietro al licenza dominante. Insomma, come analogia
funziona, ma è un po' tirata per i capelli, non mi piace granché.
Il suggerimento di Giovanni Bonenti di usare "dominante" in luogo di
"contagiosa" mi piace: rende chiaramente l'idea che dall'associazione di
GPL con BSD sopravvive la sola GPL.
Invece usare "ereditaria" in luogo di "persistente" non mi convince del
tutto, ci penserò ma mi pare più adatto "persistente".
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