[Discussioni] Re: FSFE non ha condiviso affatto la piattaforma politica dei Pirati svedesi
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Lun 25 Set 2006 15:57:26 CEST
Francesco Potorti` Scrive:
> Giovanni Bonenti:
>>Allora diciamo che bisognerebbe immaginare un qualcosa per la tutela
>>legale del software PD in modo che questo non possa essere
>>"privatizzato" impunemente.
>
> Se è di pubblico dominio può essere privatizzato, per definizione di
> pubblico dominio.
>
> Se si vuole qualche tutela in più, si usa il permesso d'autore (il
> copyleft), che è stato inventato apposta.
Ma sì, non è che c'è un po' di confusione in giro?
Oggi mi ha scritto Chiariglione mostrandomi il suo progetto di DRM
interoperabile, in cui c'è scritto che le Creative Commons non si basano né
sul copyright né sul pubblico dominio. Ma su che si basano allora? Boh...
Al di là di questo, il copyleft, secondo me, porta in grembo un principio di
libero sviluppo del sapere.
Il copyleft riguarda, infatti, la modifica, garantisce un'evoluzione libera
di un codice.
La proprietarizzazione non fa altro che impedire l'accesso alla nuova
conoscenza prodotta.
Il fatto che X distribuisca il codice Y v.1.0 (non modificato) con licenza
proprietaria non è un problema dal punto di vista del libero sviluppo del
sapere, perché è pur sempre disponibile lo stesso codice nel pubblico
dominio.
Ma se X produce nuova conoscenza, allora quella conoscenza deve essere
conoscibile e ulteriormente incrementabile.
Questo mica uccide il mercato, il mercato non vive solo di conoscenza
(il software libero ce lo insegna: manutenzione, consulenza... non
sviluppano il bene pubblico "sapere" ma sono attività private su cui si
fonda un'economia), di vendita di un nuovo prodotto.
La scelta moderna va fatta (rozzamente) così:
la conoscenza è o non è oggi un bene giuridico (pubblico) degno di essere
riconosciuto dall'ordinamento (pensate alle deroghe che riguardano la
l'educazione, la scienza... pensate al nostro fair use... non è che bisogna
invetarcelo questo principio)?
Direi di sì.
Se lo è, allora ogni sviluppo della conoscenza deve essere accessibile per
il bene della conoscenza stessa. E' talmente logico che diventa tautologico.
Saluti,
n.a.g.
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