[Discussioni] tassare le licenze

Antonio Russo antonio a softwarelibero.it
Dom 9 Dic 2007 13:25:19 CET


Il giorno sab, 08/12/2007 alle 20.14 +0100, Paolo Mascellani ha scritto:

> Premettendo che penso che mi stai prendendo in giro o (in senso 
> inclusivo) che non hai alcuna idea di cosa sia un consiglio di 
> circoscrizione, 

né l'una né l'altra, è ovvio che un consiglio comunale non può
deliberare sulle tasse, la mia precisione "ti faccio questa domanda come
uomo politico eletto" voleva proprio dire che su questo argomento io sto
discutendo con te in quanto uomo politico appartenente alla maggioranza
di governo. Poi sinceramente, la carica che tu occupi oggi per me non
vuol dire nulla, quello che mi interessa sapere è come la pensate in
quanto collettivo politico che rappresenta o intende rappresentare una
parte della popolazione. Spero di avere chiarito questo punto.

> mi pare che esista una direttiva europea che stabilisce 
> in generale chi deve pagare le tasse e dove all'interno dell'Unione: 
> fare eccezioni per il software, tra l'altro non vedo con quale 
> meccanismo (dazi doganali all'interno dell'Unione? Mi pare un'antitesi 
> all'Unione stessa; un'aliquota IVA raddoppiata? Apriti cielo! Una 
> Tobin-tax sulle licenze software? Non si riesce a mettere neppure sulle 
> transazioni finanziarie e, in quel caso, si parla di una frazione di 
> punto percentuale), non mi pare una buona idea.

Io non condivido questa idea dell'Unione Europea come struttura
immobile. Tanto per fare un esempio qui in Francia i cittadini rumeni e
bulgari pur essendo comunitari possono lavorare *solo* in alcuni
mestieri, malgrado le normative europee dicano il contrario. L'Unione è
una costruzione politica dinamica, se ci sono regole che non ci vanno
bene almeno cerchiamo di cambiarle. I francesi e i tedeschi ci riescono
spesso.    

> 
> Devo dire che non ho neppure capito che cosa intendi per "mettere sullo 
> stesso piano fiscale i produttori di software proprietario e le imprese 
> che forniscono servizi con software libero": mi pare che il piano 
> fiscale sia già lo stesso.

Invece no, ti faccio l'esempio concreto:

L'impresa di software libero "freefree" che ha la sede in Italia fattura
1.000.000 di euro all'anno, tu sai benissimo che la pressione fiscale in
Italia è del 42 % sul PIL, questo vuol dire molto semplicemente che in
un modo o nell'altro, di questo milione 420.000 euri finiscono nelle
casse del fisco. Sempre e comunque. Sia l'impresa che paga direttamente
le tasse, sia che queste tasse vengono pagate dai loro lavoratori e/o
fornitori. Questa è una regola matematica alla quale non c'è scampo. Più
aumenta il PIL più aumentano le risorse dello Stato. Questa regola
dovrebbe essere scritta in tutti gli uffici pubblici, nel caso qualche
volta venisse eletto un politico che non la conosce!!! :-)) 

Dall'altra parte ci sta l'impresa di software proprietario "mocosoft" la
quale fattura anche 1.000.000 di euro per vendite in Italia ma lo fa
attraverso la sua sede in Irlanda. Cosa succede?
a) Il PIL italiano diminuisce di circa 1.000.000 (considerando che il
software non ha materia prime dunque è quasi tutto valore aggiunto).
Poiché escono 1.000.000 di euro dalla nostra economia senza che ci sia
un'entrata analoga.
b) A questo punto l'entrate dello Stato diminuiscono di quasi 400.000
euro come conseguenza diretta della diminuzione del PIL.
c) La bilancia commerciale italiana va in negativo.
d) Il PIL e l'entrate del fisco irlandese aumentano senza che ci sia una
produzione dietro. 
e) L'azienda "Mokosoft" è più competitiva poiché ha una pressione
fiscale del 25 % dunque riesce ad avere un 20 % di guadagno in più
prodotto della speculazione e non dell'innovazione (questa parolina che
ci piace tanto!!)

Dove è il problema? Semplice, che il software viene prodotto negli USA e
nell'India, in Irlanda non viene scritta nemmeno una riga di codice. La
sede Irlanda è solo un covo dove lavorano 4 gatti (tutti ragionieri) che
serve soltanto a fatturare il software. Un semplice movimento contabile
riesce a falsare di vari punti percentuali intere economie nazionali.
Allora che cosa succederebbe se tutte le imprese italiane di software si
comportassero in questo modo? Il budget dello Stato calerebbe di
parecchi punti percentuali. Come dice il buon Padoa, meno tasse meno
servizi. 

Come se non bastasse in Italia abbiamo degli illuminati che invece di
finanziare "freefree" finanziano "mokosoft", poiché è un'azienda
"innovativa" che fa "ricerca".

Finché il problema del mancato introito agli Stati che genera l'utilizzo
di software proprietario nell'attuale schema fiscale europeo non venga
capito, continueremo a parlare di aria fritta. Parliamo di soldi veri e
teniamo conto di queste cifre (tra l'altro enormi) talvolta si parla di
"costi di migrazione" o TCO.

Allora io mi chiedo, visto che l'Irlanda che fa pure lei parte dell'UE
riesce ad applicare delle condizioni fiscali particolari ai produttori
di software proprietario perché noi in Italia non possiamo fare
altrettanto? 

Ciao

Anton
  





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