[Discussioni] tassare le licenze

Paolo Mascellani paolo a elabor.homelinux.org
Lun 10 Dic 2007 09:54:53 CET


Caro Antonio,

>> Premettendo che penso che mi stai prendendo in giro o (in senso 
>> inclusivo) che non hai alcuna idea di cosa sia un consiglio di 
>> circoscrizione, 
> 
> né l'una né l'altra, è ovvio che un consiglio comunale non può
> deliberare sulle tasse, la mia precisione "ti faccio questa domanda come
> uomo politico eletto" voleva proprio dire che su questo argomento io sto
> discutendo con te in quanto uomo politico appartenente alla maggioranza
> di governo. Poi sinceramente, la carica che tu occupi oggi per me non
> vuol dire nulla, quello che mi interessa sapere è come la pensate in
> quanto collettivo politico che rappresenta o intende rappresentare una
> parte della popolazione. Spero di avere chiarito questo punto.

Mah, direi che hai una certa confusione in testa: intanto confondi un
consiglio comunale con un consiglio di circoscrizione, ma la cosa più
grave è che prima mi chiedi un parere personale, che è quello che ti ho
dato, e poi uno collettivo, che non posso assolutamente dare.

>> mi pare che esista una direttiva europea che stabilisce 
>> in generale chi deve pagare le tasse e dove all'interno dell'Unione: 
>> fare eccezioni per il software, tra l'altro non vedo con quale 
>> meccanismo (dazi doganali all'interno dell'Unione? Mi pare un'antitesi 
>> all'Unione stessa; un'aliquota IVA raddoppiata? Apriti cielo! Una 
>> Tobin-tax sulle licenze software? Non si riesce a mettere neppure sulle 
>> transazioni finanziarie e, in quel caso, si parla di una frazione di 
>> punto percentuale), non mi pare una buona idea.
> 
> Io non condivido questa idea dell'Unione Europea come struttura
> immobile. Tanto per fare un esempio qui in Francia i cittadini rumeni e
> bulgari pur essendo comunitari possono lavorare *solo* in alcuni
> mestieri, malgrado le normative europee dicano il contrario. L'Unione è
> una costruzione politica dinamica, se ci sono regole che non ci vanno
> bene almeno cerchiamo di cambiarle. I francesi e i tedeschi ci riescono
> spesso.    

Ma a cosa ti riferisci? Ti pare che io abbia detto che la UE è una
struttura immobile ed immutabile? Io ho detto, schematizzo, che forse è
più chiaro:

1 - esistono delle norme europee che regolano queste cose (norme
lungamente contrattate e molto delicate da cambiare);

2 - si tratta di regole che non riguardano specificamente il software,
ma che sono molto più generali (per cambiarle, dunque, bisogna ragionare
in modo molto più allargato);

3 - non vedo motivi (ma, se me li fai vedere, ovviamente, posso cambiare
opinione) per inventare delle norme specifiche per il software;

4 - non vedo come tecnicamente si potrebbe applicare una tassa del 20%
(ma neanche dell'1%) sull'importazione di licenze software (dall'Unione
Europea, poi ...);

5 - per affrontare, se non risolvere, il problema che segnali, che
esiste, sarebbe meglio uniformare le tassazioni, ma la cosa ha più di un
aspetto problematico.

>> Devo dire che non ho neppure capito che cosa intendi per "mettere sullo 
>> stesso piano fiscale i produttori di software proprietario e le imprese 
>> che forniscono servizi con software libero": mi pare che il piano 
>> fiscale sia già lo stesso.
> 
> Invece no, ti faccio l'esempio concreto:
> 
> ...

Ci sono alcune cose che secondo me non tornano nel tuo esempio, ma,
comunque, mi pare di aver già risposto su questo punto.

> Come se non bastasse in Italia abbiamo degli illuminati che invece di
> finanziare "freefree" finanziano "mokosoft", poiché è un'azienda
> "innovativa" che fa "ricerca".

Questa è una stortura che va senz'altro eliminata, ma non c'entra con
quanto detto prima.

> Finché il problema del mancato introito agli Stati che genera l'utilizzo
> di software proprietario nell'attuale schema fiscale europeo non venga
> capito, continueremo a parlare di aria fritta. Parliamo di soldi veri e
> teniamo conto di queste cifre (tra l'altro enormi) talvolta si parla di
> "costi di migrazione" o TCO.
> 
> Allora io mi chiedo, visto che l'Irlanda che fa pure lei parte dell'UE
> riesce ad applicare delle condizioni fiscali particolari ai produttori
> di software proprietario perché noi in Italia non possiamo fare
> altrettanto? 

Perché l'Irlanda non applica queste condizioni particolari solo al
software proprietario, ma a tutti: questo è una manna per le grandi
multinazionali, soprattutto del software, che hanno la possibilità di
sfruttare al massimo queste condizioni; tuttavia, non è con una
"stortura" che si può rimediare ad un'altra "stortura".

Approfitto per rispondere anche a Simo.

> Non vorrei dire castronerie (quindi conferme o smentite sono molto bene
> accette), ma questo vale in tutta Europa, ricordo distintamente di aver
> sentito che questo vale anche in Italia quando furono 'aperte' le
> frontiere a Romaina e Bulgaria, questo perche' questi stati come diversi
> altri non possono aderire appieno a Schengen ancora.

Certamente: ci sono cose che si possono fare in via transitoria in
attesa che tutti ottemeperino ai loro doveri. Non mi pare che si possa
invocare questa norma tra noi e l'Irlanda su questo tema.

> ...
> 
> In ogni caso anche l'Italia viola direttive Europee quando ai nostri
> amici politici fa comodo, tanto poi le multe vengono pagate con le tasse
> dei cittadini (e non sono poche).

Ti consiglio di non utilizzare la categoria dei "politici": è foriera di
grossi fraintendimenti. In ogni caso, io sto proponendo di *non* violare
le norme europee, a meno che non sussistano gravi motivi per farlo e, in
questo caso, assumendosene le proprie responsabilità.
Contemporaneamente, vorrei che il processo decisionale europeo fosse
maggiormente trasparente e democratico.

Ciao, Paolo.

-- 
Paolo Mascellani - paolo a elabor.homelinux.org
eLabor sc - via G. Garibaldi 33 - 56124 Pisa (050 970 363)
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