[Discussioni] Stefano Zacchiroli e' il Debian Project Leader 2010/2011

Renzo Davoli renzo a cs.unibo.it
Lun 19 Apr 2010 11:06:32 CEST


> Eccellente, e sono contento di vedere come una "eccellenza" italiana
> si sia affermata in ambito mondiale. Meno contento di vedere che per
> l'ennesima volta, un eccelenza italiana, non lavora in Italia; non
> voglio essere polemico, ma non è certo il primo caso, e constato
> solamente i fatti.

Hai perfettamente ragione. Cio' che tu dici e' particolarmente vero
per le eccellenze nel campo del software libero.
Tre settimane fa "ho laureato" due dei miei migliori ragazzi,
due laureati specialisti con "110 e lode" con tesi e ampia esperienza
nel campo del software libero.
Uno ha resistito una settimana sola in Italia, l'altro sta per partire.
Non e' una eccezione, e' la regola. La quasi totalita' dei laureati
migliori scappa. Nelle condizioni attuali purtroppo fanno bene.

Io mi arrabbio, sto male veramente, quando sento dire che "l'universita'
non fa cio' che chiedono le aziende", quando si spara ad alzo zero sulla
universita' che non prepara. Ma dove sono cresciuti quei cervelli che fuggono?
Sono cresciuti sotto i cavoli? No.

Nelle classifiche internazionali (anche in quelle delle quali non condivido
i parametri di valutazione) l'universita' dove lavoro e' considerata
migliore della maggior parte delle universita' americane ed europee.

Siamo nelle top 200 universita' al mondo secondo 
http://www.topuniversities.com
e siamo una Universita' pubblica dove lo studente spende meno che in
altri paesi e, a quanto pare, si prepara meglio.

Dovremmo peggiorare i nostri corsi per far piacere alle aziende?

O forse le aziende (e gli altri enti pubblici) dovrebbero ascoltarci ed
evolvere, essere "degne" dei nostri studenti e iniziare ad innovare?
Non sono i brevettini o le uova di colombo che cambiano i mercati,
sono le idee che crescono nelle giornate di brainstorming fra lavagne
e laboratori, le discussioni nei bar delle universita' fra studiosi di
diverse discipline. Occorre la libera circolazione delle idee.

Finiamola con il ritornello "le universita' non funzionano" e iniziamo a
dire "le aziende italiane non funzionano" (o almeno la maggior parte
delle aziende).

Se continuano cosi' perdono (e perdiamo) prima le persone migliori, poi
i mercati.

A questo occorre aggiungere che anche le Universita' e i centri di ricerca
non riscono ad offrire posti di lavoro interessanti e competitivi rispetto
alle Universita' all'estero. Questo e' il caso di Stefano.

Di Cosmo alla confsl2009 ha detto che se si smettesse di investire sulla
manutenzione delle rotaie i treni per un po' continuerebbero a funzionare,
cosi' l'abolizione delle spese di manutenzione potrebbe apparire come una
ottima idea di risparmio. Poi pero' il sistema collasserebbe, i treni 
inizierebbero a deragliare, come a Viareggio.

"Qualcuno" sta causando la "Viareggio" dell'universita' italiana e con essa
dell'economia italiana.

Scusate, ma e' un tema che mi sta molto a cuore. 
Alexjan mi hai toccato "sul vivo".

		renzo




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