[Discussioni] Incontro Stallman Vendola

Marco Bertorello marco a bertorello.ns0.it
Gio 16 Dic 2010 13:08:56 CET


Il 16 dicembre 2010 11:08, Luca Ferroni <fero a pdp.linux.it> ha scritto:
> On 12/16/2010 09:41 AM, Marco Bertorello wrote:
>>
>> penso che il "cosa" dipenda dal "chi". per questo credo sia importante
>> non demandare ad altri la propria rappresentanza.
>
> un movimento è fatto di persone.
>
> Un movimento si fonda su dei principi, poi questi principi sono portati
> nella vita di tutti i giorni
> dalle singole persone.
>
> Ogni singola persona ha dentro la testa quello che ha.
>
> Giudicare un movimento da una persona sarebbe stupido,
> sarebbe come giudicare tutti i bagni pubblici della città dal bagno che hai
> usato nel momento opportuno.
>
> Cosi funziona in tutti i gruppi organizzati: dai partiti, alla chiesa, alle
> associazioni, a tutto quello che va sotto lo stesso nome.

sarà, ma se io sento il papa dire una cosa, per me quella è la
posizione della chiesa.
se vedo vendola fare qualcosa, quel qualcosa lo sta facendo anche SeL.

> È un compromesso che è necessario accettare per sentirsi parte di un
> movimento.
>
> Il fatto che queste persone che incontreranno Vendola hanno una reputazione
> a livello nazionale e internazionale
> nella promozione del software libero
> dovrebbero imho farci pensare che andiamo tutti nella stessa direzione ossia
> nella direzione dei principi del movimento.

a me fa più pensare che siamo persone diverse e difficilmente le une
curerebbero gli interessi degli altri. Io per primo non curerei
affatto gli interessi di aziende, imprenditori, partiti e "amici degli
amici"

> Se non ci riconoscessimo in queste persone mi chiedo io, in che senso
> possiamo dire di "essere parte di un unico movimento?"
> Siamo movimenti separati semmai.

no, semplicemente siamo parti diverse dello stesso movimento.
Come giustamente dici tu, un movimento è fatto di persone e queste
persone, con ognuna quello che ha in testa, crea una complessità,
fatta spesso di contraddizioni. Ora il punto è, valoriziamo queste
diversità, questa complessità, queste contraddizioni o semplicemente
cerchiamo di ricondurre a uno tutto quello che siamo?

Vien da se che, IMHO, la seconda strada non esiste a meno di non
imporre una visione dall'alto che comunque non è rappresentativa e
altro non può fare che spaccare il movimento, rendendoci di fatto
movimenti separati (e quindi in aperto conflitto).

Capisco che molti possano credere che io ce l'abbia con ASSOLI e in
parte è anche vero, visto tutti i comportamenti che ha avuto e che ho
ampiamente descritto, ma sinceramente, se potessi scegliere, il
conflitto preferirei averlo verso l'esterno.

> Il "titolo" che queste persone rivestono, non è dato da operazioni di
> clientelismo, o parentopoli.
> È gente che ha vissuto con noi tutti i giorni. Alcuni con uni, alcuni con
> altri.

Personalmente non ho ne gli strumenti, ne il riscontro nei fatti, di questo.
Non lo metto in dubbio, avrai i tuoi buoni motivi per crederlo, ma io
la mano sul fuoco non ce la metto, almeno sulla prima parte.

> Cmq la fiducia è un aspetto che dovremmo mettere a fuoco
> perché è giusto che ognuno la propria fiducia e i propri dubbi li esprima
> sulle singole persone,

La fiducia però bisogna guadagnarsela, non è una cosa dovuta

> ed è anche giusto capire quanto è rappresentativa la voce di ciascuno.

La rappresentanza lascia il tempo che trova. Concordo assolutamente
con Daniel che non è "roba nostra".

Esempio pratico: un coglione, con il 70% dei consensi e rappresentante
di migliaia e migliaia di persone, resta comunque un coglione:
http://www.forzasilvio.it

ciao,

-- 
Marco Bertorello
System Administrator
http://bertorello.ns0.it

"che storie che raccontano giu in centro!
parlano di liberta ma l’han persa sul momento"



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