[Discussioni] DDL per il SL nella PA

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Mar 28 Dic 2010 00:26:13 CET


Siccome qualcuno dice che Vendola prima di incontrare Stallman ignorava
la valenza sociale del SL
(come se un politico del suo calibro ignorasse gli aspetti politici di
ciò di cui tratta e non avesse un entourage che lo informasse
adeguatamente),
riporto di seguito la relazione al ddl della Regione Puglia, dallo
stesso Vendola sbandierato
PRIMA di incontrare Stallman.

In particolare, sottolineo questo passaggio (ma nel testo ne trovate
altri di tenore analogo):

"Viene riconosciuta la necessità di dotare l’economia regionale di
Software Libero ed Open Source quale indispensabile importante
strumento per la realizzazione di progetti ed attività che troverebbero una
base operativa comune capace di contribuire a rilanciare quel progresso
scientifico, produttivo, tecnologico ed occupazionale verso il quale la
Regione Puglia intende convergere, costruendo i fondamenti di una
compiuta democrazia anche all’interno dei rapporti tra istituzioni e
cittadini, liberando in modo significativo cittadini ed istituzioni dal peso
finanziario di royalties e restrizioni imposte dai produttori di sistemi
operativi, di programmi applicativi, di procedure informatiche per i
quali gli
stessi produttori sono proprietari dei codici sorgente dei software che
regolano in modo pesantemente invasivo e pericolosamente pervasivo i
processi sociali e produttivi".

Che cosa significa questo se non attribuire una valenza anche sociale al SL?


bye
nag

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“NORME IN MATERIA DI PLURALISMO INFORMATICO, SULL’ADOZIONE E LA DIFFUSIONE
DEL FREE LIBRE OPEN SOURCE SOFTWARE E OPEN HARDWARE E SULLA PORTABILITA’ DEI
DOCUMENTI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE REGIONALE E LOCALE”

La Regione Puglia assume il valore della Comunicazione e della
partecipazione alla formazione dei processi comunicativi come elementi
costituivi fondamentali della democrazia e del diritto di cittadinanza e
considera beni comuni la Comunicazione ed il diritto per tutte e per
tutti di
accedere liberamente alle risorse della conoscenza, dell’informazione,
della pubblica amministrazione, dell’arte e del sapere senza distinzione di
censo, religione, appartenenza etnica, nazionalità, credo politico, lingua,
età e sesso.

Al fine di rimuovere ogni impedimento in tal senso, si adopera
promuovendo lo sviluppo della Società dell’Informazione così che sia
possibile sviluppare servizi pubblici più efficaci, efficienti ed
accessibili,
favorendo altresì la diffusione dei saperi e della conoscenza informatica
come fattore determinate per abbattere le barriere digitali e sostenere in
tal modo, nella società della comunicazione e dell’informazione, la
realizzazione personale e professionale di ciascuno nonché le forme di
cittadinanza attiva, in sintonia con i dettami della Carta Costituzionale
Repubblicana e nel totale ossequio dei principi fondamentali in essa
contenuti.

La Regione Puglia interviene con la presente legge nell’intento di
rendere massimamente accessibili e fruibili le tecnologie comunicative ed
informatiche attualmente offerte dall’evoluzione tecnologica; sostiene e
promuove la diffusione e l’uso di software caratterizzati da standard e
formati aperti secondo le definizioni dell’art. 3 del seguente testo come
principio di garanzia per il pluralismo informatico e la libertà di
scelta nella
realizzazione di piattaforme informatiche,  garantendo altresì  la
competitività e la trasparenza del mercato.

Sono inoltre incoraggiati e favoriti la ricerca, lo sviluppo, la
produzione e la diffusione di Software Libero ed Open Source quali
programmi per elaboratore elettronico, secondo le definizioni dell’art.
3, in
considerazione delle sue grandi e positive ricadute sull’economia pubblica,
sull’economia regionale in generale, sull’alfabetizzazione informatica,
sulla
diffusione dei saperi derivanti dallo sviluppo della ricerca scientifica e
dell’innovazione tecnologica.

Viene riconosciuta la necessità di dotare l’economia regionale di
Software Libero ed Open Source quale indispensabile importante
strumento per la realizzazione di progetti ed attività che troverebbero una
base operativa comune capace di contribuire a rilanciare quel progresso
scientifico, produttivo, tecnologico ed occupazionale verso il quale la
Regione Puglia intende convergere, costruendo i fondamenti di una
compiuta democrazia anche all’interno dei rapporti tra istituzioni e
cittadini, liberando in modo significativo cittadini ed istituzioni dal peso
finanziario di royalties e restrizioni imposte dai produttori di sistemi
operativi, di programmi applicativi, di procedure informatiche per i
quali gli
stessi produttori sono proprietari dei codici sorgente dei software che
regolano in modo pesantemente invasivo e pericolosamente pervasivo i
processi sociali e produttivi.

Quanto detto per il software, identicamente vale per quel che
attiene le apparecchiature elettroniche (hardware) come meglio esplicitato
al successivo art. 12 del presente testo di legge.

La presente legge dispone che la Pubblica Amministrazione
Regionale e Locale ponga in essere azioni positive per dotare se stessa di
piattaforme organizzative informatiche totalmente gestibili, interoperabili,
adeguabili alle esigenze presenti sul territorio ed incentivare a ciò altri
soggetti sia pubblici che privati.
      
La legge, vista la natura del campo di specifica applicazione, mira
anche a restituire alla Pubblica Amministrazione Regionale e Locale ed ai
soggetti direttamente ed indirettamente coinvolti, essenziali strumenti
normativi in grado di consentire il massimo livello possibile di
modificabilità autodeterminata e contrattabilità dei contenuti e controllo
delle procedure informatiche rispetto a tutte le implicazioni organizzative
conseguenti, ivi comprese quelle inerenti l’organizzazione del lavoro
correlata all’adozione di procedure informatiche, accrescendo così la
possibilità di rilanciare la regione Puglia come area geografica, politica,
economica, produttiva e lavorativa, anche nel settore della ricerca per la
produzione del software e dell’hardware, nella quale il ruolo
Euro-Mediterraneo
della stessa sarà ancor più centrale ed evidente anche per le
ricadute positive in termini di beneficio culturale, occupazionale,
scientifico e tecnologico che dall’impulso generato dalle politiche
regionali
potranno essere determinate anche grazie al presente provvedimento di
legge.




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