[Discussioni] Vendola torna a battere bandiera del Software Libero

Paolo Mascellani paolo a elabor.homelinux.org
Mar 12 Lug 2011 09:26:20 CEST


Salve,

> Certo è che in un ospedale spazi per introdurre il SL ce n'è a bizzeffe
> a prescindere dagli elettromedicali.
> Il problema è che le migrazioni vanno fatte "on-the-fly" se no come
> minimo c'è il rischio di provocare un'epidemia di ulcere gastriche negli
> operatori (in un ospedale le procedure, qualsiasi esse siano *devono*
> funzionare, pena la paralisi: e pensate un po' cosa vuol dire la
> paralisi del sistema informatico per chi lavora in un Pronto Soccorso),
> e che comunque i CED sono molto spesso sottodimensionati rispetto a
> quelle che sono le risorse atte a *gestire* in prima persona un sistema
> basato su SL (il che vuol dire non solo l'help desk, ma anche le
> personalizzazioni, il bug-fixing, lo sviluppo, ecc.).

È chiaro che un piano di migrazione serio non può prevedere, come è già
stato detto: "da domani tutti su Ubuntu". Altrettanto chiaro che non ci
si può nemmeno basare su qualche "ragazzotto" volenteroso (vedi nota al
mio precedente messaggio) che oggi ti mette Ubuntu su un calcolatore
(che poi non usa più nessuno, anche perché è pentium II che era rimasto
li) e poi si vedrà.

Il piano di cui sopra deve obbligatoriamente prevedere un periodo di
transizione e dotarsi di tutte le risorse che permettono di gestirlo
correttamente (se no, cosa l'hanno inventato a fare il "lock-in"?).
Anche per questo nel mio precedente messaggio dicevo che o ci si
costruisce le competenze o ci si affida ad un consulente o ad una ditta
seria (ne esistono tante, per fortuna, in tutta Italia) per farselo fare.

> Detto questo, credo che questi tempi di vacche magrissime saranno una
> manna per chi lavora col SL, se sa gestirsi un attimo con intelligenza.
> Anche il più disonesto e in malafede dei direttori generali sa che se
> spende qualche centinaio di migliaia di € in licenze microsoft, non se
> li ritrova da un'altra parte del bilancio e ad esempio può essere
> costretto a chiudere reparti per l'estate o piacevolezze simili.

Il problema non è solo la disonestà e la malafede, ma soprattutto
l'ignoranza: certe spese (le licenze, ad esempio) vengono percepite, non
solo dai direttori amministrativi, ma da tutto l'ambiente, come
inevitabili, altre invece (un CED con risorse adeguate, ad esempio) come
voluttuarie; la nostra battaglia è culturale e proprio per questo molto
più difficile di così. Questo non toglie che ci possano essere delle
circostanze che facilitino l'introduzione di certi ragionamenti.

> Se viene fuori che ha buttato nel cesso tutti quei soldi perchè il
> medico o l'amministrativo di turno potessero usare Power Point, sa che
> rischia la castrazione coi denti sulla pubblica piazza.

Ne dubito fortemente: la stragrande maggioranza delle persone penserà
che non c'erano alternative.

> Con questi chiari di luna ritengo che i tempi possano essere
> interessanti e mi paiono possibili migrazioni di massa al SL, non legate
> a leggi regionali, ma al fatto che il grano manca.

Questa è una componente, ma da sola non basta. La dove si è però creato
un terreno culturalmente favorevole, allora potrebbe essere una spinta
in più.

> Se il mondo delle imprese saprà rispondere adeguatamente (un minimo di
> etica e di furbizia, niente atteggiamenti da "tanto paga Pantalone",
> sano realismo e niente improvvisazioni) la migrazione al SL sarà una
> realtà di fatto, in barba a leggi regionali e ad accordi con questo o
> quel venditore di software.

Sul mondo delle imprese ... mi faccio poche illusioni, anche se, come
detto prima, quelle serie non mancano; quasi nessuna illusione invece su
quelle che lucrano sul sanitario.

Ciao, Paolo.

-- 
Paolo Mascellani - paolo a elabor.homelinux.org	
eLabor sc - via G. Garibaldi 33, 56124 Pisa (+39 050 970 363)
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