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Francesco Potortì pot a potorti.it
Gio 26 Lug 2012 09:08:19 CEST


Flavia Marzano:
>>> Decreto approvato questa mattina... ragazzi, sembra incredibile!
>>> 
>>> 10. All'articolo 68 del codice
>>> dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo
>>> 2005, n. 82, e successive modificazioni, il comma 1 è sostituito dal
>>> seguente: «1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi
>>> informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa
>>> di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili
>>> sul mercato:
>>> a) software sviluppato per conto della
>>> pubblica amministrazione; b) riutilizzo di software o parti di esso
>>> sviluppati per conto della pubblica amministrazione; c) software
>>> libero o a codice sorgente aperto; d) software combinazione delle
>>> precedenti soluzioni. Solo quando la valutazione comparativa di tipo
>>> tecnico ed economico dimostri l'impossibilità di accedere a
>>> soluzioni open source o già sviluppate all'interno della pubblica
>>> amministrazione ad un prezzo inferiore, è consentita l'acquisizione
>>> di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a
>>> licenza d'uso. La valutazione di cui al presente comma è effettuata
>>> secondo le modalità ed i criteri definiti dall'Agenzia per l'Italia
>>> digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì
>>> parere circa il loro rispetto».

Francesco Potortì:
>> Essenzialmente dice che si prende la soluzione che costa meno, giusto?
>> 
>> A parte il fatto che si riconosce pubblicamente il fatto che il software
>> libero esiste, non mi pare che cambi nulla rispetto alla situazione
>> precedente.  Se sbaglio sarei lieto che qualcuno mi spiegasse perché.

>Non sono risolti tutti i nostri "problemi" ovviamente, ma il fatto che
>il default sia open è un altro passo... niente di piu'.

Ah, forse ho capito.  Se si vuol comprare software proprietario è
necessario effettuare una «valutazione comparativa di tipo tecnico ed
economico che dimostri l'impossibilità...».  E siccome fare una
valutazione comparativa è costoso, e farne una che dimostri
l'impossibilità di qualcosa è vicino all'impossibile, questa norma di
fatto scoraggia l'uso di software proprietario.

Nella pratica, se si vuol comprare software proprietario l'azienda che
vende le licenze si farà carico di produrre la valutazione comparativa,
che verrà valutata dall'Agenzia.  A questo punto, tutto sarà in mano
all'Agenzia e alla sua capacità tecnica e volontà politica di analizzare
criticamente le valutazioni e respingerle se del caso.  E alla sua
capacità economica di resistere ai ricorsi che certamente verranno
intentati dalle aziende in caso di respingimento, perlomeno per i grossi
contratti.

Ho capito bene?



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