[Discussioni] UN PASSO INDIETRO PER IL SOFTWARE LIBERO
Gian Uberto Lauri
saint a eng.it
Lun 11 Feb 2013 20:40:56 CET
On 11/feb/2013, at 18:37, Francesco Potortì <pot a potorti.it> wrote:
> Gian Uberto Lauri:
>> Credeteci o no, il Software Libero quando imposto non è libero. È imposto.
>
> Non confondiamo i termini. "software libero" ha un significato preciso,
> e indica software distribuito con una "licenza libera", cioè che
> consente los tudio del sorgente, la copia del programma, la sua modifica
> e redistribuzione.
Se vuoi si può usare un insieme diverso di parole, e comunque l'uso delle maiuscole e minuscole non era fatto a caso.
> Tutto ciò non ha nulla a che fare con l'essere obbligati ad usarlo o
> meno. Il software "non libero" è "software proprietario", non "software
> imposto".
Ni. È vero che Software Libero è del software che rispetta 4 libertà ben definite. Ma se guardiamo alla ragione di essere delle 4 libertà è innegabile che lo scopo è garantire la libertà, in particolare la libertà di uso. Che è anche libertà di non uso, nel senso che, ad esempio, non si è obbligati ad usare Emacs, chi sente di doverosi sottoporre a penitenze gravose può ad esempio usare vi, anche se la libertà di non uso è marginale e sempre vista all'interno di una scelta libera (ovvero esente da vincoli).
> Che non piaccia l'idea di imporre il software libero è comprensibile e
> se ne può discutere. Che si forzino i termini serve a confondere le
> acque.
O a provocare per risvegliare da pericolose sicurezze.
Nel momento in cui si *impone arbitrariamente* di usare il Software Libero in un certo qual modo si viola la libertà 0, e sicuramente si può causare fastidio, lo stesso che proviamo quando non ci viene permesso di usare i nostri programmi liberi preferiti.
Avendo subito il divieto di usare i miei programmi preferiti (liberi, uno per tutti Emacs) ed avendo passato gli ultimi 15 anni circa a lavorare più degli altri per poterlo fare come volevo io senza interferire nel flusso lavorativo del gruppo, mi rifiuto di accettare che una persona sia obbligata arbitrariamente ad usare un programma che non vuole usare, anche se libero. Posso solo accettare di fare tutti gli sforzi possibili per persuaderlo alla migrazione, ma mai con la coercizione,
Imporre arbitrariamente il Software Libero lo sporca, e credo sia dannatamente difficile convincermi del contrario.
Ho detto arbitrariamente, e questo esclude le situazioni in cui ad esempio ci sono validi motivi economici che portano un organizzazione ad optare saggiamente per il Software LIbero. Ma anche in questi casi gli utenti hanno diritto al rispetto che si traduce nel guidare nella migrazione.
La mia esperienza dice che ogni qual volta non è prestata attenzione all'utente o peggio si è agito arbitrariamente, alla fine gli utenti sono tornati contenti sotto il giogo del software proprietario...
--
Gian
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