[Discussioni] UN PASSO INDIETRO PER IL SOFTWARE LIBERO

Gian Uberto Lauri saint a eng.it
Mar 12 Feb 2013 05:55:48 CET


On 11/feb/2013, at 21:57, Niccolo Rigacci <niccolo a rigacci.org> wrote:

> On Mon, Feb 11, 2013 at 08:53:18PM +0100, Gian Uberto Lauri wrote:
>> 
>> regolamentazione di sicurezza tutelano il diritto alla vita 
>> delle persone che viene molto molto prima della libertà di 
>> agire come pare e piace.
>> ...
>> Sono due casi in cui un diritto superiore 
>> (vivere) soprassiede al diritto di fare quello che pare e 
>> piace
> 
> Ok, non ti ho convinto. Cambiamo esempio.
> 
> Se riduco in schiavitù una persona mi becco una condanna. E' una 
> regola che la Società si è imposta e non dipende da alcun 
> "diritto superiore" (divino?),

Il termine corretto non mi sovviene, sono un ingegnere e non un uomo di legge.

Ma il preambolo della Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell'Uomo mi pare sufficientemente chiaro nell'indicare che alcuni diritti derivano dall'essere "esseri umani", in contrapposizione ai diritti che derivano dall'ottemperare a doveri sociali.

> tant'è che la schiavitù era 
> normale fino a qualche secolo fa, quando il possesso dello 
> schiavo era il "diritto superiore" tutelato dalla legge.

Occhio, il diritto è l'origine della legge.

Ma ci siamo più vicini. 

Chi sceglie un programma proprietario si asservisce ad una licenza che spesso non ha nemmeno letto. E si trova oppresso da vari obblighi, i.e. acquisire una licenza per ogni nuovo utente, non poter cambiare programma perché nient'altro può leggere i dati pregressi.

Ma mentre per l'afroamericano faceva una differenza enorme raccogliere il cotone da salariato o da schiavo, l'utente di un programma non sempre ha questa consapevolezza, anzi è più spesso vero il contrario. Mentre può trovare scomodissimo il nuovo e libero prodotto. E su questo può avere ragione o meno, ad esempio io mi trovo da cani ad usare M$ Word e bene con OO Writer proprio per l'interfaccia utente, per questo ritengo lecita la posizione del mio collega che dice di trovare scomodo OO Writer. 

Attenzione, parliamo di "User Experience", trovarsi a proprio agio col comportamento di un programma, il mio collega sente comunque come una imposizione fastidiosa il dover usare OO. Perché nessuno ha fatto la necessaria opera di persuasione degli utenti sui benefici della libertà. O per lo meno quel minimo di addestramento che serva a rimpiazzare l'esperienza acquisita in modo da trasformare l'imposizione in scelta compresa e condivisa.


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Gian Uberto Lauri
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