[Discussioni] Il modello open source produce ancora il software migliore?
loredana
llcfree a gmail.com
Dom 13 Apr 2014 10:01:01 CEST
On Sun, 2014-04-13 at 03:03 +0200, Marco d'Itri wrote:
> Ma sul serio state a discutere di quello che scrivono i matti di
> Internet?
Beh, a me pare che, a parte il tono piu' o meno sgradevole, esagerazioni
a parte, qualche cosa che corrisponde a cio' che sta sotto gli occhi di
tutti ci sia in:
http://www.keinpfusch.net/2014/04/il-cuore-che-sanguina.html
E' vero che e' stata prodotta una marea di software da parte della
comunita' e qualcuno ha razzolato e accumulato.
Concentrato nelle mani di pochi, che sia chiamato open o proprietario,
il risultato non cambia e le conclusioni di quel post si avvicinano
molto a cio' che e' successo. Lo sviluppo che incide sul mercato si e'
spostato dal desktop potenzialmente sulla scrivania di tutti alle grandi
multinazionali e al riparo della rete, dove la comunita' non ha piu'
accesso, ne' puo' sognarsi di competere sullo stesso piano. Qualcuno ha
fatto man bassa e opera la selezione. Google e' il caso piu'
interessante, perche' lo fa apertamente, fagocitando, scegliendo,
promuovendo, chiudendo, addescando, sotto gli occhi di tutti, che
accorrono in massa. Lo fa perche' lo puo', lo sa fare e rende
miliardari.
La vera rivoluzione del software libero lascia come traccia persistente
quelli che della possibilita' di imparare e fare hanno saputo
approfittare e non dovrebbe stupire che molti siano finiti a lavorare
per le multinazionali. O semplicemente ne abbiano fatto un mestiere,
dove la collaborazione si trasforma praticamente subito in competizione.
Potrebbe non andare cosi' il mondo (?), ma adesso va cosi', con il
contributo di tutti e risultati non sempre piacevoli.
E' un vero peccato che qualcosa di una componente cosi' essenziale allo
sviluppo delle societa' attuali non lo abbiano imparato tutti. Quello
si', si poteva fare (e si puo' ancora fare, basta farlo).
Insomma, quale altro sviluppo ci si poteva attendere quando qualcuno da'
senza porre condizioni? Neppure quella di restituire nella stessa forma
in cui si e' ricevuto tanto ben di dio? Sia esso codice o dati?
Che ci sia qualcosa da imparare da questo pezzetto di storia cosi'
concentrata nel tempo da far parte dell'esperienza di tutti? Forse val
la pena proteggere con una licenza "virale" il lavoro? Chi lo ha fatto
patisce meno e mi pare continui abbastanza tranquillamente per la stessa
strada, occupandosi dei problemi concreti, tra cui in primis sicurezza e
privacy, ma non solo:
http://www.fsf.org/
Chi poi pensa che esista software senza bachi, proprietario, open o free
con tanto di copyleft, non sa cosa sia il software. L'unica cosa che
conta e' quanto velocemente si correggono, i bachi, e cosa ci insegnano
in termini di strategie da usare nell'utilizzo delle tecnologie.
Loredana
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