[Discussioni] c'e' un modo? era Re: schermate di servizi online anti-SL? era: Mercato della Pubblica amministrazione (mepa)

loredana llcfree a gmail.com
Mer 22 Gen 2014 22:20:37 CET


On Wed, 2014-01-22 at 10:09 +0100, Sandro Santilli wrote:
> On Tue, Jan 21, 2014 at 06:57:24PM +0100, loredana wrote:
> . Come glielo spiego
> > io allo stato, alla regione, al comune, se me ne perdo uno, di questi
> > avvisi di pagamento, da qui a cinque/dieci anni?
> 
> Quando e' capitato a me sono riuscito a spiegarlo. Le persone (per fortuna)
> possono ancora risolvere problemi al di fuori di protocolli rigidi. Certo
> bisogna migliorare i protocolli, ma anche parlare con le persone aiuta il
> cambiamento. In questa ottica, ancora, credo sia utile creare strumenti che
> aiutino le persone coinvolte a parlare tra loro.

Anch'io ho avuto esperienze positive. Ne ho avute anche di negative. Non
ci si puo' affidare al caso, a livello di sistema, occorre rendere
oggettivo il rapporto con la PA, con regole chiare. Il contributo del
sistema informativo in questo processo e' fondamentale.
 
Il problema e' che con l'uso massiccio dei calcolatori le persone
vengono svuotate delle loro competenze e percio' finiranno per
irrigidirsi sempre piu'. "Lo dice il calcolatore" temo sara' la risposta
standard. E' tremendo, se uno pensa che calcolatori e rete liberi, nelle
mani dei singoli e sotto il loro controllo potrebbero essere una
formidabile estensione della mente e invece per molti finiranno per
sostituirsi ad essa. 

> In questo caso specifico, a livello di protocollo, credo che un buon passo
> in avanti sarebbe _costringere_ le pubbliche amministrazioni ad usare la
> posta elettronica certificata gia' fornita gratuitamente al cittadino.

L'ho suggerito al Garante. E' da un po' che penso alla PEC. Ma mi sono
fermata fin qui perche':

1) non avevo modo di rendermi conto se la PEC avrebbe migliorato o
peggiorato la situazione. L'unico modo in cui la PEC puo' servire , e'
che TUTTE le comunicazioni con la PA passino attraverso la PEC. E tu mi
confermi che non e' cosi'. Se non e' cosi', ho fatto bene a fermarmi, ma
questo significa che il problema della comunicazione affidabile resta
aperto

2) delle poste non mi fido. Non dopo che mi hanno fregata con la casella
postale, quella fisica. Costo d'ingresso 50 euro all'anno, rinnovo
l'anno successivo 200 euro. Le comunicazioni sono importanti, non si
puo' disdire una casella senza il necessario preavviso, occorre avvisare
coloro a cui era stata data come recapito. Ancor peggio sarebbe dover
disdire una PEC. La casella postale l'ho aperta perche' dalla buca mi
spariva tutto. Per me il problema della comunicazione affidabile rimane,
se la PEC non funziona. E se funziona, nel senso che e' messa in
funzione, allora i problemi saranno altri, quelli si' di interesse
diretto per tutti e in particolare per assoli. Entra seriamente in
gioco, ad esempio, il problema della sicurezza, quella reale, non quella
teorica. Se ci si pensa fino in fondo, ci si accorge che non puo' esser
affrontato se non ribaltando l'attuale concezione

> Gia'. Il "responsabile" dovrebbe occuparsene. Il fatto che sia irraggiungibile
> e' gia' di per se un bel guaio. Sara' legale ? Credo ci sia l'obbligo di
> fornire un servizio di relazione col pubblico. 

C'e' e io lo uso, se mi pare che potrebbe servire.

> Purtroppo si arriva al nodo
> della giustizia perche' spesso le leggi esistono ma non si riesce a farle
> rispettare. Fare ricorso costa tempo e denaro, e la convenienza immediata
> spinge ad evitare, a fare altrimenti.

Fare altrimenti non funziona. Occorre trovare il modo di fare come si
deve, Se si scopre che non e' possibile, occorre renderlo possibile. E'
come con il software libero, nel senso della free software foundation.
Se ci si dimentica dei principi e delle garanzie che ne derivano, si
finisce altrove. E prima o poi si paga.

> Linea amica sembra avere questa come "mission", hai fatto un giro ?
> Magari vale la pena investire tempo in quel servizio (cercando modi
> per essere di aiuto).

Non ancora, ma solo perche' richiede una certa quantita' di tempo.

> [... taglio del lungo sfogo ...]

> Serve un altro luogo, vero ? :)
> A me non hai dato fastidio, anzi.

Serve tornare a poter discutere con le persone. Questa lista si chiama
discussioni. Lista che vai, reazioni che trovi. Le reazioni sono
responsabilita' degli altri, le mie azioni sono responsabilita' mia.

> Sono stato _terrorizzato_ anch'io. Ora un po' meno, da quando ho provato
> ad affrontare le questioni. La paura deriva dall'ignoranza, ed il sistema
> Italia sembra fatto apposta per tenertici dentro. Non e' un caso se parliamo
> di questo su una lista per il software libero. Il software e' conoscenza,
> e la sua "conoscibilita'" rende piu' liberi. Anche dalla paura. E' normale
> che si voglia applicare lo stesso processo liberatorio ad altre forme di
> "processi funzionali". 

Com'e' che si fa?
+1?

Il sistema Italia e' un misto, c'e' di tutto. Basta capirlo e non
ritrarsi sdegnati, come se esistesse davvero un altrove. Uno dei
problemi essenziali e' che nessuno o quasi ritiene di dover fare bene il
suo lavoro, qualunque esso sia. Intendo "lavoro" nel senso generale, non
solo lavoro retribuito. Lo studio e' lavoro, qualsiasi azione lo e', lo
e' il pensiero. Ma illudersi che il pensiero in se' sia una forza, e'
pura illusione, appunto. Il pensiero e' una forza solo quando si applica
alla realta' e la modifica.

Loredana




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