[Discussioni] raspberry, era Re: La prima installazione è un problema
loredana
llcfree a gmail.com
Mar 18 Mar 2014 09:45:28 CET
On Mon, 2014-03-17 at 16:23 -0700, Stefano Maffulli wrote:
> 2014-03-16 23:47 GMT-07:00 Paolo Holzl <paolo a holzl.it>:
> Se arriverà hardware Open Source con prezzo, caratteristiche e
> supporto accettabili ben venga.
>
>
> di hw 'open source' ce n'e` a bizzeffe ma non sono i classici
> desktop... (uno su tutti: raspberry pi) il che mi porta al punto di
> sotto:
Com'e' finita la storia del raspberry? Io ero rimasta al fatto che per
fare il boot si passasse dalla GPU, con un firmware chiuso:
Per esempio, da:
http://stackoverflow.com/questions/16317623/how-does-raspberry-pis-boot-loader-work
The raspberry pi contains a GPU and an ARM processor, two separate
processors. The GPU comes up first, I assume driven by an on chip rom or
hardware that reads the sd card looking for the first boot file
bootcode.bin. That GPU bootloader is undocumented as far as we are
concerned, it brings up the chip to a point, and then loads start.elf
another GPU program. That gpu program finishes up bringing up the chip
(ddr init) and eventually loads kernel.img which is the ARM application
(not arm bootloader but application as in linux), it loads that directly
into ram and does what a normal bootloader would do to prepare the arm
to boot linux (which is generally almost nothing) and then the arm
boots.
Non che questo sia particolarmente grave, visto che il boot e' da sempre
chiuso. Ma a quelli del raspberry, visto che si passa dalla GPU per il
boot, era anche venuto in mente di far pagare i codecs. Credo abbiano
poi rinunciato, ma non ne sono sicura. In ogni caso, e' una macchina
chiusa, che parte solo in un modo che a noi non e' dato sapere.
Un aspetto interessante del raspberry e' che sono tornati al sano
concetto di produrlo a casa loro. L'altro, fondamentale, e' l'idea di
usarlo per insegnare nelle scuole, offrendo a tutti accesso alla
tecnologia non di consumo, ma di sostanza. Raspberry serve per imparare
a programmare e per gestire sensori e attuatori, almeno cosi' e' nei
piani originali.
> Penso che andrebbe concepito uno standard di prima
> installazione a cui i PC dovrebbero adeguarsi.
>
>
> Ma se leggo dappertutto che i PC non si vendono piu`, che il futuro
> sono altri dispositivi... non e` che stiamo parlando di roba antica e
> discutendone ci perdiamo il futuro?
Ben venga il futuro, ma io continuo a desiderare un bel desktop con
software libero :) Se non altro, perche' con un desktop del 2006 al
momento faccio tutto quello che nessun dispositivo "nuovo" mi consente
di fare allo stesso prezzo e con analoga liberta'.
Non voglio essere fraintesa: sono per arduino, per raspberry e per tutto
quello che assomiglia anche solo vagamente ad hardware piu' o meno
libero. Ma per l'elaborazione seria occorrono macchine relativamente
potenti. Sono piani diversi, obiettivi diversi.
E comunque una cosa non puo' escludere l'altra: perdendo i desktop,
perdiamo le possibilita', in buona parte non sfruttate, di imparare e di
produrre in un settore chiave dell'economia a costi ridicoli. Per la
prima volta nella storia, ci siamo ritrovati con gli strumenti di
produzione sulla scrivania di casa e, grazie al software libero, in
grado di programmarli a costo zero. Praticamente per tutti. Questo ha
sconvolto buona parte del mondo, e qui quasi nessuno ne ha tratto il
vantaggio conseguente. Me ne accorgo perche' siamo in pochi a non essere
rassegnati al fatto che spariscano. Non si difende se non quello che si
considera vitale, secondo la propria esperienza.
Loredana
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