[Discussioni] Fwd: Importante: Petizione contro rai per silverlight
loredana
llcfree a gmail.com
Sab 22 Mar 2014 13:02:18 CET
On Sat, 2014-03-22 at 11:50 +0100, Paolo Mascellani wrote:
> Ciao,
>
> anche se la RAI fa di tutto per far credere che ci sia un abbonamento
> ad un servizio, in realtà, la legge è chiara, non si tratta di questo,
> ma di una tassa sul possesso di determinate apparecchiature che la stato
> gira (o meglio, appalta) alla RAI in ragione del "servizio pubblico" che
> questa svolge.
Il link segnalato:
http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/ilCanoneOrdinari.aspx#Apparec1
e' molto utile. Sino a non molti anni fa (la pagina web e' del 2010) era
impossibile trovare un testo cosi' chiaro sull'argomento. Neppure
un'associazione di consumatori a cui mi ero rivolta aveva saputo darmi
una risposta esauriente. E la rai forniva solo un costoso numero
telefonico a pagamento in cui era possibile scoprire come pagarlo, il
canone, non come disdirlo.
Cito dall'url qui sopra:
In sintesi, debbono ritenersi assoggettabili a canone tutte le
apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale
(terrestre o satellitare) di radiodiffusione dalla'ANTENNA
RADIOTELEVISIVA.
Ne consegue ad esempio che di per sé i personal computer, anche
collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l’ascolto
e/o la visione dei programmi radiotelevisivi VIA INTERNET E NON
ATTRAVERSO LA RICEZIONE DEL SEGNALE TERRESTRE O SATELLITARE, NON sono
assoggettabili a canone.
Per contro, un apparecchio originariamente munito di sintonizzatore
-come tipicamente un televisore- rimane soggetto a canone ANCHE SE
SUCCESSIVAMENTE PRIVATO DEL SINTONIZZATORE STESSO (ad esempio perché lo
si intende utilizzare solo per la visione di DVD).
E' un testo anacronistico, mal adattato ai tempi nostri e pieno di
contraddizioni.
Io ho un'antenna radiotelevisiva ed un vecchio televisore analogico che
non uso per la tv, ma per videocassette e dvd.
Non posso sbarazzarmi del canone rai facendo sigillare il televisore e,
allo stesso tempo, continuando ad usarlo come monitor per prodotti che
con la rai non c'entrano nulla.
In compenso, posso vedere la rai senza pagare il canone via internet. Ma
solo con silverlight, cioe', di fatto, solo con windows. Per dimostrare
questo "di fatto", occorre che le persone provino davvero a non usare
windows in massa e documentino i risultati. Uno non conta.
Al di la' dei contenuti e di silverlight, quando un testo e' chiaro,
come succede nel caso di quel link, le contraddizioni e l'assurdo
diventano evidenti a tutti ed aumenta la possibilita' di modificarlo.
In meglio, non in peggio, possibilmente.
> In sostanza, non si paga un abbonamento alla RAI, ma una tassa allo
> Stato che utilizza il gettito per pagare un servizio. Teoricamente,
> quindi, dovrebbe essere lo Stato a pretendere determinati standard di
> servizio dal gestore del medesimo.
Questo mi pare un buon argomento per linea amica:
http://www.lineaamica.gov.it/
anche se, forse, e' l'agenzia delle entrate il vero target, perche' a
sua volta faccia pressione sul legislatore e lo costringa a rimuovere il
non-senso.
Occorrerebbe una clausola a cui il cittadino possa appellarsi, e valida
per tutte le leggi, del tipo: se non ha senso, se non e' logicamente
consistente, internamente e rispetto alla realta', non puo' essere
applicata contro di me.
Personalmente, ritengo che la rai un servizio lo fornisca e che sia una
buona palestra per esercitare i propri diritti, dopo averli trasformati
in una forma meno velleitaria e piu' stringente, possibilmente con
l'aiuto di legislatori e tecnici che siano in grado di formulare una
norma che contiene in se stessa anche la propria attuazione pratica.
La diffusione della rai via internet e' un vero passo avanti, con la
possibilita' della differita rende il servizio accessibile nel tempo,
nelle due direzioni. Internet e' la vetrina per le teche rai, che sono
un pozzo di san patrizio (si pensi anche solo a "Non e' mai troppo
tardi" e all'impatto che ha avuto e ancora potrebbe avere
sull'alfabetizzazione).
Oltre alle immancabili porcherie, la rai ha accumulato nei decenni una
quantita' enorme della nostra cultura, che varrebbe la pena di mettere
liberamente a disposizione di tutti quelli che, con il canone, l'hanno
gia' pagata una volta. Parlo dei servizi a cui a rigor di logica il
copyright non si applica, visto che sono stati realizzati e pagati con i
soldi dei cittadini.
Loredana
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