[P.A.] firma digitale nei documenti pubblici
Giovanni Biscuolo
g a xelera.it
Sab 14 Giu 2003 12:58:03 CEST
Il sab, 2003-06-07 alle 13:41, Francesco Potorti` ha scritto:
> Questo è un esempio di storia da citare, penso.
>
> ------- Start of forwarded message -------
> Date: Sat, 07 Jun 2003 12:18:31 +0200
> From: Patrizio Bruno <p.bruno a valoriaziendali.com>
> Subject: [softwarelibero]firma digitale nei documenti pubblici
> To: info a softwarelibero.it
> Reply-to: softwarelibero a softwarelibero.it
> Organization: De.Ser.T. Consulting di Patrizio Bruno
> X-Spam-Level:
>
> Salve,
> recentemente sono venuto a conoscenza dell'indirizzo del sito web dell'Ente
> Certificatore del Sistema Camerale (http://www.card.infocamere.it/).
> Qui ho trovato interessanti informazioni sulla forma digitale nei documenti
> pubblici e non. Da questo sito è possibile richiedere una smartcard con la
> propria firma digitale "ufficiale" e un pin per utilizzarla. Incuriosito e
> interessato dall'iniziativa sono andato subito a cercare informazioni su come
> utilizzare la smartcard e ho scoperto con grande orrore che può essere
> utilizzata solo tramite un software proprietario (non opensource) compilato
> unicamente per Windows e MacOSX. Risultato: io che uso unicamente linux come
> desktop non posso accedere a servizi che dovrebbero essere pubblici.
> Probabilmente ad un'occhiata + approfondita salta fuori che la smartcard
> utilizza formati standard e quindi non dovrebbe essere complicato leggerla e
> utilizzarne la chiave, ma:
>
> a) perchè non ci sono informazioni riguardo all'utilizzo di sistemi operativi
> non direttamentre supportati da loro e dal loro software?
>
> b) perchè il software è closed source, impedendo così il porting su altre
> piattaforme?
>
> c) dovrei forse comprare un lettore smartcard unicamente per tentare di
> leggere una smartcard che probabilmente non può davvero essere letta, se non
> con il sw specifico e ritrovarmi con un hardware che non userò mai?
>
> d) lo stato non dovrebbe rendere accessibile i propri servizi a TUTTI senza
> costringerli a passare attraverso tecnologie di cui poche multinazionali sono
> in possesso?
Le soluzioni sono 2, entrambe estremamente semplici ma nelle stesso
tempo con un forte valore Politico (la P non è messa a caso), quindi non
saranno mai adottate.
1. le specifiche tecniche della smart card e della firma digitale (ed
alre tecnologie analoghe di pubblica utilità) *devono* essere
considerate pubbliche e qualsiasi cittadino italiano, a richiesta, deve
poterne entrare in possesso senza indugio.
2. la titolarità del diritto d'autore de software citato *deve* essere
della Pubblica Amministrazione. [1]
In ogni caso, affinchè possa esistere una implementazione libera del
software, la soluzione 1 è più che sufficiente; anche se credo proprio
sia opportuno che la PA tuteli i propri investimenti e _soprattutto_ i
cittadini adottando licenze libere per tutto il software da essa
commissionato.
Mi sono permesso di inviare in cc: questo messaggio al Sen. Cortiana
perchè forse vale la pena pensare di prevedere l'introduzione dei due
punti sopra citati (opportunamente elaborati :-) ) nel disegno di legge
nazionale a favore dell'adozione del SL nella PA.
Su questo occorrerebbe fare una battaglia di civiltà.
Ciao.
Giovanni.
--
[1] se non ricordo male esiste un articolo della LdA che prevede che la
PA possa automaticamente acquisire i diritti di utilizzazione economica
di software di pubblico interesse, se serve posso approfondire.
--
«The ultimate goal is to provide free software to do all of the jobs
computer users want to do--and thus make proprietary software obsolete.»
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