[Diritto] Bozza della proposta di legge sul software libero
Alessandro Rubini
rubini@gnu.org
Tue, 11 Dec 2001 01:20:25 +0100
[tolgo discussioni@ perche` secondo me basta diritto, visto il tema, e
aggiungo Papini in copia]
Stefano Maffulli:
> un'altra legge? Serve davvero? Siamo il paese con migliaia di leggi, tutto
> regolamentato, controllato, pesato, stabilito su un qualche pezzo di carta.
Per quel poco che ho capito tutto deve passare di li`. Anche un altra
persona interessata al discorso (quello di cui parlavo su discussioni)
mi ha scritto che stanno pensando ad una proposta di legge.
Al che mi sono spaventato, ma mi ha spiegato che si tratterebbe di una
direttiva tecnica (come quella di Papini, insomma). Pero` e` una legge
perche` cosi` deve essere.
Non essendo molto esperto del campo amerei essere corretto, ma questo
e` quello che ho capito. Certo a pelle sono d'accordo con te.
> siamo sicuri che una proposta cosi` scritta sia utile al software
> libero? Non si rischia di passare per i piagnucoloni che vorrebbero
> essere alla pari del software proprietario ma non sanno, non sono
> capaci e chiedono leggi "liberticide"?
Certo che si rischia. Sicuramente una mossa in tal senso deve essere
ben valutata. Purtroppo pero` non e` uso in Italia spiegare nelle
norme il perche` esse esistono. Credo (ma anche qui correggetemi) che
questo appaia solo nelle discussioni parlamentari, ma mai per
iscritto.
Basta guardare le normative sui brevetti: non una parola sul perche`
esiste il brevetto, sul perche` alcune cose sono escluse, sul perche`
e` fissato in 20 anni, ...
L'unica norma che dice il perche` e` la costituzione (ma nel caso
specifico il brevetto non appare nella costituzione italiana).
> Ovvero mi infastidisce che si proponga una legge che protegge un
> solo gruppo industriale (quello del software libero contrapposto ai
> produttori di software proprietario). Lo trovo esattamente
> illiberale come il reciproco.
Guarda che si sta parlando della cosa pubblica, non di quello che le
industrie fanno a casa loro. E ricorda che *nessuno* impedisce
all'altro gruppo industriale di giocare con le nostre regole, mentre
il contrario non e` possibile.
Non ti ricordi il discorso di Meo sulla bilancia dei pagamenti? Non
credi che lo stato debba investire in personale invece che spendere in
licenze? Non pensi che debba privilegiare la formazione culturale
invece che la sudditanza tecnologica?
Ripeto, anch'io ritengo che il passo legislativo sia molto rischioso,
ma non la vedo una cosa cosi` negativa. Anche perche` le proposte di
legge *contro* il software libero arriveranno copiose (per esempio sul
modello dell'SSSCA, ma non solo perche` l'inventiva dei gruppi di
potere e` molto piu` florida della nostra).
> Per questo la proposta di legge ha senso per me solo quando parla di formati
> dei file. Obbligare la PA a diffondere ed accettare informazioni usando
> formati documentati e liberi (da brevetti e "roialtis") e` giusto e liberale.
Certo, e` la cosa piu` importante.
> Peraltro lo spirito di un documento AIPA sull'accessibilita` dei siti web mi
> pare vada in questa direzione.
Vero, pero` non viene seguito (mi dicono, io non uso web per
interagire con la PA).
> Dovremmo concentrare gli sforzi su questo tipo di azioni, piuttosto
> che impelagarsi in una discussione parlamentare su una proposta di
> legge che lobby industriali ben piu` forti osteggerebbero
Qualcuno diceva "bene o male, purche` se ne parli".
> (e a ragione, IMHO).
Non cosi` tanto, IMHO.
Pot:
> Io penso che il software libero sia una necessità per la pubblica
> amministrazione. Ma imporlo per legge mi pare una scelta perdente e
> limitativa.
Piu` che altro per il problema della definizione di cosa rientra e
cosa no. E comunque le leggi si fanno e si disfano. Se anche
passasse (cosa di cui dubito fortemente) una normativa in tal senso
potrebbe facilmente essere modificata quando cambiassero le condizioni
del mercato e della tecnologia.
> Per legge andrebbero imposte delle condizioni che, allo
> stato attuale delle cose, favorirebbero il software libero, ma che un
> domani potrebbero semplicemente portare ad un software scritto in
> maniera più "logica", sia libero o no.
Si, e` vero. Mi sono piaciuti il suggerimento di Bernardi ("le scuole
privilegiano e incentivano") e quello di Simo ("3 sistemi operativi",
anche se sulla formulazione sicuramente c'e` da lavorare molto).
Certo se nel testo si potesse scrivere *perche`*, allora si potrebbe
fare di piu`. Senza le motivazioni il rischio di passare per
liberticidi come dice Stefano e` alto.
> In particolare:
> [...]
> - uso preferenziale di tecniche non coperte da brevetto
No, no, no. Ricorda che i brevetti astratti non sono validi in
europa. E` *male* iniziare a comportarsi come se fossero validi, vuol
dire essere d'accordo sulla loro adozione.
> - disponibilità del codice sorgente per la PA, e libertà di modifica
> e riutilizzo dello stesso
Questa e` una proposta interessante. In pratica "permesso di
distribuzione e modifica all'interno della PA, ma non necessariamente
all'esterno". Questo include il sw libero ma lascia spazio anche a
modelli commerciali piu` classici, escludendo pero` la licenza di solo
uso e il costo a copia.
Comunque personalmente ritengo il problema dei brevetti oggi quello
piu` grave, se si potesse sensibilizzare il mondo politico su questo
problema sarebbe una gran cosa. Farlo sul sw libero c'e` sempre tempo.
/alessandro