[Diritto] Bozza della proposta di legge sul software libero
Stefano Maffulli
stef@zoomata.com
Tue, 11 Dec 2001 14:50:13 +0100
On Tuesday 11 December 2001 11:53, Simone Piccardi wrote:
> E comuqnue nei casi che citavi (come in molti altri) il problema non e`
> la legge in se, ma nel fatto che non viene applicata (ti assicuro che
> negli stati uniti se ti azzardi a girare senza cinture o fumi nei locali
> pubblici non laciano correre per niente), e ritengo molto riduttivo (e
> giustificatorio) spiegare questo solo in termini di eccesso legislativo.
ok, ho citato casi impropri, ma hai capito lo stesso dove volevo andare a
parare: fare leggi non vuol dire automaticamente farle rispettare.
> > E poi, al di la` delle trasgressioni piu` o meno tollerate, molto piu`
> > seriamente: siamo sicuri che una proposta cosi` scritta sia utile al
> > software libero? Non si rischia di passare per i piagnucoloni che
> > vorrebbero essere alla pari del software proprietario ma non sanno, non
> > sono capaci e chiedono leggi "liberticide"?
>
> Ma qui non e` questione di regolamentare l'uso del software da parte di
> tutti, ma quello nella pubblica amministrazione. E dato che io non sono
> per nulla liberista francamente resto dell'opinione che l'uso dei soldi
> della collettivita` da parte delle strutture pubbliche debba essere
> regolamentato.
A me per convinzioni filosofiche la parola "regolamentato" sta stretta e
tendo ad usarla il meno possibile, se riferita a leggi di uno stato. Detto
cio` credo che l'uso dei soldi pubblici vada "controllato" e reso pubblico
ogni spreco. I cittadini *colti* non voteranno piu` chi spreca. Utopia,
certo, ma mi serve per spiegare come la penso.
> E francamente non ci vedo proprio nulla di liberticida nel chiedere che
> si usino formati liberi (che secondo e` la cosa fondamentale), e che si
> dia preferenza al software libero, che mette tutti sullo stesso piano, e
> che non appartiene a nessuno.
Lo sostengo anche io: un minimo di regolamenti e leggi vanno bene, ma che
siano minimi e non tendano a favorire questo o un altro "gruppo di interesse"
(dato che gruppo industriale non ti piace).
> > Capisco la necessita` di avere leggi che non ci impediscano di svolgere
> > il nostro lavoro (impedire l'approvazione dei brevetti software,
> > modificare la legge sulla SIAE), ma non approvo affatto il contrario.
> > Ovvero mi infastidisce che si proponga una legge che protegge un solo
> > gruppo industriale (quello del software libero contrapposto ai produttori
> > di software proprietario). Lo trovo esattamente illiberale come il
> > reciproco.
>
> Gruppo industriale del sofware libero?
Certo. Non un unico nome, ma una comunita` che credo muova milioni di dollari
l'anno in risorse varie (pensa al numero di web server apache nel mondo e
fatti due conti). Oppure guardati le proiezioni della IDC sul volume di
affari previsto nei prossimi 5 anni intorno a Linux (o GNU/Linux). Tanti
soldi, piaccia o non piaccia.
> Non mi pare ci sia un gruppo industriale dietro il software libero. Dove
> lo vedi? Ci sara` gente e ditte che ci lavorano con (come ce ne sono che
> lavorano con il software propietario), ma non si puo` certo dire che il
> software libero e` proprieta` di un gruppo industriale o di qualche
> privato e che usare quello favorisce qualcuno in particolare.
No UNO in particolare, ma un gruppo: quelli che sul software libero ci
campano. Per esempio IBM, REdHAt, SUSE, Caldera, Mandrake... continuo?
> Io vedo tutto questo piuttosto come la naturale estensione del concetto
> di favorire la diffusione di un bene pubblico, che resta a disposizione
> di tutti ed il cui miglioramento avvantaggia tutti, rispetto a quello di
> usare un mezzo privato la cui diffusione avvantaggia uno solo, con in
> piu` la caratteristica, che dovrebbe essere apprezzata anche in un
> ottica rigidamente liberista, che in questo modo tutti partono sullo
> stesso piano e non ci sono posizioni privilegiate (chi le ha sara`
> danneggiato, ma anche i liberisti piu` sfegatati riconoscono la
> necessita` di una forma di regolamentazione per evitare i monopoli).
Evitare TUTTI i monopoli, non distruggerne uno per stabilirne un altro. Vedo
la tua obiezione: non puo` esistere il monopolio del "software libero". Io ti
controbatto: spiegalo ai parlamentari! MSFT dira` immediatamente: questi
(GNU) mi odiano e vogliono farvi approvare per legge una misura che mi metta
fuori gioco. A chi credera` il Cossiga di turno?
Un confronto faccia a faccia con MSFT/Oracle etc *non* ce lo possiamo
permettere, IMHO: i parlamentari sono culturalmente impreparati e perderemmo
amaramente nel confronto diretto con le lobby industriali. Per questo
suggerisco di usare la proposta di legge come grimaldello: innocuamente
rendiamo obbligatorio usare formati aperti, standard documentati e senza
royalties.
Portiamo il confronto sul lato tecnico, escludendo cavilli burocratici, dove
possiamo batterci ad armi pari con la concorrenza. Poi continuiamo a vigilare
per non far approvare leggi a noi contrarie: brevetti, bollini e cazzilli
vari e il futuro ci sorridera`. Scontriamoci con le loro armi di lobbisti e
prepariamoci a contare i cadaveri :)
saluti
stef