[Diritto] Versione 1.11 Proposta di legge sul Software libero
Alceste Scalas
tjoad@gmx.it
Thu, 13 Dec 2001 20:51:56 +0100
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On Thu, Dec 13, 2001 at 09:44:02AM +0100, Alessandro Rubini wrote:
> Alceste Scalas wrote:
> > Inoltre: il software di pubblico dominio ha sempre una licenza?
>=20
> Che io sappia si. Dice di essere in pubblico dominio.
> [...]
> Se non e` presente non puoi utilizzare l'opera.
Allora, come non detto... :-)
> Per la definizione di cosa sia libero, mi sembra che tu stia facendo
> le cose troppo difficili. Occorre una definizione semplice. Ma
> attenzione anche a quello che e` stato detto (dal Pot e anche altri)
> che sarebbe meglio non tenere posizioni troppo vicine a FSF. Una linea
> morbida puo` avere molto piu` effetto.
Sono d'accordo --- e infatti il nocciolo della questione che ponevo
non era "filosofico", ma "pratico"...=20
Cerco di spiegarmi meglio: siamo d'accordo che non e` il caso di
fare riferimenti alla GNU GPL e/o al copyleft nella definizione di
"software libero" data dalla legge. Facendo il contrario, si
rischia, come dicevi anche tu, di tagliare fuori dalla legge le
licenze libere, ma diverse dalla GNU GPL e/o non-copylefted
(p. es. BSD e MIT).
Ma, d'altronde, se si limita la definizione di "software libero" a
"software liberamente usabile, studiabile, modificabile e
ridistribuibile", si rischia paradossalmente di tagliare fuori la
GNU GPL (e non solo).=20
Infatti, mi immagino gia` questo sillogismo (fatto piu` o meno in
malafede):
1. la legge dice che il software libero e` liberamente usabile,
studiabile, modificabile e ridistribuibile;
2. la GNU GPL pone dei vincoli alla ridistribuzione (specie di
software derivato da altro software GNU GPL'ed);
3. quindi, la GNU GPL non e` libera secondo la legge, e non va
incentivata nella PA [1].
Per questo proponevo di definire nella legge, in qualche modo, i
vincoli che una licenza libera puo` porre --- pur restando, appunto,
libera.=20
Secondo voi, questo e` un falso problema?=20
> Personalmente apprezzo la definizione data da Papini di "sorgente
> aperto", che *non* e` open-source ma molto piu` larga.
Anche a me piace molto questa definizione (e infatti non l'ho
assolutamente criticata).
E, per la cronaca, la mia idea riguardo la APSL era proprio quella
di far ricadere tale licenza nella definizione di "sorgente aperto":
comunque buona per la PA, ma solo _dopo_ le licenze libere. Questo,
in ogni caso, e` un punto "filosofico", dall'utilita` pratica
trascurabile (anche se preferirei evitare dei "disallineamenti" tra
il nostro concetto di Software Libero e quello della PA).
Ciao,
Alceste
[1] Un'altra conclusione del sillogismo potrebbe essere: "quindi, se
la PA usa la GNU GPL che e` `libera' ma con delle limitazioni,
anche io sviluppatore posso fornire del `software libero' (ma
con delle limitazioni che mi fanno comodo) alla PA".
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