[Diritto] Software libero sviluppato da dipendenti delle PA

Marco Ermini diritto@softwarelibero.it
Wed, 24 Apr 2002 16:49:49 +0200


On Wed, 24 Apr 2002 11:27:44 +0200, Pierluigi Perri <p.perri@oltrelinux.com>
wrote:

[...]
> Bhè..."questi" è ovviamente riferito al datore di lavoro :-)

Sono d'accordo che e' cio' che *vorrebbe* dire, ma visto il testo
*letteralmente* non e' che sia proprio chiaro!!!


> La ratio della legge è in sè semplicissima. Si vuole evitare che un 
> soggetto dipendente, sfruttando le apparecchiature o il know how del daotre 
> di lavoro, o sottraendo magari tempo alle sue ore lavorative (del 
> dipendente), crei un software dal quale ricavi un guadagno. Sarebbe un 
> ingiustificato arricchimento.
[...]
> Spero di essermi spiegato.

Tutto chiarissimo (ci ero arrivato anche io ;-) pero' non si applica
assolutamente a me, che sono libero professionista, ma tuttavia utilizzo calce
e mattoni dell'azienda per cui lavoro tutti i giorni (infatti si parla di
lavoratori dipendenti). In una azienda informatica, in genere molte delle
persone (anche quelle che ci lavorano stabilmente) sono comunque liberi
professionisti per motivi economici. Quello che volevo dire e' che questa
legge, se pur "comprensibile" nella sua ratio, finisce per non riguardare i
programmatori "migliori" e quindi e' solo inutilmente restrittiva per gli
altri.


ciao

-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org - ICQ UIN 50825709 - GPG KEY 0x64ABF7C6
Never attribute to malice that which is adequately explained
by stupidity. (a sig from Slashdot postings)