[Diritto] Software libero sviluppato da dipendenti delle PA

Marco Ermini diritto@softwarelibero.it
Sun, 28 Apr 2002 19:54:30 +0200


On Wed, 24 Apr 2002 18:14:37 +0200, Pierluigi Perri <p.perri@oltrelinux.com>
wrote:

> 
> > >> Si vuole evitare che un
> > >> soggetto dipendente, sfruttando le apparecchiature o il know how del 
> > daotre
> > >> di lavoro,
> >
> > > OK sulle apparecchiature, ma in genere é il datore di lavoro che
> > > "sfrutta" le conoscenze del dipendente per formare un insieme di
> > > conoscenze aziendale. Ciascun dipendente, poi, ricava le sue conoscenze
> > > dalle proprie esperienze e dallo scambio di informazioni con *l'intera*
> > > societá.
> 
> Mica sempre vero. Molte volte l'ingegnerizzazione di un complesso progetto 
> software viene gestita dal datore di lavoro, CEO o come lo si voglia
> chiamare.

"Molte"? ti assicuro che non mi e' *mai* capitato di vedere un caso del
genere, e si' che come consulente ne giro tanti di posti, ed in tutta
Italia!!! sarebbe la prima volta...

Al *massimo*, dico *al massimo*, i dipendenti *ereditano* una vecchia
applicazione sviluppata originariamente da quello che e' poi diventato "CEO" e
generalmente la devono riscrivere daccapo, visto che e' stata scritta X anni
fa con tecniche di programmazione antiquate...


> Per cui il datore di lavoro sfrutta ad es. la conoscenza del
> linguaggio di programmazione di un suo dipendente, ma l'organizzazione che
> c'č dietro la realizzazione del prodotto finale viene svolta da lui
> medesimo.

Al massimo, il "CEO" organizza i lavori dei dipendenti... ma non e' raro che
pure assuma qualcun altro come coordinatore, ed in genere lui sta dietro i
clienti... e' solo in realta' veramente piccolissime che il "capo" sta dietro
allo "sporco lavoro" di creare codice - IMHO pure giustamente.


ciao

-- 
Marco Ermini
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