[Diritto] Software libero sviluppato da dipendenti delle PA
Marco Ermini
diritto@softwarelibero.it
Tue, 30 Apr 2002 15:43:45 +0200
On Tue, 30 Apr 2002 15:12:10 +0200, Christian Surchi <csurchi@mclink.it>
wrote:
> On Tue, Apr 30, 2002 at 02:35:22PM +0200, Marco Ermini wrote:
> > Infatti non sei un esperto :-)
> >
> > Non vedo proprio per quale motivo tu non debba specificare dove si debba
> > svolgere il lavoro ed in che orari. Rigiro ancora la questione: un libero
> > professionista puo' presentarsi in ufficio dal cliente all'ora che piu'
> > gli pare e piace? sarebbe assurdo.
>
> Sono due questioni distinte quelle che poni tu, il fatto e' che un conto
> e' il contratto di collaborazione e di lavorare "quando ti pare" ed un
> conto sono gli impegni che prendi con un cliente, che mi sembra piu' un
> fatto di rispetto che un problema di contratti.
Certamente, e' un fatto di rispetto, ma dal momento che si parla di quattrini
il rispetto spesso viene gradito di piu' quando e' formalizzato sulla carta
(mi spiego meglio dopo).
> Riporto da un contratto di Co.Co.Co.:
>
> "Il Sig. X Y operera' in assoluta autonomia operativa, indicando egli
> stesso la propria disponibilita' settimanale, quantificata mediamente in
> circa X ore, senza vincoli di fasce orarie di lavoro e di presenza, con
> possibilita' di rifiutare la disponibilita' gia' concessa o di
> modificare la fascia di presenza gia' convenuta, con scelta di assenze e
> di periodi feriali a sua discrezione, senza dovere sottostare ad alcun
> potere gerarchico e disciplinare da parte della Societa'."
>
> E tengo a precisare che il contratti non e' un invenzione del
> collaboratore in questione ma quello proposto dalla Societa'.
Certamente anche il nostro contratto tipo riporta una formula simile. Poi ogni
contratto viene "personalizzato". Resta il fatto che se il tuo cliente non
puo' bucare una scadenza, il consulente non dovrebbe prendersi delle ferie la
settimana prima della chiusura solo perche' gli piace di piu' fare cosi', e se
il cliente vuole impedire questa possibilita' e' magari corretto che la cosa
venga specificata nel contratto se la serieta' del singolo non e' sufficiente.
Questo certamente accade di piu' quando lavori a progetto, mentre la formula
da te riportata (che per molti e' praticamente sottointesa, anche se non e'
riportata esplicitamente come fa la tua "Societa'") e' piu' tipica di un
contratto co.co.co. (che ci tengo ancora a precisare, e' un'altra cosa
rispetto ad un semplice contratto di consulenza).
ciao
--
Marco Ermini
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by stupidity. (a sig from Slashdot postings)