[Diritto] Ascolta la tua sete.

Simone Piccardi diritto@softwarelibero.it
05 Aug 2002 16:30:12 +0200


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On Mon, 2002-08-05 at 12:32, Marco Pantaleoni wrote:
> Dubito che il contadino si faccia da solo la dichiarazione dei redditi.
> Andra` da un commercialista immagino (che gia` spedisce in forma
> elettronica le dichiarazioni).
Un tempo pero` poteva farsi da solo le sue sementi. Oggi la legge glielo
impedisce. Le sementi possono essere prodotte solo da chi e` autorizzato
a farlo. Se ci aggiungi che con la questione OGM alcuni semi sono
brevettati, arrivi all'assurdo che i contadini sardi devono comprare i
semi di un trifoglio della sardegna da una ditta australiana (purtropo
mi sono perso i particolari della storia, che mi ha raccontato un
ricercatore di agronomia).

Nessuno nega il diritto degli autori ad essere riconosciuti come tali,
ne' quello a campare del loro lavoro. Ma quando sono morti? Se il
diritto di essere riconosciuti ha ancora senso, non mi si puo' dire che
lo ha, quello di sfruttamento commerciale che resta nelle mani degli
editori per altri 70 anni? Non mi si venga a dire che gli investimenti
si devono ripagare in oltre 70 anni.

Nessuno nega alle imprese il diritto di essere ripagati dei loro
investimenti, e di guadagnarci sopra. Ma questo non puo` avvenire (e
difatti non avviene) su cicli decennali. I cicli di produzione avvengono
su tempi molto piu` brevi, non conosco nessuno che fa investimenti che
non possono essere ripagati (dove per ripagati intendo non solo coprire
i costi, ma generare pure utili) prima di dieci anni.=20

Il diritto d'autore comunque non e` nato a favore delle imprese ma della
societa`. Che vedeva nella tutela dell'autore, parte debole, contro gli
editori (all'epoca piu` che altro erano stampatori) un mezzo per
favorire la produzione autoriale.  Ma se le imprese possono continuare a
campare senza investire su nuovi autori vivendo solo su quanto prodotto
in passato l'incentivo ad innovare va a farsi benedire, si e` alla
stagnazione.=20

L'attuale normativa secondo me e` squilibrata a favore delle imprese,
cui da troppi vantaggi, ed a sfavore degli utenti cui vengono sottratti
troppi diritti (nel caso della pubblicazione digitale gli esempi sono
tanti), e dello stesso funzionamento del mercato che viene squilibrato
dalla presenza di monopoli cosi` persistenti.=20

Non ci vedo nulla di strano nel fatto che lo stato imponga, rispetto ai
comportamenti mirante al solo interese individuale (di persone o
imprese), delle regole per la tutela dell'interesse generale. Fa parte
della tradizione di qualunque stato democratico, se no aboliamo le leggi
contro la schiavitu' (pero` prima guardiamo anche cosa succede nel terzo
mondo, dove certi diritti non ci sono o non vengono fatti rispettare), o
consentiamo di inquinare come si vuole.

Van posti dei limiti, che gia` ci sono. I brevetti durano 20 anni, il
diritto d'autore scade. Questi limiti sono nati per altre cose e sono
irragionevoli per il software (i brevetti poi non hanno neanche senso,
dato che non si brevetta un software specifico, ma un'idea o un
problema). Trovare i limiti e l'equilibrio fra interessi pubblici e
privati e` uno dei compiti principali di una politica seria in uno stato
democratico.

Ciao
--=20
As.| Simone Piccardi - KeyID:2A972F9D - JabberID:simone@jabber.linux.it=20
So.| http://firenze.linux.it/~piccardi  -  http://www.softwarelibero.it=20
Li.| Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono.  Poi vinci.=20
                                                           M. K. Ghandi

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