[Diritto] Proposta di legge sul software libero vers. 1.9!! (stavolta per davvero!)
Marco Ermini
flug@markoer.org
Thu, 24 Jan 2002 14:31:33 +0100
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On Wed, 23 Jan 2002 21:17:02 +0100 (CET), Donat <diemmenic@tiscalinet.it>
wrote:
[...]
> 1. Lo Stato favorisce il pluralismo informatico,
> garantendo a chiunque (altrimenti sembra che se
> non sei cittadino non sei destinatario della norma)
[...]
> Il punto 3 e' superfluo (come e' stato gia' detto).
[...]
> Questa non l'ho capita, nel senso che ad esempio
> anche il promittente venditore e l'acquirente
> nelle ipotesi di commercio elettronico verserebbero
> in un contesto di attivita' giuridicamente doverosa,
> secondo gli schemi contrattuali.
> Se questo e' il senso trovo l'ipotesi de quo un
> po' troppo vasta.
[...]
> Si potrebbe disquisire sull'uso del termine 'possieda'
> pittosto che 'detenga', come ben sapete la detenzione
> e il possesso non sono affatto figure equivalenti.
[...]
> 2. L'adozione di programmi per elaboratore elettronico
> funzionali all'esercizio dell'attivita' amministrativa
> deve essere effettuata oltre a quanto gia' indicato nella
> presente legge anche in relazione alla opportunita' per
> la Pubblica Amministrazione di poter modificare i programmi
> per elaboratore elettronico adattandoli alle proprie
> esigenze.
[...]
> 1. Entro 180 giorni dalla pubblicazione della
> presente legge, il Governo, sentite le associazioni
> di categoria maggiormente rappresentative, emana le
> norme d'attuazione.
[...]
Tutte queste osservazioni di Donat (comprese le precisazioni terminologiche
sul "chiunque", "detenga" e la "pubblicazione") mi trovano molto d'accordo ed
inviterei Alessio a considerarle seriamente.
> In conclusione vorrei pero' aggiungere quanto segue:
>
> Secondo me, come gia detto in altra mail, la cosa
> migliore sarebbe quella di non parlare di software
> libero e di rimandare i criteri al quale la P.A.
> dovra' soggiacere nel momento in cui si appresta
> ad adottare software in una specifica tabella
> contenente le liberta' previste per il software
> che si definisce libero.
> In questo modo il legislatore non sarebbe palesemente
> schierato a favore di una parte (anche se per giusta
> causa) e si offrirebbe l'opportunita' a tutti gli
> eventuali competitori di un appalto pubblico a parteciparvi
> con la condizione di assoggettarsi alle regole previste nella tabella
> allegata alla legge stessa.
Anche queste osservazioni (anche se mi sembra a questo punto di difficile
attuazione pratica) sembrano raccogliere una sensibilita' che avevo espresso
in precedenza, e mi trovano decisamente in accordo. Tuttavia per certi versi
stravolgono la legge e capisco che siano difficilmente attuabili senza
rivedere la legge nel suo impianto.
Comunque sostengo la pratica di definire in un allegato, tramite magari
qualcosa come una tabella, i tipi di software consentito (magari elencando
pure le licenze e le loro caratteristiche salienti una per una); in questo
modo, basta mettere nel testo della legge che "si rimanda alle tabelle
allegate che fanno parte pienamente di questa legge" (cosa che si puo' fare
benissimo) e specificando cio' che si deve specificare in modo dettagliato
nelle tabelle, cosi' che si evitino anche possibili misinterpretazioni della
legge stessa (della serie fatta la legge, trovato l'inganno); pericolo che
IMHO e' possibilissimo con il testo attuale come avevo gia' fatto notare.
ciao
---
Marco Ermini
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Perche' perdere tempo ad imparare quando l'ignoranza e' istantanea? (Hobbes)
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