[Diritto] Ascolta la tua sete.
Marco Pantaleoni
diritto@softwarelibero.it
Mon, 22 Jul 2002 23:11:19 +0200
On Mon, Jul 22, 2002 at 10:18:48PM +0200, Simo Sorce wrote:
> >
> > Si ma diventando a sorgente aperto dischiuderebbero delle tecniche
> > attualmente segreto industriale e che sono il fulcro del software.
> > Nel momento in cui queste tecniche dovessero diventare di pubblico
> > dominio, non avrebbero piu` vantaggio sulla concorrenza.
> > Con questa prospettiva molti di questi software non sarebbero
> > mai stati scritti.
> > Si pensi al software utilizzato nell'industria cinematografica ad
> > esempio, sia per la modellazione che per il rendering. Oppure alcuni
> > programmi per la progettazione di circuiti elettronici integrati.
>
> Non sono d'accordo con te marco, ma comunque possiamo anche dire 5 anni.
> NESSUNO fa piani di investimento che vanno oltre i 5 anni quindi questo
> dovrebbe soddisfare la tua idea sugli investimenti.
>
> Vorrei però ricordati che nell'industria del software gli investimenti
> non sono MAI così alti come vogliono far credere, e tu che sei
> programmatore dovresti saperlo; solo 2 anni di vendita, che poi è il
> tempo medio di vita di un programma, sono generalmente più che
> sufficienti a ripagare molto abbondantemente lo sviluppo fatto, tutto il
> resto è oro che cola quindi un costo per la società che può essere
> tranquillamente evitato.
>
> Simo.
Cinque anni e` gia` piu` ragionevole.
Ad ogni modo sono abbastanza concorde con le tue considerazioni, ma
aggiungo che penso siano valide in una percentuale molto alta dei
casi, ma non in tutti. Ci sono software il cui ciclo di vita e`
lunghissimo (sempre a proposito dell'industria del cinema prima citata,
Renderman di Pixar e` usato per fare il rendering dei film dal 1980
ed e` tuttora insuperato; mi sembra sia stato Stroustroup a fare
l'esempio del software delle centrali telefoniche - quasi immutato
da quarant'anni, ...).
Non si puo` tener conto solo del caso medio, trascurando il caso
raro ma esistente. Non mi e` poi chiarissimo a cosa tu ti riferisca
parlando di costo per la societa`, visto che e` un'entita` privata
a pagare il costo dello sviluppo.
Personalmente penso che la tutela offerta dal copyright sia perfettamente
adeguata per il software, e che questa debba mantenere una durata
adeguata per invogliare il singolo individuo o un'azienda ad effettuare
ricerca e sviluppo. Una tutela lunga del copyright non arreca danni
a nessuno, perche` tu puoi scrivere un software che fa le stesse
cose che fa il mio in modo perfettamente legale, a patto che non mi
copi i sorgenti o i binari. Dopo la morte dell'autore e` giusto che
i sorgenti, se pubblicati, divengano patrimonio comune dell'umanita`
(quindi mi sembra ragionevole una durata del copyright di una
cinquantina d'anni).
In fondo il software libero avrebbe molto meno valore se la scelta
di renderlo libero non fosse, appunto, una scelta.
Nel malaugurato caso dovessero venire introdotti i brevetti in Europa,
vista la natura radicalmente diversa del tipo di "protezione" offerta,
sarei il primo ad auspicarmi una durata piu` breve possibile, tipo due,
tre o al massimo cinque anni.
Marco
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