[Diritto] Ascolta la tua sete.

Marco Pantaleoni diritto@softwarelibero.it
Tue, 23 Jul 2002 02:09:31 +0200


On Tue, Jul 23, 2002 at 01:12:45AM +0200, Simo Sorce wrote:
> On Mon, 2002-07-22 at 23:11, Marco Pantaleoni wrote:
> 
> Ma io questi esmpi li vedo solo a favore di una durata minore non certo
> contro. Sicuramente la Pixar o il creatore delle centrali telefoniche
> hanno ammortizzato tutto lo sviluppo da tempo, perchè dovrebbero
> continuare a mantenerene un possesso esclusivo?

Perche` il prodotto venduto da questi e` un binario, non i sorgenti.
I sorgenti non li hanno mai venduti ne` promessi, e per quanto ne puoi
sapere tu potrebbero aver scritto il programma direttamente in linguaggio
macchina con un editor esadecimale.
Ovviamente non l'hanno fatto, ma non puoi obbligare qualcuno a darti
qualcosa che ha usato come strumento interno (i sorgenti) per
produrre un prodotto da commercializzare (un binario).
Se apro un ristorante e preparo degli ottimi piatti, sarei costretto
a rivelare la ricetta?

Se una persona o un'azienda, in piena autonomia, decide di rivelare
qualcosa, ben venga, ma non puoi costringere nessuno in un regime
liberale.

> > Non si puo` tener conto solo del caso medio, trascurando il caso
> > raro ma esistente. Non mi e` poi chiarissimo a cosa tu ti riferisca
> > parlando di costo per la societa`, visto che e` un'entita` privata
> > a pagare il costo dello sviluppo.
> 
> Si ma ricorda che come per il brevetto anche il copyright è un monopolio
> concesso dalla collettività per promuovere le arti e la scienza a
> beneficio di tutti, non per promuovere l'arricchimento di pochi.
> Non si deve mai dimenticare che è un _artificio_ legale, non esiste
> nessun diritto naturale o impedimento fisico che altrimenti
> interverrebbe. Quindi finito il compito di promozione il diritto di
> sfruttamento economico esclusivo deve necessariamente estinguersi per
> permettere effettivamente all'opera di arricchire tutta la società.

Certo che esiste un impedimento fisico nel caso del software.
Il software e` diverso da tutte le altre opere intellettuali a causa
della dicotomia sorgente/binario. Il prodotto distribuito e` il binario.
Non si puo` entrare con la forza presso la sede di un'azienda o a casa
di un privato e strappargli i sorgenti.

> > Una tutela lunga del copyright non arreca danni
> > a nessuno, perche` tu puoi scrivere un software che fa le stesse
> > cose che fa il mio in modo perfettamente legale, a patto che non mi
> > copi i sorgenti o i binari.
> 
> sarebbe vero solo se il software non si avvalesse anche del segreto
> industriale (non disponibilità del codice sorgente). E anzi la lunga
> durata del diritto di sfruttamento come è oggi credo che sia dannosa
> praticamente solo nel campo del software.

Il segreto industriale vale per tutto, perche` non dovrebbe valere
per il software?
Ripeto, il copyright non toglie liberta` a nessuno: chiunque e` libero
di scrivere qualunque programma e farne quello che vuole (al contrario
del brevetto, che _toglie_ la liberta di espressione).

> Non dovrei starti a ricordare tutti i problemi di incompatibilità che ci
> sono con certi produttori di software proprietario e che sono causa
> diretta proprio del fatto che i formati (o i codici che li utilizzano)
> non sono disponibili, e questo è causa diretta certamente di vari
> problemi tra cui una certa tendenza al monopolismo.

Ovviamente ci sono problemi di incompatibilita`, ma di chi e` la colpa?
Nessuno vieta di usare formati aperti, di preferire software libero,
di consorziarsi per ottenere forza verso i produttori.
Se la gente compra word e non usa TeX/LaTeX/DocBook/OpenOffice/quello_che_vuoi
e` colpa della gente stessa, che si lascia abbindolare dal marketing
e abbagliare dal mercato.
Per combattere i monopoli dovrebbero poi esserci altri meccanismi, ed
il fatto che non funzionino non c'entra nulla con il copyright.

> Le altre oper tutelate dal diritto d'autore quali letteratura, pitturae
> musica, sono invece immuni in quanto autorivelatrici e possono essere
> fruite dalla società senza che l'autore ne ceda i diritti di
> sfruttamento (a meno che i produttori di holliwood non riescano a far
> passare tutte quelle abominevoli leggi che vorrebbero).

Il punto e` che tu confronti delle opere pubblicate (letteratura, pittura,
...) con delle opere non pubblicate (sorgenti di programmi nel caso di
software proprietario). Ora io sono liberissimo di scrivere un libro e
non pubblicarlo (un diario magari) e nessuno mi convincera` mai che e`
giusto costringermi a cederlo. Magari ci faccio un film e lo pubblico ma
tengo segreto il manoscritto perche` mi vergogno visto che e` scritto
male... in ogni caso sarebbero affari miei.

> > Dopo la morte dell'autore e` giusto che
> > i sorgenti, se pubblicati, divengano patrimonio comune dell'umanita`
> > (quindi mi sembra ragionevole una durata del copyright di una
> > cinquantina d'anni).
> 
> Beh non ti do del delirante solo perchè so che sei una persona
> ragionevole, forse probabilmente non hai semplicemente riflettuto su
> quello che hai detto.
> Cinquanta (50) anni!!! altro che un'era geologica, il software esiste da
> meno di 50 anni e già ci sono problemi enormi a causa della segretezza
> del software e delle posizioni dominanti che tendono a formarsi a causa
> dell'attuale durata del diritto d'autore (e dei brevetti in usa).

Qui il diritto d'autore c'entra poco secondo me.
Le posizioni dominanti sono provocate da molti fattori, uno dei quali
non e` la tutela dei sorgenti con il diritto d'autore, ma la non
pubblicazione degli stessi. Non ci si puo` fare nulla in un paese
liberale, a meno di non cambiarlo in uno illiberale che tolga liberta`
ai cittadini.

> Dopo cinquantannio il software non è obsoleto ma è un pezzo archeologico
> incapace di girare su alcun dispositivo hardware e probabilmente
> superato in qualsiasi suo aspetto da almeno 40 anni.

Il software dal punto di vista sintattico si, ma l'idea che sta sotto no.
Se trovo un algoritmo per scomporre il prodotto di due numeri primi
enormi in breve tempo e non pubblico il metodo, e` plausibile che
nessun altro ci riesca per diversi decenni (o magari qualcuno ci
riesce, ma lavora per NSA e non ti dira` mai che ha trovato il
metodo). L'implementazione in C forse dopo dieci anni andra` rivista
per essere adattata ad ANSI C2010X, ma l'algoritmo sara` lo stesso.
Certo, se lo trovi anche tu, nessuno ti deve poter impedire di usarlo
o di pubblicarlo.

> > In fondo il software libero avrebbe molto meno valore se la scelta
> > di renderlo libero non fosse, appunto, una scelta.
> 
> Beh punti di vista. Ritieni che la libertà di un uomo abbia meno valore
> dove non esiste la schiavitù ?

Beh, questo e` un paragone assurdo.
La liberta` di un uomo e` e deve essere un diritto inalienabile. La
societa` esiste anche e soprattutto per garantire questo diritto.
Il fatto che io debba essere costretto o meno a pubblicare i sorgenti
di un software non mi sembra una questione altrettanto autoesplicativa
e per cui la "scelta giusta" sia altrettanto evidente.

Molti pittori del passato hanno distrutto alcune loro opere. Era un loro
diritto farlo.
Credo molto nel software libero, se posso pubblico quello che faccio,
ma credo che se fosse la societa` a costringermi per me le cose
cambierebbero. Per mia indole faccio molto meno volentieri qualcosa
quando sono costretto e come me penso ci siano anche altre persone.
Forse il movimento del software libero ha successo anche perche`
l'ego dei programmatori e` soddisfatto dall'atto volitivo di regalare
qualcosa alla societa`, senza spinte esterne.

> > Nel malaugurato caso dovessero venire introdotti i brevetti in Europa,
> > vista la natura radicalmente diversa del tipo di "protezione" offerta,
> > sarei il primo ad auspicarmi una durata piu` breve possibile, tipo due,
> > tre o al massimo cinque anni.
> 
> Io mi auspico che i brevetti non vengano mai approvati, sono una forma
> di protezione totalmente inadatta al software e possono solo produrre
> danni!

Concordo pienamente. Ho detto che _se_ dovessero malauguratamente venire
approvati, spero abbiano un valore il piu` limitato possibile.
Il nemico si combatte anche essendo realisti, l'utopia spesso e` inefficace.

Ciao,
Marco

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Marco Pantaleoni                                  panta@elasticworld.org
Padova, Italy                                              panta@acm.org
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