R: [Diritto] Ancora sulla EUCD
HT Sirri
diritto@softwarelibero.it
Tue, 25 Feb 2003 15:15:22 +0100
> Ma si parla di inglese, mica di arabo... i testi li trovi persino su TV
> Sorrisi e Canzoni
Dipende a quale gruppo ti riferisci....
Se pensi ai testi di "running free" o "women in uniform" su sorrisi
e canzoni la vedo dura.
;-)
> > Quello che voglio dire e' che il passaggio disco->CD ha portato loro un
> > introito immediato (il 30% gia' citato),
> Considera anche che produrre un CD costa molto, molto meno del produrre
> un vinile, ed e' anche molto meno complicato. Quindi l'aumento di costo
per
> l'utente si e' accompagnato ad una diminuzione di costi per l'editore - ti
> lascio immaginare che guadagno per loro :-)
Un bel "colpo gobbo" per loro.
Mi ricordo che all'inizio si diceva "il prezzo e' per ora piu' alto perche'
nell'immediato si hanno maggiori costi, poi piano piano verra' equiparato".
Certo, per quanto sia cambiare metodi di incisione, ecc. e' un costo,
ma a parte come e' andata a finire, per qualsiasi altro prodotto mica ti
aumentano il prezzo per questo. L'eventuale ristrutturazione della catena
di montaggio fa parte del normale ciclo produttivo, e non va ad aumentare
il prezzo del prodotto finale in questo modo.
Altro esempio, esistono i CD a prezzo maggiorato perche' pubblicizzati.
Sottolineo queste cose per far notare che gli operatori di questo mercato
si sentono al di fuori delle normali regole di mercato.
Cosa succederebbe se una fabbrica di auto aumentasse del 30% il
prezzo delle proprie automobili perche' ha ristrutturato la propria catena
di montaggio (utilizzando una metodologia in se piu' economica)?
Semplice, andrebbe in crisi.
Nello stesso modo non esiste da nessuna parte che il prodotto pubblicizzato
costi di piu' per questo!
Normalmente i costi pubblicitari vengono amortizzati da una maggiore
vendita del prodotto.
Se la fiat dicesse (o chi per lei): la punto da oggi costa 3 milioni in piu'
perche' abbiamo investito molto in pubblicita'.......
Il prezzo finale non e' determinato dai costi, ma da quanto l'utente e'
disposto a spendere per quel prodotto (ok, e' piu' complesso di cosi', ma
la sostanza del discorso non cambia, perche' e' il parallelo tra il mercato
della musica e tutti gli altri).
Il problema del mondo della musica e' che loro non vogliono seguire le
regole di mercato, ma addirittura obbligare le persone a pagarli anche
nel momento in cui non li vuoi comprare.
> > ma nel medesimo tempo ha minato
> > una serie di possibilita' di guadagno, che oggi, sul lungo periodo, si
> > sentono.
> Non sono totalmente d'accordo. Secondo me con il passaggio ai CD le case
> discografiche ci hanno solo guadagnato, oltretutto tieni conto che dai
tempi
> dei Pink Floyd i merchandising collegati alla "fama" sono molto piu'
> sviluppati, se un tempo potevi anche non conoscere i nomi dei singoli
> musicisti di un gruppo rock, oggi la musica e' molto piu' focalizzata sul
> nome e sulla fama proprio perche' si cercano di imporre anche gli stili e
le
> marche dei prodotti collegati ai vari cantanti.
Questo e' vero, ma solo per alcuni tipi di musica: i meno commerciali.
> > Ho parlato di questo solo per sottolineare che il calo vendite di oggi
e'
> > la somma di mille cose diverse tra loro, in cui la pirateria e' solo una
> > voce tra tante altre.
> Io credo invece che il fatto che il media sia molto meno deperibile e
> molto piu' riproducibile abbia una grandissima importanza ed influenza sul
> mercato - non quindi "la pirateria" in se', ma la trasformazione del
medium
> - che a sua volta si porta dietro la pirateria. Se le case discografiche
> sbagliano, sbagliato nel colpire la pirateria che e' solo una
fenomenologia,
> dovrebbero invece incentrarsi a studiare il medium. Essendo pero' non in
> grado di capire (e quindi di pilotare) questi meccanismi, sono stati gli
> utenti stessi ad imporre il loro "standard", tanto che oggi non viene
> venduto nemmeno un DVD che non sappia riprodurre gli MP3 (ci avete fatto
> caso?).
Piu' o meno e' quello che intendevo dire dicendo che non hanno ancora
trovato un nuovo modello di bussiness.
Piu' o meno perche' sono convinto che il loro additare la pirateria sia
dovuto, non all'essere convinti che sia questo il reale problema da
superare (parlo di pirateria domestica), ma per limitare i danni in attesa
di trovare una soluzione vera.
> > Aspettano che qualcuno trovi un nuovo modello di business che funzioni,
> > e che i tempi siano maturi per applicarlo, in quel momento "scenderanno
> > in campo a bandiere spiegate".
> [...]
> Ormai l'epoca della riproducibilita' dell'opera d'arte (e, per dirla con i
> termini di W.B., la sua "perdita di aura") e' segnata, l'unico modo che
> hanno per recuperare e' cercare di limitare questa riproducibilita',
> tuttavia in questo si devono attrezzare anche da un punto di vista del
porre
> limitazioni di tipo tecnico agli utenti, e questo non puo' piacere ai
> "figlioletti della EFF" che lo considerano eticamente ingiusto ("cio' che
e'
> stato scaricato sul mio PC e' mio", potrebbe essere il libello di
costoro).
>
> D'altra parte il mercato e' contraddittorio, se da una parte c'e' chi non
> vorrebbe che si copiassero le canzoni dai CD, dall'altra si scopre che
l'MP3
> puo' essere un affare... per usare una metafora forse piu' azzeccata di
> quella degli ISP, e' un po' come la Playstation ed il mod chip, in teoria
il
> secondo e' illegale, dall'altra parte forse e' stata la stessa Sony a
> favorirne la diffusione perche' ha consentito la diffusione della
> Playstation stessa.
Appunto, e' quello che dico anch'io.
> PS. si' il formato mi piace di piu' ;-)
> --
> Marco Ermini
Sono contento che ti piaccia, ciao Marco, ciao a tutti.
Stefano Sirri.